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Pescara del Tronto, nel Parco della Memoria toccante cerimonia nel ricordo delle vittime del tremendo sisma del 2016

di Redazione Picenotime

sabato 24 agosto 2024

Cerimonia notturna nel Parco della Memoria di Pescara del Tronto per ricordare le 52 vittime del comune di Arquata uccise dal tremendo terremoto che il 24 Agosto 2016 distrusse Arquata del Tronto, Accumuli ed Amatrice causando in totale 300 vittime. Come ogni anno tantissime le persone che hanno partecipato alla Messa celebrata da padre Emanuel insieme a monsignor Gianpiero Palmieri, vescovo di Ascoli. Tanta la commozione per i presenti e per il sindaco di Arquata Michele Franchi alle ore 3:36 quando il rintocco della campana ha scandito i nomi delle 52 vittime.   

In occasione dell'ottavo anniversario il sottosegretario all'Economia e Finanze Lucia Albano ha rinnovato il cordoglio per le vittime e la vicinanza alle comunità colpite. "La tragedia del terremoto ha lasciato un segno indelebile nel cuore dell'Italia, cambiando profondamente il volto di numerosi borghi e impattando in modo significativo sul tessuto socioeconomico delle zone interessate. Il Governo si è impegnato sin da subito ad accelerare il processo di ricostruzione, sia dal punto di vista materiale che sociale, attraverso un'azione coordinata della struttura commissariale guidata dal senatore Guido Castelli e dei diversi ministeri coinvolti, in stretta collaborazione con le Regioni e gli Enti localiOltre alla ricostruzione degli edifici e delle infrastrutture, l'Esecutivo è fortemente impegnato a garantire la presenza di servizi essenziali e presidi strategici nei territori colpiti, con l'obiettivo di contrastare il fenomeno dello spopolamento e di promuovere la coesione sociale. In questa giornata di commemorazione, rivolgo un pensiero commosso ai familiari delle vittime e rinnovo l'impegno del Governo a sostenere le comunità colpite nel lungo percorso di ricostruzione e rinascita", ha concluso Albano.

Marco Fioravanti, sindaco di Ascoli Piceno: "24 agosto 2016, ore 3.36. Impossibile dimenticare quei momenti, impossibile dimenticare quella tragedia. In ricordo di tutte le vittime del terremoto".  

Francesco Acquaroli, presidente della Regione Marche: "Oggi ricorrono otto anni dalle prime drammatiche scosse del terremoto che colpì il centro Italia e le Marche. Il nostro pensiero commosso va a coloro che in quella notte persero la vita, in particolare ai cittadini marchigiani ad Arquata e Pescara del Tronto, una ferita che non si rimarginerà mai e che costantemente ci fa tenere alta l’attenzione su quella che fin dal primo momento è tra le nostre priorità assolute, la ricostruzione dei bellissimi territori e dei borghi dell’entroterra. E girando tra le aree del sisma finalmente possiamo vedere e raccontare di una ricostruzione che è partita e procede speditamente, un'accelerazione frutto dell'enorme lavoro che grazie al lavoro del Commissario Castelli, all’Ufficio Speciale per la Ricostruzione, ai Comuni e ai Sindaci che sono in prima linea, può dirsi finalmente avviato verso una strada che porterà i risultati che le comunità hanno tanto atteso. Procede spedita la ricostruzione privata con oltre 12 mila cantieri avviati di cui 6,7 mila conclusi per un importo già erogato di 3,4 miliardi di euro, prosegue la complessa opera di ricostruzione pubblica e dei centri storici dei comuni più danneggiati. Ricordo il grande lavoro per l’adeguamento del prezziario del sisma che dopo il rincaro dei costi delle materie prime rischiava di rallentare l’opera di ricostruzione. Ma a fianco della ricostruzione fisica, stiamo mettendo a terra gli strumenti per una ricostruzione economica e sociale, affinché quei territori tornino ad essere forti e competitivi, penso al PNRR complementare sisma e ai fondi del CIS, penso in particolare alla Pedemontana Sud che sarà la strada di accesso per tutto il nostro entroterra e collegherà Fabriano/Camerino ad Ascoli. In tutto questo si inseriscono le strategie di rilancio dei nostri borghi e dei territori delle aree interne, che possono tornare ad essere un volano per tutta la nostra regione".

