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di Redazione Picenotime
Il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri sull'emergenza Coronavirus contiene anche l’obbligo di portare con sè le mascherine e di indossarle all’aperto in presenza di altre persone non conviventi. L’obbligo sarà poi contenuto anche nel prossimo Dpcm. Intanto il consiglio dei ministri ha prorogato la vigenza di del Dpcm che scadeva oggi fino al 15 Ottobre.
Il decreto prevede “l’obbligo di avere sempre con sè, dispositivi di protezione delle vie respiratorie, con possibilità di prevederne l’obbligatorietà dell’utilizzo nei luoghi al chiuso accessibili al pubblico, inclusi i mezzi di trasporto, e in tutti i luoghi all’aperto allorchè si sia in prossimità di altre persone non conviventi, e comunque con salvezza dei protocolli anti-contagio previsti per specifiche attività economiche, produttive e sociali, nonchè delle linee guida per il consumo di cibi e bevande”.
Sono “esclusi dai detti obblighi:
1) i soggetti che stanno svolgendo attività sportiva;
2) i bambini di eta’ inferiore ai sei anni;
3) i soggetti con patologie o disabilita’ incompatibili con l’uso della mascherina, nonchè coloro che per interagire con i predetti versino nella stessa incompatibilità”.
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Nel frattempo Walter Ricciardi, membro dell'esecutivo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e consulente del Ministero della Salute, ha parlato di quando sarà possibile avere un vaccino per il Covid-19 ospite a Raio Radi1 nel corso della trasmissione "Un Giorno da Pecora". “Bisogna prendere atto delle sperimentazioni in corso: una di queste avra’ i risultati della fase 3 questo mese. Se fossero positivi vorrebbe dire che alcune dosi potremo averle entro la fine dell’anno. Se andasse bene la fase 3 del cosiddetto vaccino di Oxford e anche di una industria italiana, di Pomezia, entro la fine dell’anno le dosi potrebbero esser disponibili in Europa e nel resto del mondo. Per l’Italia le dosi sarebbero due o tre milioni, insufficienti ma sarebbero comunque un inizio importante. A chi andrebbero queste dosi? Al personale a rischio, quello sanitario e di pubblica utilita’. E poi, se i risultati fossero soddisfacenti, alle popolazioni fragili - ha aggiunto Riccardi -. Ipotesi chiusura alle ore 23 dei ristoranti? In questo momento la soluzione non sembra necessaria ma stiamo analizzando le situazioni di rischio di alcune regioni. Quali sono le regioni che rischiano questo provvedimento prima di altre? Quelle in cui la circolazione del virus e’ piu’ intensa: Lazio, Lombardia, Campania. Due metri la distanza tra i tavolini nei ristoranti? Sì, questo è un altro pilastro importantissimo. Diciamo che la distanza di sicurezza alla luce dell’evidenza che stiamo acquisendo è un metro e ottanta, sono i sei piedi anglosassoni. Purtroppo questo è un virus insidioso”.
riservata 1****
ancora parlate??????
non siete più credibili!!!!!!