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di Davide Ciampini
Quattro ragazzi e un obiettivo: donare un sorriso ai bambini meno fortunati. E' la storia di 'Futura', l'associazione che da anni si prodiga nei reparti pediatrici degli ospedali del territorio. Vestiti da supereroi, donano sollievo ai pazienti che, al netto della giovane età, si trovano a fronteggiare la battaglia più difficile: quella per la vita. Un intento nobile, dunque, suffragato da un impegno costante e minuzioso. Numerose sono state infatti le iniziative svolte: dalla raccolta delle uova pasquali, passando per conferenze stampa ed animazioni nelle Rsa. Ed è proprio al presidente, Luca Carboni, che abbiamo chiesto un bilancio rispetto a quanto fatto sinora. Progetti, auspici e tante novità per il futuro. Questo e molto altro tra le righe che seguono.
Quali sono le ragioni che ti hanno portato a fondare 'Futura Aps'?
"Diciamo che non è stata una
folgorazione, bensì un lento metabolizzare quelle che sono da sempre
le mie passioni. Provengo infatti dal mondo del teatro, dove ho avuto
l'occasione di condurre molteplici inziative culturali. Fatto ciò,
ho tentato di declinare questo mio impegno nell'ambito della sfera
sociale. La mia passione per i superereoi nasce sin dall'infanzia,
nella fattispecie verso la figura di Spiderman. Ho pertanto iniziato
la costruzione di un costume, che mi ha permesso di svolgere
queste attività in solitaria. Si trattava segnatamente di iniziative
sporadiche, che si svolgevano prettamente negli ospedali o nei
confronti di bambini in difficoltà. Contestualmente, il mio impegno
ha coinvolto altri ragazzi, divenuti poi un vero e proprio gruppo di
amici. Ci siamo interrogati sul da farsi, chiedendoci come costituire
un'associazione che potesse svolgere le iniziative anzidette. Gli
scopi della stessa sono presto detti: svolgere attività di
crowfunding, proporre eventi di animazione e afferente la cultura.
Poniamo grande attenzione verso questi bambini speciali - è così
che intendiamo chiamarli -, cui cerchiamo di portare sorrisi e
vicinanza. Abbiamo coinvolto altresì le persone appartenenti alla
terza età, cui abbiamo offerto attività di animazione. In questo
caso, però, senza costumi. Infatti, l'idea era quella di svolgere un
reportage, in cui le loro testimonianze potessero essere
protagoniste. Natuarlamente il fine ultimo è quello di donare pace e
gioia a queste persone, ancor più nei contesti dove regna lo
scoramento e la disillusione".
Numerose sono state le inizative svolte sul territorio nell'ultimo periodo. Tra queste ricordiamo la raccolta di uova pasquali: qual è il bilancio di quanto fatto sinora?
"L'iniziativa testè menzionata è stata particolarmente proficua, tanto che quest'anno ha raggiunto la sua terza edizione. Una terza edizione che ci ha permesso di raccogliere oltre 180 uova, che sono state poi consegnate nei reparti pediatrici del territorio. Un grande risultato, dunque, che testimonia quanto la popolazione sia sensibilizzata rispetto al tema. Le iniziative si sono naturalmente moltiplicate, nella fattispecie con una raccolta fondi atta a realizzare nuovi costumi. Grazie a questo, siamo riusciti a creare Elsa, la protagonista di 'Frozen'. Rivolgo duque i miei ringraziamenti alle diverse realtà territoriali, cui va i merito di averci sostenuto in tutto questo. Quanto al futuro, abbiamo in cantiere nuove progettualità: penso, ad esempio, alla possibilità di estendere le nostre attività in altri ospedali. Ciò potrà essere fatto, ma ad una condizione: ampliando i volontari ed i personaggi".
Hai citato più volte la vostra visite nei reparti pediatrici: quali sono le sensazioni che ti hanno lasciato queste esperienze?
"Si tratta di un'esperienza unica, che viene rinnovata ogni volta che vi facciamo visita. Personalmente mi hanno lasciato molto su cui riflettere. Si trattano invero di incontri dal forte impatto emotivo, che segnano nel profondo. Con alcuni di loro siamo rimasti amici, pertanto cerchiamo di sentirci anche in via telematica. Noi miriamo a creare momenti di legegrezza, al netto delle sfide così ardue che si trovano a fronteggiare. Non dimentico naturalmente il dolore dei genitori, che, a differenza dei loro figli, sono ben consapevoli della siuazione in cui versano. A loro portiamo il nostro conforto: ridendo, scherzando, stando in silenzio, accogliendo così il loro dolore. Non sempre è necessario dare una chiave ludica a queste iniziative: spesso, infatti, è sufficiente una presenza".
C'è un ringraziamento che senti di fare?
"Innanzitutto, mi sento di
ringraziare i miei collaboratori: dal primo all'ultimo. Senza di loro
sarei sì il ragazzo pieno di iniziative, ma che non riesce a
renderle tangibili. Il loro impegno è fondamentale, spesso anche più
prezioso del mio che sono presidente. Ringrazio altresì le persone
che, nel corso degli anni, ci hanno sostenuto: aiutandoci, suggerendo
idee, facendo donazioni. E' un ringraziamento che esula dal discorso
materiale e che riguarda piuttosto la sensibilità dimostrataci. La
gentilezza, specie di questi tempi, è cosa assai rara. Mi auguro
pertanto che questo rapporto si possa rinsaldare nel tempo".
autore Davide Ciampini****