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di Redazione Picenotime
No al cibo sintetico. L'amministrazione comunale durante il consiglio dello scorso 26 gennaio ha votato all'unanimità la mozione presentata dal gruppo FdI Ascoli a firma dei consiglieri Francesca Pantaloni, Marika Ascarini, Daniella Massi Stella e Vincecnzo Mancini. ''A seguito dell'emanazione del decreto legislativo da parte del Governo si chiedeva anche al sindaco di prendere posizione sul discorso legato ai cibi sintetici – spiega la consigliere Pantaloni -. Ci premeva soprattutto sottolineare il discorso legato alla salute e delle conseguenze negative per essa. Oltre all'impatto che ciò potrebbe avere sull'ambiente. Aumenterebbe anche il rischio di andare a distruggere la filiera e le nostre eccellenze. Siamo soddisfatti del lavoro fatto. La mozione è stata discussa e votata positivamente da tutti all'unanimità. Stiamo già pensando a delle iniziative contro gli sprechi e gli eccessi di cibo. Dobbiamo cercare di mettere mano su questo aspetto''.
La petizione promossa da Coldiretti così è stata subito recepita dall'Arengo per ribadire il totale dissenso alla possibilità di alimenti prodotti in bioreattori. Scenario che andrebbe a creare non pochi problemi anche nei confronti di eccellenze e specialità tradizionali italiane e del Piceno.
''Il cibo sintetico limita la libertà dei consumatori e omologa le scelte sul cibo favorendo gli interessi di pochi operatori – si legge nella mozione -, monopolizzando così l'offerta di cibo nel mondo e spezzando il legame che unisce cibo e natura. La diffusione di questi cibi sintetizzati in laboratorio inoltre non garantise la tutela della salute in quanto non vi sono conferme circa la sicurezza dei prodotti chimici impiegati per la sua coltura, sollevando profili di rischio per il consumo alimentare e che l'esperienza maturata. Il nustriscore è un sistema di etichettatura dei prodotti alimentari sviluppato e promosso dalle autorità francesi per un'adozione a livello europeo nell'ambito del programma di sviluppo comunitario farm to fork''.
Ecco quindi che ''il nutriscore rappresenta uno strumento fuorviante rispetto agli obiettivi che si pone, in quanto va a sanzionare immeritatamente prodotti ad alto livello qualitativo e di genuinità quali quelli tipici della dieta mediterranea e della tradizione agroalimentare italiana''.
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