Ascoli Piceno, Cardinale Zuppi in visita al carcere di Marino del Tronto: “Investire sulla speranza”
di Redazione Picenotime
mercoledì 11 giugno 2025
"Giustizia e speranza. Carcere e territorio": è questo il titolo del convegno che si è tenuto ieri, 10 Giugno 2025, a partire dalle ore 9:30, presso la casa circondariale di Marino del Tronto, in Ascoli Piceno, per accendere i riflettori su una realtà, quella carceraria, segnata da grandi criticità come il sovraffollamento, la mancanza di personale specializzato, le problematiche psichiatriche che richiedono attenzione e supporto, il vuoto affettivo e purtroppo a volte anche i suicidi.
L'evento, promosso dalle Diocesi del Piceno nell'ambito delle iniziative organizzate per l'Anno Giubilare della Speranza, ha avuto un ospite d'eccezione: il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il quale ha dapprima incontrato una rappresentanza di detenuti nella cappella della struttura e poi ha parlato ai presenti, sottolineando come la speranza passi attraverso un impegno concreto delle istituzioni e della comunità nel fornire una seconda possibilità a chi ha sbagliato, unica via per un effettivo reinserimento. Nell'occasione Zuppi ha incontrato anche la Direzione, la Polizia Penitenziaria, il personale sanitario, le educatrici, i volontari.
Insieme al cardinale Zuppi, altri tre ospiti illustri hanno relazionato sul tema: l'avv. Giancarlo Giulianelli, garante dei diritti della persona della Regione Marche; il dott. Angelomarco Barioglio, medico psichiatra nonché direttore del Dipartimento salute mentale territoriale, l'unità che ha la responsabilità di servizio in carcere; la dott.ssa Rosa D’Arca, volontaria nel carcere di Rebibbia dall'anno 2012 con l'associazione di Volontariato VIC (Volontari In Carcere), di cui ora è componente del Consiglio Direttivo.
All'appuntamento, curato minuziosamente dal dott. Giorgio Rocchi, direttore della Caritas di Ascoli Piceno, hanno partecipato anche l'arcivescovo Gianpiero Palmieri, vicepresidente della CEI per l'Italia Centrale e vescovo delle Diocesi del Piceno, e la dott.ssa Daniela Valentini, direttrice della casa circondariale di Marino del Tronto.
Presenti, tra le 50 persone ammesse all'interno del carcere per assistere al convegno, le maggiori autorità civili, militari e sanitarie del territorio, che, per il loro ruolo, interagiscono con la realtà carceraria picena: Filippo Saltamartini, vicepresidente della Giunta Regionale ed assessore con delega alla sanità e alla tutela della salute per la Regione Marche; Marco Fioravanti, sindaco di Ascoli Piceno; Camillo D'Angelo, presidente della vicina Provincia di Teramo; il sostituto commissario Giuseppe Coppolella, comandante della Polizia Penitenziaria della casa circondariale di Marino del Tronto; Gianluca Braga, vice prefetto vicario della Provincia di Ascoli; il commissario Giovanni Fiorin della Questura di Ascoli Piceno; il maggiore Oscar Caruso, in rappresentanza del Comando Provinciale dei Carabinieri; Antonello Maraldo, direttore generale dell'AST 5; Marco Giri, medico psichiatra direttore del DSM - Dipartimento Salute Mentale dell'AST 5; Giovanna Picciotti, responsabile sanitaria della casa circondariale di Marino del Tronto; Cristina Sabatini, capo area trattamentale, sempre dalla c.c. di Marino del Tronto.
“Tra le varie Porte della Speranza che abbiamo voluto aprire durante questo Anno Giubilare – ha dichiarato l'arcivescovo Gianpiero Palmieri – c'è anche questa aperta oggi qui a Marino del Tronto. Le Porte di Speranza vogliono segnalare luoghi dove far germogliare nuove prospettive ed il carcere è sicuramente un luogo dove c’è bisogno urgente di speranza e giustizia”.
