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di Redazione Picenotime
Cresce la polemica attorno alle decisioni della Questura di Ascoli in vista del derby tra Ascoli e Sambenedettese, in programma Domenica 26 Ottobre allo stadio "Del Duca" per l'undicesima giornata del girone B del campionato di Serie C, e della successiva gara di Coppa Italia di Serie C in calendario Mercoledì 29 Ottobre a San Benedetto del Tronto.
Il neo consigliere regionale Andrea Cardilli interviene dopo che il questore alle limitazioni dell’acquisto dei biglietti, ha aggiunto un vero e proprio divieto e per entrambe le competizioni a Colli del Tronto, Castorano, Castignano, Cossignano, Carassai e Montalto Marche e Montedinove perché comuni privi di un numero di tesserati tale da identificare un chiaro orientamento calcistico dei residenti. “È una decisione che colpisce ingiustamente intere comunità - afferma Cardilli -. I sindaci dei comuni interessati non sono stati interpellati dal Comitato provinciale di sicurezza e mi sarei aspettato un intervento in merito da parte di Fioravanti e Spazzafumo”.
Fino a ieri, Cardilli condivideva la linea prudenziale del questore Luigi Fusco, volta a garantire l’ordine pubblico in una sfida storicamente sentita. Tuttavia, dopo aver ricevuto numerose telefonate da cittadini dei comuni esclusi, il consigliere ha deciso di intervenire di nuovo sulla questione.
“Dopo aver ascoltato tante voci preoccupate e deluse, credo che si debba tornare rapidamente alla normalizzazione - prosegue Cardilli -. Anche perché i biglietti saranno messi in vendita a breve, e ogni ritardo o incertezza rischia di alimentare solo confusione e malcontento”.
Secondo il consigliere regionale, il rischio concreto è che, impedendo a molti tifosi di recarsi allo stadio, il problema venga semplicemente spostato altrove: “Se non potranno entrare allo stadio, i tifosi si raduneranno in bar, circoli e locali pubblici dei paesi esclusi. Questo potrebbe paradossalmente creare situazioni di minor controllo e maggiore rischio per la sicurezza, proprio ciò che si voleva evitare”.
Dopo l’intervento del neo consigliere regionale Andrea Cardilli, anche il suo successore, il sindaco facente funzioni di Colli del Tronto, Luca Morganti, è voluto intervenire sulla vicenda, esprimendo delusione e amarezza per una decisione giudicata “incomprensibile e penalizzante per l’intera comunità”.
“Non comprendiamo le motivazioni di questo divieto - ha dichiarato Morganti - Escludere i nostri cittadini dallo stadio senza alcuna motivazione valida significa colpire ingiustamente una comunità intera, togliendo la possibilità di vivere un momento di sport e socialità". La misura restrittiva della Questura - che riguarda anche i comuni di Castorano, Castignano, Cossignano, Carassai, Montalto delle Marche e Montedinove - è stata giustificata con la mancanza di un numero sufficiente di tesserati che identifichi un chiaro orientamento calcistico dei residenti. Un criterio che, secondo Morganti, non regge alla prova dei fatti. Inoltre la decisione è stata prese senza alcun coinvolgimento dei primi cittadini: “Non siamo stati informati né consultati dal Comitato provinciale per la sicurezza pubblica prima della decisione. La collaborazione istituzionale è fondamentale, soprattutto in situazioni delicate come queste. Sarebbe stato doveroso un confronto preventivo con le amministrazioni locali. Invece ci siamo trovati davanti a un provvedimento calato dall’alto, senza alcuna possibilità di dialogo o mediazione”.
A tal proposito riportiamo una parte della lettera inoltrata in redazione da parte di un tifoso bianconero nato nel capoluogo piceno ma residente all'estero che ha voluto segnalare la problematica direttamente alla Prefettura di Ascoli. "Sono nato ad Ascoli Piceno, dove ho vissuto per oltre trent’anni, e seguo l’Ascoli Calcio sin dal primo campionato in Serie B del lontano 1971, quando avevo undici anni. Per motivi di lavoro, da circa trent’anni vivo mi sono trasferito, vivo all'estero, ma la mia passione e il mio legame con la squadra e la città restano immutati. Avevo programmato da tempo il mio rientro ad Ascoli in occasione della prossima partita. Tuttavia, le recenti disposizioni, che limitano l’accesso allo stadio in base al Comune di residenza, non tengono purtroppo conto del comune di nascita. Ritengo che questa regola, pur fondata su valide ragioni di sicurezza, penalizzi in modo ingiusto molti cittadini nativi di Ascoli o di San Benedetto ma residenti altrove, che desidererebbero semplicemente assistere alla partita della propria squadra del cuore. Paradossalmente, la norma consente invece a persone residenti in una delle due città, ma nate e legate calcisticamente all’altra, di accedere liberamente allo stadio, vanificando in parte l’intento originario della disposizione stessa. Sono numerosi i cittadini ascolani che negli anni hanno preferito trasferirsi a San Benedetto del Tronto. Mi permetto pertanto di suggerire una revisione urgente del provvedimento, affinché si tenga conto anche del Comune di nascita, introducendo così un criterio più equo e coerente con lo spirito delle misure di sicurezza emanate. Anche se la mia richiesta può sembrare insolita o pretestuosa, desidero comunque chiedere la possibilità di ottenere un permesso speciale per accedere allo stadio. Sono disponibile a fornire tutti i miei dati personali e una copia del documento d’identità per qualsiasi necessità di verifica. Desidero inoltre segnalare che ho già acquistato il biglietto del treno e che sarò ad Ascoli Piceno nel tardo pomeriggio di Venerdì 24 Ottobre".