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Referendum 8 e 9 Giugno, niente da fare per il raggiungimento del quorum. I dati del Piceno

di Davide Ciampini

Cala il sipario sul referendum abrogativo dell'8 e 9 Giugno. Un referendum che ha sollecitato gli italiani a pronunciarsi in materia di diritti sul lavoro e la legge sulla cittadinanza per stranieri del 1992. Gli exit poll non hanno lasciato spazio a dubbi circa il pensiero dei cittadini, riducendo a chimera l'agognato obbiettivo del quorum. Infatti, sono stati il 30 % degli aventi diritto a recarsi alle urne, quota assai minore rispetto all'atteso 50 % più uno. Nelle Marche, l'affluenza si è attestata al 32,70 %, due punti sopra rispetto alla media nazionale, con Ancona (35,99 %) a fare da capofila, seguita da Pesaro e Urbino (32,48 %), Fermo (31,37 %) e Macerata (30 %). Nel Piceno si è registrata una percentuale di votanti del 30,70 %, ma che ha restituito uno spaccato assai variegato delle piccole cittadine. Se Castorano ha fatto registrare il picco di affluenza con il 38, 80 %, Montemonaco chiude la tornata elettorale con un risicato 20 %. Castel di Lama risponde 'presente' (33,71 %), così come Force (37,50 % ) e Colli del Tronto (34,47 %); nel merito della zona rivierasca, San Benedetto del Tronto si attesta al 30,45 %; seguita da Grottammare (30,90 %) e Cupra Marittima (31,84 %). Di particolare rilievo è stato invece il voto dei cittadini in materia dei quesiti referendari, cinque per l'occasione. Il primo, di colore verde, verteva sul Jobs act approvato nel 2015. Dal giorno della sua entrata in vigore, il provvedimento ha limitato la possibilità di reintegro dei lavoratori licenziati per ingiusta causa. Allo stato attuale, tale situazione viene risarcita solo - ed esclusivamernte - mediante un indennizzo economico (30,75 %, ndr.). Il secondo, contenuto nella scheda arancione, riguardava segnatamente le aziende con meno di 15 dipendenti, ventilando così il superamento del tettto dei risarcimenti per i lavoratori licenziati per ingiusta causa (30,74 %, ndr.). Limitare l'uso dei contratti a termine. Questo lo scopo del terzo quesito, contenuto all'interno della scheda grigia. Il datore di lavoro avrebbe quindi dovuto specificare, nell'ambito di un'assunzione, le ragioni di un contratto a tempo determinato (30,75 %, ndr.). Sicurezza, specie per i lavoratori negli appalti. Il quarto questito - scheda rossa - postulava la necessità di attribuire, nell'ambito di un possibile infortunio, le responsabilità solidali al committente (30,75 %, ndr.). Lieve flessione per quanto attiene il quinto quesito sulla cittadinanza. Contenuto nella scheda gialla, mirava a dimezzare i tempi per la richiesta di cittadinanza da parte dei cittadini stranieri. Allo stato attuale, è infatti necessario un periodo minimo di residenza di almeno dieci anni per accedere al siffatto dirtitto (30,73 %, ndr.).


Exit Poll provincia di Ascoli Piceno

Ascoli Piceno: 31,88 %

Acquasanta Terme: 24,24 %

Acquaviva Picena: 28,98 %

Appignano del Tronto: 28,03 %

Arquata del Tronto: 25,58 %

Carassai: 24,78 %

Castel di Lama: 33,71 %

Castignano: 25,40 %

Castorano: 38,82 %

Colli del Tronto: 34,47 %

Comunanza: 26,87 %

Cossignano: 31,26 %

Cupra Marittima: 25,70 %

Folignano: 31,84 %

Force: 37,50 %

Grottammare: 30,90 %

Maltignano: 33,52 %

Massignano: 27,08 %

Monsampolo del Tronto: 32,35 %

Montalto delle Marche: 25,42 %

Montedinove: 29,27 %

Montedifiore: 24,51 %

Montegallo: 25,22 %

Montemonaco: 20,68 %

Monteprandone: 30,22 %

Offida: 37,20 %

Palmiano: 36,96 %

Ripatransone: 27,99 %

Roccafluvione: 27,24 %

Rotella: 26,72 %

San Benedetto del Tronto: 30,45 %

Spinetoli: 32,58 %

Venarotta: 22, 6%



Barbara Nicolai
, segretaria generale della Cgil Ascoli Piceno, commenta: “Sono arrivati nella giornata di ieri i risultati dei Referendum su lavoro e cittadinanza. Come Cgil avevamo proposto i primi quattro, contro la precarietà, i licenziamenti illegittimi e per la sicurezza sul lavoro. I risultati nazionali hanno determinato che non si sia raggiunto il quorum. Un risultato di cui ovviamente siamo rammaricati, perché quello era il nostro obiettivo: il cambiamento reale delle condizioni di vita e di lavoro delle persone, e non siamo purtroppo riusciti a raggiungerlo. Tuttavia, ci sembra d’obbligo fare alcune considerazioni che riguardano il nostro territorio. Nella Provincia di Ascoli Piceno l’affluenza si è chiusa al 30,75%, di poco sopra la media nazionale, con picchi in paesi come Castorano o Force, e una affluenza più alta della media in tantissime zone, compresa Ascoli città. Il risultato complessivo è che si sono recati alle urne 50 mila cittadini della nostra Provincia. Un dato che, al di là di ogni altra considerazione, ci riempie di un grande orgoglio e ci carica di una straordinaria responsabilità. Non abbiamo nulla da festeggiare perché il quorum non è stato raggiunto, ma non è serio sottovalutare un dato di questa portata, per di più in una provincia che vive fortissima la difficoltà dell’astensionismo. Ripartiamo da 50 mila. E se non stati sufficienti, sono sicuramente comunque tantissime persone, che si sono recate alle urne. La Provincia di Ascoli vive delle difficoltà strutturali nel mondo del lavoro, una precarietà che riguarda tantissime persone, mancanza di occupazione di qualità, salari bassi e lo si è visto con chiarezza in questi mesi di campagna referendaria. Le persone hanno scelto di votare anche se molte istituzioni e le forze politiche di governo a livello nazionale, regionale e anche in molti territori, le avevano in maniera irresponsabile invitate ad astenersi. E da questo punto di vista il dato di Ascoli città è emblematico. Nonostante tutto, le persone hanno votato, e lo hanno fatto perché le loro condizioni di lavoro sono difficili, e la realtà è ben diversa dalle favole che chi ci governa racconta. E le persone, al di là delle preferenze politiche che esprimono, questo lo sanno bene. Noi non ci fermeremo. Perché ancora di più nella provincia di Ascoli c’è bisogno di riaffermare un lavoro stabile, sicuro e tutelato. Non ce l’abbiamo fatta per via referendaria oggi, ma abbiamo riportato l’intero Paese a discutere di queste necessità che chi lavora quotidianamente vive ed avverte. Noi abbiamo dato tutto e ripartiamo da 50 mila persone che hanno appoggiato le nostre lotte, e ripartiamo in questa Provincia da un dato che è sopra la media nazionale. In conclusione dobbiamo un ringraziamento sentito a tutte quelle persone che si sono spese in questa campagna, della CGIL, delle associazioni, del civismo e dei partiti, perché è stato un viaggio bellissimo, e un lavoro di cui essere orgogliosi". 




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autore Davide Ciampini****

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