L'avv. Giancarlo Giulianelli, nel suo appassionato intervento, ha sottolineato come, nel contesto di una casa circondariale, "la speranza sia possibile se la riabilitazione avviene non solo per chi è dentro le mura scellerate di un carcere, ma anche per noi che siamo fuori".
Il dott. Angelomarco Baroglio ha invece relazionato sulla materia di sua competenza, evidenziando come "la cura debba essere garantita a tutti" e, "affinché possa essere messa in atto, sia necessario creare le condizioni". Altrimenti si rischiano situazioni spiacevoli e anche gravi, come i suicidi.
La dott.ssa Rosa D’Arca ha infine illustrato gli effetti benefici del volontariato per i detenuti: "Nel carcere, che è un luogo di anonimia, il volontario rappresenta una luce che restituisce dignità, identità ed umanità". Al contempo anche il volontario ne esce arricchito, tanto da poter dire che "il volontario non va in carcere per convertire i detenuti, ma per essere convertito".
Per ultimo l'intervento più atteso, quello del cardinale Matteo Maria Zuppi, il quale ha esordito definendo il legame tra giustizia e speranza e sottolineando come per alimentare la speranza sia necessario il sostegno del territorio. “Il carcere non è un’isola che non ha niente a che vedere con la nostra realtà, ma è dentro la nostra realtà" – ha detto Zuppi, portando l'esempio di un carcere modello presente a Bologna, in cui il territorio "vi è entrato dentro con il volontariato, con l’imprenditoria e con l’offerta di lavoro. Bisogna investire sulla speranza" – ha auspicato il cardinale di origini romane –: investire denaro, tempo e umanità". In merito all'aspetto puramente economico, Zuppi ha detto: "Bisogna investirci perché diventi un progetto, un accompagnamento, una rieducazione, che poi è proprio quello a cui costituzionalmente siamo chiamati”.
In merito all'investimento di tempo, ha illustrato la situazione di malessere che spesso vivono i detenuti, anche psichiatrici, e che a volte conduce addirittura al suicidio. Ha quindi sottolineato l'importanza per i detenuti di avere un contatto con il mondo esterno e al riguardo ha ringraziato le tante realtà di volontariato legate alla Chiesa che operano nelle carceri.
In merito allo stile con cui investire sulla speranza, infine, il cardinale ha ricordato papa Francesco, il quale ha voluto aprire la la porta del Giubileo dentro il carcere di Rebibbia - un luogo dove sembra che speranza non ci sia - proprio per sottolineare che la speranza c'è per tutti". Di Bergoglio, Zuppi ha ricordato anche l'ultima uscita pubblica al carcere di Regina Coeli: "È andato lì senza poter parlare, solo per stare lì, per dire ai carcerati: 'Sto con voi’. Per accendere la speranza e sospendere il giudizio che accompagna ogni detenuto. Sospendere il giudizio significa saper guardare al futuro. E guardare al futuro non significa dimenticare il passato, bensì far sì che il passato non sia l'ultima parola".
Soddisfatta la direttrice della casa circondariale di Marino del Tronto, Daniela Valentini, la quale ha dichiarato: "Sono molto grata a Sua Eminenza, il cardinale Zuppi, e a Sua Eccellenza, l'arcivescovo Palmieri, per averci dato questa opportunità unica, che ci ha permesso di tirare fuori aspetti nascosti del carcere. L'incontro di oggi ci ha donato una energia nuova per andare avanti e portare delle progettualità future importanti".
Soddisfatto anche il direttore Caritas Giorgio Rocchi, il quale, sulla sfida che attende la comunità nel prossimo futuro, ha affermato: "Abbiamo bisogno tutti di crescere e non pensare ai detenuti come persone irrimediabilmente condannate. C’è un impegno che ci attende, da oggi ancora di più: trasformare il discorso sociale per promuovere la consapevolezza che ogni persona, pur avendo commesso errori, possiede il potenziale per il cambiamento e la crescita personale, una crescita che ci coinvolge come comunità che deve crescere essa stessa. È questo il senso della Porta di Speranza da tenere aperta dopo i riflettori del momento".
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