Area Vasta 5, assessore Castelli: ''Ecco come stanno le cose. Bando ai campanilismi!''
di Redazione Picenotime
mercoledì 16 febbraio 2022
"In questi primi mesi del 2022 la
strategia del nuovo governo regionale di centro destra per l’area
vasta 5 ha preso corpo e segnato passi importanti nonostante la
pandemia che ha condizionato fortemente la dinamica sanitaria.
Archiviata l’insana e inattuabile operazione dell’ospedale unico
di Spinetoli (che avrebbe decretato la chiusura dei due plessi di
Ascoli e SBT) e designato il nuovo direttore di Area Vasta, la Giunta
regionale ha delineato le proprie linea di azione sia per quanto
riguarda l’edilizia ospedaliera che per quanto riguarda la rete
territoriale". A dichiararlo in una nota ufficiale è
l'assessore regionale al bilancio Guido Castelli. "Sotto il
primo profilo, in piena coerenza con il nostro programma elettorale
che si basava sul principio dell’ospedale di primo livello
strutturato su due plessi, abbiamo deciso di ristrutturare
profondamente l’ospedale “Mazzoni” e di costruire un nuovo
ospedale a San Benedetto del Tronto
Per quanto riguarda invece il
territorio l’opzione è stata quella di individuare 5 case di
comunità, con esplicito rafforzamento dell’area del cratere
(Acquasanta Terme e Comunanza) e due ulteriori ospedali di comunità
nei centri maggiori. Ma non è finita qui. In sanità, le mura sono
molto importanti ma ancora più decisivo è il personale da cui
dipende realmente la qualità dell’offerta di salute. Da questo
punto di vista, l’eredità che abbiamo ricevuto dalla precedente
amministrazione regionale è drammatica - ha aggiunto Castelli -.
Come assessore al bilancio ho calcolato l’importo medio dei fondi
per il personale suddiviso per area vasta. Gli esiti di questa banale
operazione matematica sono assurdi. In area vasta 5, infatti, il
personale subisce un scostamento negativo rispetto alla media Asur
del 13,8 %. Si, avete capito bene: in provincia di Ascoli Piceno gli
operatori del servizio sanitario pubblico sono pagati meno che nel
resto della regione e questa situazione che si protrae da anni ha
generato una forte e legittima “turbolenza” sindacale. La
tensione tra i lavoratori ha raggiunto lo zenit nello scorso mese di
gennaio a causa di innumerevoli pendenze irrisolte. Si era ipotizzato
addirittura un taglio alle buste paga e il rischio di un blocco della
sanità pubblica a causa di circostanze amministrative sedimentatesi
negli anni nell’indifferenza della politica. Grazie alle capacità
tecniche del nuovo direttore Esposito, all’impegno dei sindacati e
al sostegno concreto della regione siamo riusciti a reintegrare le
risorse mancanti e a programmare un percorso di aumento strutturale
dei fondi per gli anni futuri. Non più Cenerentola delle Marche,
avevamo detto e ora finalmente l’area vasta 5 sta uscendo da quella
condizione di inferiorità oggettiva recentemente evidenziata anche
dall’Università di Ancona - ha spiegato ancora Castelli -. La
Politecnica delle Marche, infatti, in uno studio commissionato dalla
Fondazione Carisap sulla base di dati del 2018, 2019 e 2020, ha
evidenziato le profonde debolezze che in materia sanitaria connotano
la nostra provincia. Abbiamo invertito la tendenza e non appena la
pandemia avrà mollato la presa procederemo senza esitazione nel
nostro disegno di rafforzamento di Area Vasta 5. Lavoreremo sulle
reti cliniche, sul potenziamento dei servizi e su un nuovo rapporto
con il privato sanitario. Le strutture private sono chiamate a
svolgere ciò che è utile al sistema pubblico e non ciò che è
semplicemente più redditizio. In questa logica la rete istituzionale
deve mantenersi coesa e compatta. Bando ai campanilismi e agli
avvelenatori di pozzi. Ascoli e San Benedetto non devono comportarsi
come i capponi di Renzo ma cooperare secondo una visione comune è
strategica che parta da un presupposto: l’interesse supremo del
malato che viene prima di tutto".
Lo stesso Castelli ha fatto anche il punto sulla situazione regionale degli appalti pubblici dopo l'incontro avuto con i presidenti degli Ordini provinciali del consulente del lavoro, guidati dalla coordinatrice regionale Carla Capriotti, in vista della definizione di un nuovo protocollo con i professionisti per agevolare l’attività delle stazioni appaltanti del territorio. “Un primo, importante, passo verso una cultura della legalità: tema alla base della programmazione regionale degli appalti pubblici - ha dichiarato Castelli -. Il Codice dei contratti pubblici del 2016 prevede che le imprese indichino, nell’offerta economica, i propri costi della manodopera e gli oneri aziendali relativi alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Le stazioni appaltanti, prima dell’aggiudicazione, devono verificare che il costo del personale non sia inferiore ai minimi salariali indicati nelle tabelle ministeriali. Questa valutazione tecnica è complessa e già, nel 2018, l’amministrazione regionale avviò una collaborazione con le articolazioni territoriali dei Consulenti del lavoro, disciplinata da un protocollo d’intesa biennale ora scaduto”. L’orientamento della Regione Marche è quello di rinnovarlo, rendendolo più rispondente all’operatività delle stazioni appaltanti territoriali che, sempre più spesso, per la verifica dei costi del lavoro, si rivolgono alla Suam (organismo che svolge le gare della Regione e su delega per altri enti). “La pandemia ha interrotto le attività previste dal precedente protocollo, che vanno comunque aggiornate e rese operative, per non aggravare ulteriormente le procedure di gara. Dall’incontro avuto sono venuti utili indicazioni che troveranno spazio nella nuova convenzione in corso di definizione”, assicura Castelli. Si prevede che il coordinamento dei presidenti degli Ordini dei consulenti del lavoro indichi, a rotazione, il professionista disponibile a effettuare le verifiche dei costi del lavoro. Verranno stabilite fasce di compenso sulla base della complessità della gara, mentre le “asseverazioni” (certificazioni) saranno trasmesse in tempio certi. Nel corso dell’incontro, si è valutata anche la possibilità di inserire, come requisito non obbligatorio ma preferenziale per le ditte che partecipano alle gare, l’asseverazione contributiva (Asse.CO.) rilasciata dai consulenti del lavoro. Sul punto verranno condotti ulteriori approfondimenti. Infine i presidenti degli Ordini provinciali organizzeranno, con la Scuola regionale di formazione, ulteriori corsi per insegnare ai Rup (responsabile unico del procedimento) anche degli enti locali la verifica dei costi del personale sulla base della contrattazione nazionale. La convenzione con l’Ordine è prevista dal Piano regionale di semplificazione finanziato con il Pnrr.
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