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Asculum Festival, Roberta Bruzzone fa sold out: "Uscire da una relazione tossica è possibile. Ecco come fare"

di Davide Ciampini

Roberta Bruzzone

Roberta Bruzzone

Roberta Bruzzone

Ogni giorno l'essere umano si trova a relazionarsi con altri individui: nel lavoro, in amicizia, in amore. I rapporti interpersonali rappresentano il nutrimento essenziale per la vita di ciascun soggetto, prerogativa per essere inseriti nella società. Nondimeno, è cosa assai comune incappare in una 'relazione tossica'. Una relazione che non nutre, non fa fiorire l'individuo ma che, giorno per giorno, lo circuisce e lo depriva della sua gioia di vivere.

E' questo l'antefatto su cui si è svolto 'Relazioni malevole, anatomia di un inganno', lo spettacolo teatrale della Dott.ssa Roberta Bruzzone. Svoltosi presso il Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno nell'ambito dell'Asculum Festival, ha attirato a sé una folta affluenza di pubblico, in una dissertazione dirimente rispetto ad un tema di scottante attualità.

Raggiunta dai nostri microfoni, la nota criminologa ha voluto fare il punto della situazione. Queste le sue parole:

Con l'accrescersi di fenomeni quali la violenza di genere e il femminicidio, si è acceso un faro rispetto alle relazioni malsane: come si può definire una 'relazione tossica'?

"E' una relazione sostanzialmente sbilanciata; essa nasce con l'inganno, si basa su presupposti illusori e, in maniera progressiva, svilisce, umilia e impoverisce chi è oggetto di questo tipo di relazione. Si tratta dunque di un terreno pericoloso, che può segnare in maniera profonda il funzionamento di una persona. Tali relazioni sono assai diffuse, specialmente oggi. Non solo nell'affettività, ma anche in altri ambiti. Questa sera cerco proprio di scardinare il meccanismo, indicando in maniera precisa tutti gli 'ingredienti' che si scatenano di volta in volta, soprattutto nella fase iniziale: quella dell'incantesimo meraviglioso. Si tratta della fase più pericolosa, in quanto chiunque può esserne agganciato".

Come possiamo riconoscere se siamo invischiati in una dinamica simile e come, eventualmente, uscirne?

"Una relazione tossica si riconosce divenendo consapevoli di quali sono gli ingredienti alla base. Una relazione tossica è per sua stessa natura asimmetrica: c'è un soggetto che ha dei bisogni e un altro che, a tutti i costi, quei bisogni li deve soddisfare. Tuttavia, se fossimo capaci di guardare con attenzione, si tratterebbero di relazioni piuttosto riconoscibili. Esse sono infatti fonte di malessere, angoscia e paura: la persona non è più libera di parlare, di manifestare finanche i suoi bisogni più banali. Ci si accorge quindi di qualcosa che non va, ma si tende a tollerare quella condizione nella speranza che il soggetto torni quella meraviglia che era inizialmente. Una condizione che in realtà non era mai esistita, in quanto si trattava di un copione. Dal punto di vista legale dipende quanto essa sfoci in comportamenti penalmente rilevanti: non è detto che ciascuna relazione tossica diventi necessariamente uno scenario di maltrattamento. Indubbiamente molte di esse sono caratterizzate da una violenza psicologica, tuttavia il nostro ordinamento - pur riconoscendole come tali - fa un pò fatica a recepire".

Un appello a chi ne è vittima?

"Partiamo dal presupposto che se ne possa uscire, a patto però che si affronti quello che è il percorso di uscita. Un percorso che non può prescindere dall'astinenza, una condizione che fa stare necessariamente male e che investe su più piani il funzionamento della persona. E che in qualche modo, almeno inizialmente,  fa sprofondare in un abisso di angoscia. Bisogna dunque imparare a tollerare quel dolore, quella sofferenza: accoglierla è un segnale costruttivo, perchè vuol dire che la mente - in questo caso del manipolato - sta cominciando ad espellere la tossina. Naturalmente ci vuole però un pò di tempo, cercando di farsi aiutare da persone che sono in grado di farlo, e questo può non essere semplice".

 

 

autore Davide Ciampini****

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