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Coldiretti: a San Benedetto del Tronto già centinaia di pescatori in rivolta contro nuove politiche Unione Europea

di Redazione Picenotime

venerdì 14 luglio 2023

Sono già centinaia i pescatori giunti al porto di San Benedetto del Tronto, uno dei più importanti scali pescherecci italiani, per protestare contro le nuove politiche Ue che vogliono vietare la pesca a strascico e tagliare le aree di pesca, favorendo le importazioni dall’estero più pericolose per la salute come dimostra la black list apparecchiata da Coldiretti Impresapesca per l’occasione sulla base degli allarmi alimentari scattati nell’ultimo anno. Sul molo, mentre le imbarcazioni rumoreggiano con le sirene, i cuochi pescatori sono al lavoro per preparare i più noti piatti di pesce delle diverse regioni, dal brodetto alla frittura di paranza che rischiano di sparire dalle tavole a causa delle norme europee. E’ atteso l’arrivo del Ministro dell’agricoltura e la sovranità alimentare Francesco Lollobrigidadel presidente della Coldiretti Ettore Prandini con la presentazione del Report Coldiretti Impresapesca “Pesce italiano addio, i rischi delle importazioni” sulla base delle elaborazioni del sistema di allerta Rapido (Rassf) sui pericoli per la salute a tavola. Sulle barche sono stati issati striscioni e cartelli di protesta: “l’Europa uccide la pesca italiana”, “meno pesca più importazioni”, “pesce sintetico? no grazie”, “senza pesce dieta mediterranea addio”.




Le nuove norme Ue sulla pesca fanno sparire dalle tavole un pesce italiano su tre, con il divieto della pesca strascico che va a colpire il settore più produttivo della Flotta Italia, aprendo la strada a una vera e propria invasione di prodotto dall’estero ma anche cancellando dai menu i piatti più noti. Il piano d’azione presentato dal Commissario europeo alla Pesca e all’Ambiente Virginijus Sinkevicius, con l’obiettivo di essere presto tradotto in una direttiva o in un regolamento vincolanti per gli Stati membri, va a penalizzare gravemente – spiega Coldiretti Impresapesca - le marinerie tricolori e gli stessi consumi di pesce, uno dei prodotti cardine della Dieta mediterranea.
Sul molo di San Benedetto del Tronto è stata così allestita una grande tavola con i piatti preparati dai cuochi pescatori a cui si dovrà dire addio se passeranno le proposte Ue di riassetto del settore che limiteranno considerevolmente la disponibilità di molti prodotti sino ad oggi presenti nei menu. Sono a rischio piatti tipici della tradizione nazionale - sottolinea Coldiretti Impresapesca - dal brodetto con pesci di pesca d'altura (tracina, scorfano, calamaro, palombo, razza), frittura di paranza (calamari, triglie, naselli, sogliole, gamberi), moscardini lessi con le patate, calamari ripieni con interiora al forno e brodo di gallinella o torpedine con stracciatella o seppie ripiene al forno.
Assieme a loro, sono quasi tremila i pescherecci italiani che saranno “affondati” – sottolinea Coldiretti Impresapesca - dalle nuove linee europee che prevedono la scomparsa del sistema a strascico, il quale appresenta in termini di produzione ben il 35% del pescato nazionale, operando di media non più di 130 giorni all’anno, secondo l’analisi di Coldiretti Impresapesca. Ma le nuove linee prevedono anche la restrizione delle aree di pesca con tagli fino al 30% di quelle attuali, con scadenze ravvicinate nel 2024, 2027 per concludersi nel 2030, con un impatto devastante sull’economia sull’occupazione e sui consumi.
Scelte che sono il frutto di un estremismo ambientalista lontano dalla logica e che non tiene conto, peraltro di quanto già promosso dalla stessa Unione Europea sul fronte della tutela degli stock, con le norme di contenimento dello sforzo di pesca nel Mediterraneo, in particolare per Adriatico e West-Med, avviate nel 2019 e seguite dai pescherecci italiani, che, a detta della stessa Commissione, cominciano a dare risultati positivi sulla conservazione delle risorse ittiche. Un risultato raggiunto grazie ai sacrifici delle marinerie italiane – ricorda Coldiretti Impresapesca - che vengono ora di fatto cancellati, mentre le stesse regole non vengono seguite dai pescherecci dei Paesi extraUe che si affacciano sul Mediterraneo, liberi di fatto di pescare anche più di prima approfittando delle restrizioni a cui sono obbligate quelle nazionali.
L’eliminazione della pesca a strascico significa per l’Italia – calcola Coldiretti Impresapesca – aggraverà ulteriormente una situazione che nel 2022 ha visto arrivare in supermercati e ristoranti del nostro Paese oltre 1 miliardo di chili di prodotto straniero tra fresco e trasformato, pronto spesso per essere servito come tricolore.
Alle importazioni selvagge e alle scelte Ue si sommano anche gli effetti combinati del surriscaldamento, dei cambiamenti climatici e di una burocrazia comunitaria sempre più asfissiante, con il risultato – spiega Coldiretti Impresapesca – che nello spazio di un trentennio sono già scomparsi il 33% delle imprese e ben 18.000 posti di lavoro, con la flotta ridotta ad appena 12mila unità.
E intanto bussa già alla porta il pesce in provetta dove l’ultima deriva arriva dalla Germania con i primi bastoncini di sostanza ittica coltivati in vitro senza aver mai neppure visto il mare, mentre negli Usa con un’abile strategia di marketing si stanno buttando sul sushi in provetta. La società tedesca Bluu Seafood impegnata nel progetto – spiega Coldiretti Impresapesca – promette di ricreare in laboratorio la carne di salmone atlantico, trota iridea e carpa partendo da cellule coltivate e arricchite di proteine vegetali.
Un business non indifferente se si considera che a livello globale – conclude Coldiretti Impresapesca – ogni persona consuma oltre 20 chili di pesce vero all’anno, mentre gli italiani ne mangiano circa 28 chili pro capite, sopra la media europea che è di 25 kg.


