Coronavirus, buco da 25 miliardi di euro senza turismo straniero in Italia
di Redazione Picenotime
venerdì 12 febbraio 2021
L’emergenza Covid è costata complessivamente 25 miliardi di mancati introiti al turismo solo per il drammatico calo di viaggiatori stranieri nel 2020. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dei dati di Bankitalia sul turismo internazionale nei primi undici mesi del 2020 che incide pesantemente sul calo del Pil secondo la Commissione Ue che ritiene peraltro che “il turismo si riprenderà più lentamente, dato che i turisti, specie quelli di altri continenti, si prevede che ritornino solo gradualmente, con il diminuire dell’incertezza”.
Si è verificato – sottolinea la Coldiretti – un calo del 59 % della spesa dei viaggiatori stranieri in Italia che è risultata pari a quasi 17 miliardi di euro per un totale di 37,6 milioni di turisti nel periodo considerato. Si tratta di un vuoto pesante che grava sul sistema turistico nazionale per le mancate spese nell’alloggio, nell’alimentazione, nei trasporti, divertimenti, shopping e souvenir secondo l’analisi della Coldiretti. Il cibo – precisa la Coldiretti – diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche. Ad essere colpite sono state soprattutto le città d’arte che sono le storiche mete del turismo dall’estero con trattorie, ristoranti e bar praticamente vuoti ma in difficoltà anche gli agriturismi dove gli stranieri in alcune regioni rappresentavano tradizionalmente oltre la metà degli ospiti nelle campagne
A pesare sono anche gli effetti dello stop al turismo invernale non solo sulle piste da sci ma – precisa la Coldiretti – sull’intero indotto delle vacanze in montagna, dall’attività dei rifugi alle malghe con la produzione dei pregiati formaggi. Proprio dal lavoro della stagione invernale dipende buona parte della sopravvivenza delle strutture agricole che con le attività di allevamento e coltivazione – continua la Coldiretti – svolgono un ruolo fondamentale per il presidio del territorio contro il dissesto idrogeologico, l’abbandono e lo spopolamento. Una debole speranza viene dal via libera allo sci al 15 febbraio proposto dal Comitato tecnico scientifico per la riapertura degli impianti sciistici attesa da 3,5 mln di italiani che ritengono prioritario far ripartire la stagione sulla neve, anche solo per le poche settimane rimanenti prima dell’arrivo della primavera, secondo l’indagine Coldiretti-Ixe’.
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