Coronavirus, Protezione Civile: “Deceduti odierni sono 427, i nuovi casi positivi 4480”
di Redazione Picenotime
giovedì 19 marzo 2020
Nella sede del Dipartimenti di Protezione Civile consueto appuntamento con la conferenza stampa di aggiornamento dati sull'emergenza sanitaria nazionale legata al Coronavirus.
"I guariti-dimessi odierni sono 415, che portano il totale a 4440. Oggi si contano purtroppo 427 decessi, complessivamente sono diventati 3405 - dichiara il commissario straordinario e capo della Protezione Civile Angelo Borrelli -. Oggi contiamo 4480 nuovi casi. Attualmente i positivi sono diventati complessivamente 33190, di questi 14935 in isolamento domiciliare senza sintomi o con sintomi lievi, 2498 in terapia intensiva (circa l'8% dei casi complessivi), il numero dei ricoverati in strutture ospedaliere è invece 15757. Ai giovani di rientro dall'Erasmus sarà consentito lo spostamento sul territorio nazionale. Un familiare, già individuato, può prenderli all'aeroporto per recarsi subito nel luogo di domicilio per osservare un periodo di isolamento fiduciario. Poco fa ho firmato un'ordinanza come Protezione Civile per la dematerializzazione della ricetta. I pazienti non dovranno più recarsi dal medico di famiglia, ma avranno un codice che indicheranno in farmacia per il ritiro dei farmaci. Da più parti ci giunge notizia di abbandono di animali domestici, in particolar modo cani. E' una cosa assolutamente deprecabile, in nessun modo è stata dimostrata la possibilità di contagio animali-uomo. Abbiamo acquistato 390mila tamponi che saranno a disposizione di tutte le Regioni. Qualora dovessero servire ne acquisteremmo degli altri. Se dovessimo trovare delle mascherine per il personale sanitario ferme in dogana ovviamente non si fermerebbero lì".
Ha preso poi la parola il Prof. Alberto Villani, presidente Società Italiana Pediatria: "Bisogna usare i presidi quando sono realmente necessari. Vanno riservati in via prioritaria ai medici e agli infermieri. Per quanto riguarda i guanti, riusarli è un non senso. La mascherina? Non va usata quando non serve. Nè io nè il commissario la usiamo perchè siamo a un metro e mezzo di distanza e non c'è nessuno motivo di indossarla. Raccomandiamo un uso intelligente dei dispositivi di protezione individuale. Chi non ne ha bisogno non deve usarli perchè vengono meno per gli operatori sanitari a cui sono indispensabili.Anche per quanto riguarda la casistica italiana dei casi di contagio da Coronavirus tra i bambini viene confermato ciò che internazionalmente già sapevamo, ovvero che non esistono fatalità tra i bambini, nè casi gravi. E questo penso debba rasserenare moltissimo genitori e nonni. Anche nella gestione dei bambini in questo momento particolare, genitori e nonni devono sapere che non è un problema pediatrico fortunatamente. Quindi, quando e se un bambino presenta dei sintomi, soprattutto se non sono particolarmente importanti, occorre sentire sempre il pediatra e con lui stabilire il da farsi. Ma il criterio per preoccuparsi resta quello prima del Coronavirus: ossia se un bambino ha dei problemi importanti allora meriterà attenzione e andrà portato in ospedale. Il Coronavirus per il momento non rappresenta un problema per i bambini. Il picco vicino? Sicuramente c'è un andamento che, grazie a quello che viene fatto dall'Istituto Superiore di Sanità, noi riusciamo a monitorizzare bene. Chiaramente abbiamo dei dati che ci consentono di essere aggiornati sempre su quello che avviene. Sono dei dati importanti e osserviamo con molta attenzione. Per valutare con esattezza il picco abbiamo bisogno di tempo. Quello che possiamo affermare con certezza è che le misure prese danno sicuramente garanzia, fermo restando che la popolazione rispetti rigorosamente quelle che sono le indicazioni. Se i cittadini si atterranno a tutto quello che è stato detto, io penso che l'Italia possa superare questa sfida e tutti ci stanno imitando".
REPORT UFFICIALE PROTEZIONE CIVILE GIOVEDI' 19 MARZO
Nell’ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del Coronavirus sul territorio nazionale, al momento 33.190 persone risultano positive al virus. Ad oggi, in Italia sono stati 41.035 i casi totali.
Nel dettaglio: i casi attualmente positivi sono 13.938 in Lombardia, 4.506 in Emilia-Romagna, 3.169 in Veneto, 2.754 in Piemonte, 1.622 nelle Marche, 1.422 in Toscana, 883 in Liguria, 741 nel Lazio, 605 in Campania, 522 in Friuli Venezia Giulia, 491 nella Provincia autonoma di Trento, 421 nella Provincia autonoma di Bolzano, 449 in Puglia, 321 in Sicilia, 366 in Abruzzo, 328 in Umbria, 209 in Valle d’Aosta, 204 in Sardegna, 164 in Calabria, 38 in Molise e 37 in Basilicata.
Sono 4.440 le persone guarite. I deceduti sono 3.405, ma questo numero potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso.
ISTRUZIONI SUL RIENTRO DEGLI ITALIANI ALL'ESTERO
I connazionali che rientrano in Italia da altri Paesi verranno sottoposti ai controlli aeroportuali previsti e attivati, fin dall’inizio dell’emergenza, grazie al supporto e alla disponibilità del volontariato di protezione civile e del personale sanitario. La Polizia di Stato effettuerà i consueti controlli di frontiera agevolando la compilazione della prevista autocertificazione per il rientro presso il proprio domicilio, residenza o abitazione.
In ottemperanza alle misure vigenti per la mobilità delle persone all’interno del territorio nazionale, sarà consentito ad una sola persona raggiungere lo scalo aereo, ferroviario o marittimo, per agevolare il rientro verso la residenza o il domicilio del connazionale. Lo spostamento in questione rientrerà tra le fattispecie di “stato di necessità” che dovrà essere autocertificato con il modulo messo a disposizione del Viminale, compilato in tutte le sue parti indicando, in particolare, il tragitto percorso.
Inoltre, come previsto dal Decreto 120/2020 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con il Ministero della Salute, i connazionali che rientrano dall’estero, anche in assenza di sintomi riconducibili al Covid-19, dovranno obbligatoriamente comunicare il proprio ingresso in Italia al Dipartimento di prevenzione dell’Azienda Sanitaria locale. Saranno inoltre sottoposti alla sorveglianza sanitaria e all’isolamento fiduciario per un periodo di quattordici giorni.
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