Ascoli Calcio, Cipriani spera ancora: “C'è una parola col direttore”
di Redazione Picenotime
giovedì 07 agosto 2014
Non si è ancora definitivamente chiuso il rapporto tra Giacomo Cipriani ed il nuovo Ascoli Picchio di Francesco Bellini. Il 33enne centravanti bolognese, che nello scorso campionato ha collezionato 7 presenze con una rete in bianconero, è al momento svincolato dopo la scadenza naturale dell'accordo che lo legava al club di Corso Vittorio Emanuele. Il direttore generale Gianni Lovato, come noto, è alla ricerca di un'altra punta da inserire nell'organico, ma non è da escludere un reintegro in rosa del possente attaccante ex Bologna e Samp. A rivelarlo è lo stesso Cipriani nel corso di un'intervista esclusiva rilasciata al giornalista Christian Schipani di Beneventocalcio.it.
Giacomo, partiamo dai tuoi mesi in quel di Ascoli...
L’esperienza è andata molto bene. Alla fine la società ha fatto le sue scelte, il nuovo allenatore ha voluto portare i suoi giocatori. Tuttavia non è ancora detta l’ultima parola perché aspetto ancora delle risposte, c’è una possibilità di tornare. Il problema è l’età media assurda in questa categoria, è controproducente per i giovani, ma se ne accorgeranno tra qualche anno.
Alle spalle hai quasi quindici anni di carriera, hai giocato in categorie importanti e visto tante riforme. Questa come ti sembra?
Si può dire che danneggia i giovani e i professionisti, non li valorizzano. I ragazzini giocano per un tornaconto della società che percepiscono i contributi dalla Lega, altrimenti non arriverebbero a fine anno. Le società puntano sui giovani che non meriterebbero di giocare, mentre quelli che meritano trovano poco spazio. Quando avevo 18 anni e ho giocato in Serie A, nessuno mi ha garantito il posto. Solo in Italia si fanno queste riforme, tra l’altro penalizzano perché negli ultimi anni non sono usciti tanti talenti.
Ancora un finestra aperta con l’Ascoli, ma nel frattempo ti stai guardando intorno?
No, c’è una parola col direttore e vedremo gli sviluppi. Purtroppo bisognerà tenere conto anche del minutaggio che dovranno fare i giovani, ma un professionismo senza meritocrazia è assurdo.
La riforma non finisce qui. Da quest’anno i gironi saranno divisi in tre fasce, mentre le partite si giocheranno in diversi orari anche per favorire le televisioni.
Le regole sono state dettate in Serie A, non mi sorprende vederle anche in Lega Pro. Il calcio è uno spettacolo, ma non mi sembra una cosa assurda. La Lega, però, ha voluto dividere il campionato in tre fasce anche perché tante società non ce la fanno a contenere i costi delle trasferte. Facendo così, però, si va incontro anche a diversi problemi. Nel girone sud ci saranno tanti derby e a livello di ordine pubblico ci sarà da fare.
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