Declassamento sede INAIL Ascoli, si muove il presidente Falcioni
di Redazione Picenotime
venerdì 16 agosto 2013
Pubblichiamo il comunicato integrale che ci è stato inoltrato da Armando Falcioni, Presidente del Consiglio provinciale di Ascoli Piceno, dopo il declassamento della sede INAIL di Ascoli.
Comunico che depositerò un ordine del giorno, da presentare al prossimo consiglio provinciale utile, relativo al problema del declassamento della sede INAIL di Ascoli Piceno.
Non mi soffermo sul contenuto visto che sono stati ampiamente dibattuti i criteri artificiosi che avrebbero portato questo declassamento, con il passaggio di carico di lavoro della sede INAIL di Fermo, legata a doppio filo ad Ascoli, a quella di Macerata. Non mi dilungo neppure sui disagi che porterebbe questo declassamento all’utenza del nostro territorio né al rischio di perdita di personale e servizi.
Mi soffermerei, invece, su quello che potrebbe significare l’eventuale declassamento INAIL di Ascoli a favore di Macerata, nell’ottica di una rivisitazione degli uffici statali. Quando nell’anno 2000, da sindaco di Maltignano, iniziai la lotta contro la divisione della provincia misi in evidenza, a parte l’inopportunità, i costi, la mancanza di volontà popolare e tanto altro ancora, che uno maggior danno sarebbe stato proprio il ridimensionamento degli uffici dello Stato che, come è noto, insieme e ad organizzazioni di categoria ed ordini professionali, sono a carattere provinciale.
Il ridimensionamento avrebbe portato ad un minor personale presente su Ascoli, minore utenza, minori servizi e quindi anche meno economia sul nostro capoluogo: in pratica un danno equivalente alla chiusura di più fabbriche. Insomma nel tempo una ecatombe, oltre che istituzionale, anche economica visto che Ascoli Piceno, dopo l’unità d’Italia, deve la sua forza soprattutto per i servizi amministrativi.
Ora con il ridimensionamento della sede INAIL il problema si ripropone su di un’altra scala. L’operazione “spending review”, iniziata da Monti, ha aperto il discorso del risparmio attraverso un’ottica di spesa che riguarderà anche il ridimensionamento e la riorganizzazione gli uffici dello Stato. Tutto questo interesserà anche la regione Marche la quale ha già fornito una indicazione, al momento in cui si paventava il ridimensionamento delle province, ovvero la nascita di tre poli regionali, uno a nord comprendente il pesarese, uno centrale comprendente l’anconetano ed uno a sud comprendente il maceratese, il fermano e l’ascolano.
Questo, allora, potrebbe essere il criterio per la collocazione dei servizi dello Stato e l’operazione INAIL, con il passaggio dei carichi di lavoro del fermano a Macerata, per una questione geografica (speriamo), potrebbe essere un pericoloso, per noi, precedente. Intanto perché la questione INAIL rischierebbe di portarsi dietro, nel breve, l’INPS e tutti uffici riguardanti il Ministero del Lavoro. Poi perché dietro questa logica ci sarebbe tutto il resto. Con il risultato che Ascoli Piceno diverrebbe la periferia della periferia di un polo, è vero il più importate delle Marche che farebbe da controaltare allo strapotere del capoluogo regionale (Ancona cosa direbbe se tutto ciò avvenisse?), ma di cui noi saremmo soltanto dei comprimari, dopo esse stati capoluogo di provincia per 150 anni di un territorio di 365.000 abitanti.
Si badi bene: sarebbe davvero inopportuno ora partire con un cannibalismo amministrativo nei confronti del maceratese, con cui ci accomunano senso di rispetto per la loro storia e tradizione, ed in un periodo dove la situazione economica è quella che è si darebbe anche un pessimo messaggio. Ci sarebbe solo la richiesta di salvaguardare il sud delle Marche il quale, per tradizione, storia cultura, rapporti socio economici, ha da sempre una collocazione a parte nel contesto regionale e non può non avere dei riferimenti amministrativi precisi, vista anche la collocazione geografica che la vede più prossima ad Abruzzo, Lazio ed Umbria. Ricordo che il capoluogo più vicino è Teramo che appartiene, amministrativamente parlando, ad un altro mondo.
Ecco perché per il Piceno questa potrebbe essere la prossima richiesta da inoltrare. Visto che indietro non si torna sulle riforme e visto che sui tagli dobbiamo tutti, responsabilmente, concordare, che almeno in regione si costruisca, oltre al polo settentrionale e centrale, anche uno a sud che non veda un forzoso e poco funzionale accorpamento del maceratese con l’ascolano, che avrebbe anche poca logica.
Auspicando che questo territorio, su alcune proposte, non sia rapito dalle colorazioni politiche, da gelosie,dalle prossime scadenze elettorali ma dia dimostrazione di quel senso di appartenenza che spesso è mancato a favore di altre logiche, e punti sul riferimento dell’attuale capoluogo di provincia sulla direzionalità di certi uffici. E su questo credo che tutti possano essere protagonisti.
Diversamente la questione INAIL potrebbe essere la prima di una lunga serie ed i rischio di qualche valigia in mano una ipotesi non tanto remota.

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