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Nelle Marche scendono infortuni sul lavoro nel 2023. Resta comunque anno da dimenticare per costruzioni e manifatturiero

di Redazione Picenotime

venerdì 02 febbraio 2024

Diminuiscono nel 2023 gli infortuni sul lavoro denunciati nelle Marche. È quanto emerge dai dati annuali diffusi dall’INAIL ed elaborati dall’IRES CGIL Marche.

Nel 2023 sono stati denunciati 16.918 infortuni, 1.858 in meno rispetto al 2022 (-9,9%). Nella regione, tuttavia, si registra un calo più contenuto rispetto a quello osservato a livello nazionale (-16,1%). La riduzione complessiva rilevata nella regione è ascrivibile al calo degli infortuni in occasione di lavoro che diminuiscono del 13% (-2.113), mentre gli infortuni in itinere osservano un aumento del 10,1%.

Il 2023 resta comunque un anno da dimenticare per costruzioni (+6,7%) e manifatturiero (+2,7%), in particolare gomma e plastica (+12,1%) e cioè i settori dove si registra una forte crescita degli infortuni, rispetto allo stesso periodo 2022, colpendo soprattutto gli extracomunitari con un +10,6%. Anche i giovani fino a 19 anni sono tra i più colpiti con un + 15,8%. Sono questi alcuni dei dati Inail più significativi, elaborati dall’Ires Cgil Marche. Nel 2023, si sono registrati 16.918 infortuni di cu 28 mortali, nel 2022 sono stati 18.776 di cui 36 mortali. Un altro dato importante riguarda le malattie professioni che, in dieci anni, aumentano del 104%.

Tutto questo dimostra che gli infortuni sul lavoro sono una patologia sociale su cui è necessario mantenere alta l’attenzione con strategie e azioni concrete – dichiara Loredana Longhin, segretaria regionale Cgil Marche -. I dati ci dicono che gli infortuni nel periodo gennaio – dicembre 2023 sono in lieve diminuzione (– 9,9%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Una diminuzione, comunque, minore rispetto al dato nazionale che è del – 16,1%. Per quanto riguarda il genere, c’è una diminuzione che riguarda di più le donne - 20,3% che gli uomini con - 3,1%”.




Per quel che riguarda l’età, fa notare Longhin,“il calo maggiore si riscontra nella fascia di età tra i 40 – 49 anni. Ma vi è un aumento degli infortuni tra i giovani fino a 19 anni. La spiegazione è facile: si tratta di lavoratori per lo più assunti con contratti precari, e di breve durata, che non vengono formati adeguatamente, e pertanto più esposti ai rischi di incorrere in infortuni”.

Un altro dato importante riguarda il fatto “che i lavoratori extra – comunitari sono coloro che s’infortunano di più con un aumento del 10,6% perché sono quelli che svolgono i lavori più pericolosi e pesanti”.

In merito agli infortuni mortali, c’è un calo del -22,2%, solo perché diminuiscono quelli in occasione di lavoro con il mezzo di trasporto mentre rimangono invariati quelli accaduti senza mezzi di trasporto. Gli infortuni in itinere crescono di un’unità. Un altro dato da prendere in considerazione è l’aumento delle malattie professionali, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in particolare delle malattie dell’orecchio e ipofisi - mastoide, seguite da quelle per tumore.

Questo aumento – conclude la segretaria - è legato da un lato alla maggiore consapevolezza dei lavoratori rispetto alla propria salute ma dall’altro anche ai ritmi sempre più frenetici del lavoro. Ciò che non va sottovalutato è che spesso queste malattie si trasformano in morti. Garantire la sicurezza sul lavoro è un obiettivo che , come sindacato, vogliamo rendere più vicino per ridare al lavoro la dignità che merita”.

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