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Arquata del Tronto, tanti rappresentanti delle istituzioni alla funzione religiosa per il 5° anniversario del sisma

di Redazione Picenotime

martedì 24 agosto 2021

Continuano le celebrazioni ad Arquata del Tronto a cinque anni esatti dalla terribile scossa di terremoto che seminò morte e distruzione. Alle ore 18:30, presso l'area Sae di Pescara del Tronto, si è tenuta la Santa Messa celebrata da Monsignor Domenico Pompili, vescovo di Rieti ed amministratore apostolico di Ascoli Piceno. Tanti i rappresentanti delle istituzioni che hanno partecipato alla funzione religiosa nonostante le pessime condizioni meteo, a partire dal commissario straordinario per la ricostruzione Giovanni Legnini. Presenti anche il capo del Dipartimento di Protezione Civile Fabrizio Curcio, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, l'assessore regionale alla ricostruzione Guido Castelli, il noto imprenditore Diego Della Valle ed il vicesindaco facente funzioni di Arquata del Tronto Michele Franchi.

"Questo è uno dei luoghi simbolo del sisma del 2016 che ha colpito e ferito tutte le Marche - ha dichiarato il governatore Francesco Acquaroli -. Come Regione siamo vicini ad Arquata ed a tutto il cratere sismico. Stiamo cercando di mettere in atto tutti gli interventi possibili coordinandoci nella filiera istituzionale. Dobbiamo riuscire a tradurre le opportunità in fatti concreti. A Settembre, ad uno anno dal nostro insediamento, tireremo le prime somme e conclusioni sulla ricostruzione, sia pubblica che privata". 

“La ricostruzione – ha aggiunto Guido Castelli – è una delle tre grandi priorità della Giunta Acquaroli e dopo cinque anni le notizie sono positive e non sono solo lacrime e rabbia. Ora dobbiamo garantire che il buon ritmo impresso alla ricostruzione non conosca flessioni. Tre i temi che, in questo senso, vanno affrontati e risolti. L’aumento dei prezzi dei materiali, la disponibilità di un numero congruo di imprese per l’effettuazione dei lavori e, da ultimo, la ricostruzione pubblica che necessita di maggiore slancio. Stiamo lavorando alacremente su questi temi”.

OMELIA DI S.ECC.ZA MONS DOMENICO POMPILI NEL V ANNIVERSARIO DEL TERREMOTO

“L’angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto e mi mostrò la città santa, Gerusalemme”. L’Apocalisse non indugia su toni catastrofistici, ma concentra la sua attenzione su una città che annuncia il superamento del mondo attuale. Gerusalemme che scenda dal cielo diventa così il simbolo di un mondo nuovo e allontana lo sguardo su un mondo vecchio e ormai anacronistico.

A 5 anni dal terremoto si comincia finalmente ad intuire che la ricostruzione - dopo ritardi ed incertezze - è finalmente avviata.ma non basta ricostruire il vecchio mondo. Bisogna costruirne uno nuovo. Non basta, cioè, riprodurre le forme del passato, all’insegna “del dov’era e come era”, ma immaginare un mondo nuovo che disegni un nuovo rapporto tra uomo e ambiente. Non si tratta di un attacco di nostalgia per la dimensione bucolica, ma di un progetto di investimento economico e di sviluppo demografico. In particolare, il mondo nuovo che va creato riguarda un diverso rapporto tra città e montagna. C’è, infatti, un enorme “debito” - penso all’acqua potabile, all’aria pulita, al cibo di qualità, al legno degli arredi - che va onorato per andare verso quella transizione ecologica da tanti auspicata e da pochi realmente cercata.

Non si tratta di ricreare nuovi presepi, ma centri arrivi a presidio di un territorio attrattivo per natura.

A proposito di autenticità, Gesù elogia Bartolomeo che è un ebreo integro e non un ipocrita. Vorrei con altrettanta franchezza far emergere una proposta concreta che è condivisa da tanti e attesa da tanto. Sono infatti convinto che il ponte più urgente da costruire si chiama l’Italia centrale, come confermato di recente da Bankitalia il ritardo di questa parte del Paese è legata alla arretratezza delle sue infrastrutture. Perche’ non pensare allora a quella “Ferrovia dei due Mari” di cui si favoleggia dalla fine dell’Ottocento? Tenere distanti due mari per qualche centinaia di chilometri è una imperdonabile leggerezza. Per qualcuno sembra una utopia, ma come in una celebre canzone “chi ci ha già rinunciato forse è ancora più pazzo di te” (E. Bennato).

Scrive infatti un poeta contemporaneo: “I paesi italiani non sono mai stati tanto interessanti. E i paesi che hanno subito terremoti lo sono ancora di più. Questa diserzione dai paesi è una delle illustrazioni più efficaci dell’idiozia contemporanea. Solo un mondo poco immaginativo e in fondo rassegnato può permettersi il lusso di non vedere che tesoro stiamo sprecando, quante incredibili risorse contiene un paese” (F. Arminio).




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