In Italia è scattato ben più di un allarme alimentare alla settimana sul pesce straniero per un totale di ben 63 notifiche che rappresentano ben l’86% di tutte quelle relative ai prodotti ittici consumati sul territorio nazionale durante l’anno. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base delle elaborazioni del Sistema di allerta rapido (Rassf) nel 2022 diffusa al porto di San Benedetto del Tronto, uno dei più importanti scali pescherecci italiani, dove il Villaggio contadino apre con la clamorosa protesta dei pescatori insieme al Ministro per le politiche agricole e la sovranità alimentare Francesco Lollobrigida e al presidente della Coldiretti

Ettore Prandini.

Sul molo è stata allestita una tavola con la top ten dei pesci stranieri più pericolosi, a conferma che il consumo di prodotto nostrano offre maggiori garanzie per la salute. I pericoli maggiori sulle tavole degli italiani sono infatti venuti nell’ordine – sottolinea la Coldiretti - dal pesce spada spagnolo per l’alto contenuto di mercurio, seguiti dalle ostriche francesi dove è stata riscontrata la presenza di norovirus. Al terzo le cozze ancora dalla Spagna – continua Coldiretti - dove sono stati trovati escherichia

coli e salmonella. Attenzione anche al pesce spada affumicato spagnolo, fermato per la presenza di Listeria, così come il salmone affumicato della Danimarca. Seguono il polpo dall’India, con residui di cadmio, le orate dalla Tunisia, il pesce spada dallo Sri Lanka, con eccesso di mercurio, le vongole spagnole per norovirus e lo sgombro

ancora iberico per Anisakis. In caso di allarme alimentare le maggiori preoccupazioni sono proprio determinate dalla difficoltà di rintracciare rapidamente i prodotti a

rischio per toglierli dal commercio generando un calo di fiducia che provoca il taglio generalizzato dei consumi e che spesso ha messo in difficoltà ingiustamente interi comparti economici, con la perdita di posti di lavoro.

 E’ necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare la "necessità di tutelare la pesca nazionale in un Paese come l’Italia che ha 7500 chilometri di coste che offrono un patrimonio alimentare unico per qualità e sicurezza”.

 

 LA BLACK LIST DEI PESCI PIU’ PERICOLOSI A TAVOLA

 PRODOTTI ITTICI

PROVENIENZA

PERICOLO

1

Pesce spada

Spagna

Mercurio

2

Ostriche

Francia

Norovirus

3

Cozze

Spagna

Escherichia coli - Salmonella

4

Pesce spada affumicato

Spagna

Listeria

5

Salmone affumicato

Danimarca

Listeria

6

Polpo

India

Cadmio

7

Orata

Tunisia

Mercurio

8

Pesce spada

Sri Lanka

Mercurio

9

Vongole

Spagna

Norovirus

10

Sgombro

Spagna

Anisakis

Fonte: elaborazioni Coldiretti su dati Rasff

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