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Coronavirus, alta tensione tra Spadafora e Lega Serie A. Tommasi insiste: ''Non si deve giocare''

di Redazione Picenotime

domenica 08 marzo 2020

Non si placano le polemiche tra il Governo e la Lega di Serie A dopo le gare giocate oggi nonostante l'aggravarsi dell'emergenza Coronavirus in tutto il territorio nazionale.

"Oggi si è giocato per un gesto irresponsabile della Lega di Serie A e del suo presidente Dal Pino". Così il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, intervenendo nel pomeriggio a 90° minuto su Rai Due. "È vero che nel DPCM c'è ancora la disposizione delle porte chiuse, ma stiamo consigliando agli italiani di stare a casa. Il mondo del calcio si sente immune da regole e sacrifici. So benissimo che la partita è una grande occasione per i tifosi, però la situazione qui evolve ora dopo ora. Sono stato oggetto di messaggi violenti e di insulti, ma a me quello che interessa è la salute pubblica. La Lega non si assume le proprie responsabilità, Dal Pino rimanda sempre le decisioni ad altri. Questa gestione, da molti considerata insoddisfacente e anche da me, mi sembra che non sia consapevole della gravità della situazione. Aspetta che anche in A ci siano i primi casi di contagio? Cosa deve succedere ancora nel Paese?".

Immediata la replica della Lega Serie A del presidente Paolo Dal Pino attaverso una nota ufficiale: "La Lega Serie A, fin dal primo giorno di emergenza per il Paese, ha sempre rispettato - per tutelare il supremo interesse alla salute - tutte le indicazioni governative ricevute sulla gestione epidemiologica del virus COVID-19, anche quando si sono manifestate in modo ondivago e contrastante. A salvaguardia e a tutela della salute degli atleti tesserati dalle Società e degli addetti ai lavori, la Lega Serie A ha riunito prontamente, la scorsa settimana, in conference call, i medici delle Società, con il coordinamento del Prof. Casasco, per stabilire procedure e comportamenti atti a tutelare massimamente la salute di tutti. Anche oggi la Lega Serie A si è attenuta strettamente a quanto determinato dal Dpcm emanato questa mattina dal Primo Ministro Conte, nel combinato disposto con la decretazione d’urgenza della FIGC (comunicato ufficiale 173/A) che ha stabilito che tutte le gare sul territorio debbano svolgersi a porte chiuse. Il ritardo del fischio d'inizio della partita Parma - Spal deve essere attribuito alla richiesta della Figc di un confronto urgente sulle richieste dell'Associazione Italiana Calciatori. Contravvenendo alle previsioni contenute nel Decreto, che autorizza lo svolgimento delle gare professionistiche di Serie A TIM a porte chiuse, l'AIC ha chiesto, a pochi minuti dal fischio di inizio, la sospensione del campionato, paventando lo sciopero dei calciatori. Una richiesta che ha messo a serio rischio la tenuta del sistema, già fortemente penalizzato dallo stato di emergenza, minacciando anche il pagamento degli stessi stipendi dei calciatori. Il Consiglio di Lega Serie A, riunitosi nel frangente dello slittamento orario dell'inizio della gara del Tardini, ha ritenuto doveroso rispettare le indicazioni governative previste nel DPCM di questa mattina, proseguendo con lo svolgimento delle partite a porte chiuse. Le medesime considerazioni qui espresse valgono per quanto riguarda i diritti televisivi, dove Lega, Sky e Dazn si sono attenute alle disposizioni in essere.Le reiterate e contrastanti dichiarazioni governative contribuiscono soltanto ad accrescere lo stato di confusione generale e sicuramente non aiutano il sistema a superare il momento di difficoltà generato dal Coronavirus".

Anche l'Associazione Italiani Calciatori, attraverso un comunicato firmato dal suo presidente Damiano Tommasi, si è detta favorevole alla sospensione dei campionati: "La situazione è grave e seria, oggi non si può giocare a calcio in Italia. È un'amara constatazione, e gli insulti nei miei confronti lo confermano. Il Paese deve cambiare abitudini. Il messaggio è cambiamo vita: in più posti d'Italia la gente si ritrova a vedere le partite nei locali. Abbiamo già casi di contagio nelle squadre professionistiche, serve più attenzione. Non si può giocare a calcio in questo Paese, i giocatori non si possono toccare. E questo deve uscire martedì. Il messaggio che oggi il calcio doveva e che deve ancora continuare a dare è che non si può giocare, le direttive dicono che non ci si può toccare, ma i giocatori sono costretti a farlo. Lo sciopero era e sarebbe un messaggio diverso, il messaggio corretto è che non si deve giocare, non perché non lo vogliano i giocatori, anche perché sarebbe preoccupante se dovessero deciderlo i calciatori, sono i responsabili a dover decidere. Il punto è che tutti noi italiani nelle prossime settimane dobbiamo condurre una vita diversa, il Paese ha bisogno di un messaggio di questo tipo, non di altri messaggi che mettono in dubbio quello che dice la comunità scientifica", ha dichiarato Tommasi.


Dal Pino, Tommasi e Spadafora

Dal Pino, Tommasi e Spadafora

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