Rosario Valastro, presidente della Croce Rossa Italiana: Circa 300 persone persero la vita a seguito del terremoto che otto anni fa scosse non solo il Centro Italia ma l’intero Paese. Alla comunità così duramente colpita, la Croce Rossa Italiana fece una promessa: non vi lasceremo soli. Davanti alle macerie di palazzi, strade, piazze, scuole, decidemmo di non abbandonare quei territori. Ancora oggi siamo lì, al fianco di chi porta dentro di sé le ferite del sisma, di quei momenti in cui tutto era perduto, in cui ogni domani sembrava impossibile. Al fianco della popolazione, di ogni donna, uomo, bambina e bambino, abbiamo confermato il nostro impegno e, con esso, la presenza di Volontarie e Volontari, pronti ad abbracciare e sostenere chiunque fosse in difficoltàIn quelle terre, prima fra tutte Amatrice, devastate dal sisma, abbiamo riportato speranza e, ancora oggi, siamo impegnati a ricostruire strutture di aggregazione, integrazione e cultura. Opere per il territorio, per la popolazione, alle quali, tra il 2024 e il 2025, se ne aggiungeranno altre tre. Il nostro pensiero – conclude Valastro – va a quanti persero la vita a seguito del terremoto e alle loro famiglie, per la sofferenza che ancora portano dentro, per una ferita che è ancora presente, tanto nei loro quanto nei nostri cuori. Alle Volontarie e ai Volontari impegnati fin dai primi momenti di questa terribile emergenza, il mio più sincero grazie per aver alleviato le sofferenze di quanti soffrivano per la perdita un proprio caro, di coloro che erano rimasti senza una casa, un lavoro, di quanti, in pochi attimi, hanno visto sconvolta la propria vita”.

Vescovo Gianpiero Palmieri: "Come ormai da otto anni a questa parte, nella notte del 24 agosto ci si è ritrovati presso l’area di Pescara del Tronto dove furono poste le vittime del sisma del 2016 man mano che furono ritrovati i loro corpi e che oggi ospita un parco in loro memoria, è stato un momento di raccoglimento, riflessione, ricordo e preghiera. L’arcivescovo Gianpiero Palmieri ha rivolto ai fedeli delle comunità di Arquata del Tronto (AP) che si sono riuniti nel cuore della notte, per commemorare il devastante terremoto che li colpì esattamente otto fa parole toccanti e profonde: “La morte dolorosa ed improvvisa dei nostri 52 fratelli che abbiamo ricordato e il suono della campana che ha accompagnato i nomi di ciascuno di loro, ci rimbombano dentro: non è solo un suono nelle nostre orecchie, ma anche nel nostro cuore, nel nostro profondo. Questa notte sa del buio del dolore, sa dell’oscurità della morte. Questa notte contiene un mistero inspiegabile, incomprensibile, che anche a noi, uomini credenti, costa una grande fatica. Celebrare l’Eucarestia, allora, in questa notte di dolore, in questa notte di fatica, è ancora più importante, è ancora più significativo, perché questa Eucaristia è il segno del Risorto in mezzo a noi, è la consegna d’amore di Gesù Risorto: ‘Io sarò presente in mezzo a voi tutte le volte che spezzerete il Pane e lo condividerete, tutte le volte che consacrerete il vino e lo condividerete’.”

Giorgia Meloni, presidente del Consiglio: "Non dimenticheremo mai la notte del 24 agosto 2016. Le immagini della catastrofe, i borghi distrutti, il dolore e l’angoscia dei nostri connazionali, l’eroismo dei soccorritori sono tasselli di una memoria collettiva che il tempo non intaccherà. In questo anniversario ricordiamo chi non c’è più e ci stringiamo ai famigliari e ai cari delle vittime: non siete mai stati soli, e l’Italia è e sarà sempre al vostro fianco.

Otto anni dopo quella notte la ricostruzione non è ancora completata. Molto è stato fatto, ma altrettanto c’è da fare per restituire all’Appennino centrale il futuro che merita e per rispondere al desiderio di chi è nato e cresciuto in quei luoghi di tornare a viverli. Se l’obiettivo fondamentale è far rientrare i cittadini nelle loro case, e i numeri testimoniano che ciò sta progressivamente accadendo, restituire sicurezza e vitalità al Centro Italia è la premessa altrettanto imprescindibile per contrastare lo spopolamento ed evitare che le aree interne e montane siano abbandonate. Non possiamo permetterlo, perché ogni borgo d'Italia è un pezzo dello spirito nazionale e custodisce la nostra identità più profonda".




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