''Centri Commerciali Naturali'': dalla Regione Marche 1,3 milioni di euro per i piccoli borghi
di Redazione Picenotime
martedì 20 luglio 2021
La Regione Marche crede nei ‘Centri Commerciali Naturali’, aggregazioni di piccoli operatori commerciali dei piccoli centri storici marchigiani che, mediante forme societarie come consorzi o cooperative, adottano politiche di sviluppo comuni.
Al centro i progetti realizzati in sinergia da Comuni, privati e associazioni, dedicati a creare una microeconomia sfruttando tanti elementi: dall’arredo urbano ai servizi comuni, dalla fidelity card a tutta una serie di servizi per costituire una valida alternativa ai centri commerciali classici delle città. Sono stati ventuno i progetti quelli presentati con ben 206 piccole e medie imprese coinvolte, per lo più commerciali, legate all’artigianato artistico di qualità. Per ognuno un contributo in conto capitale pari al 50% del costo del progetto integrato e comunque non superiore a 70mila euro, perla realizzazione di progetti relativi alla riqualificazione e alla valorizzazione commerciale di aree, vie o piazze, con particolare riguardo ai centri storici o minori e privilegiando l’attivazione da parte dei giovani di nuovi esercizi commerciali.
“Un territorio dotato di bellezza, cultura e arte come quello marchigiano non può che ripartire da queste ricchezze per rilanciare il proprio commercio – spiega l’assessore al bilancio e alla ricostruzione Guido Castelli -. Per questo crediamo fortemente in un nuovo modello organizzativo, fondato sul ‘fare sistema’ e sulla consapevolezza che solo una gestione integrata dell’offerta può tutelare l’identità degli esercizi di piccola e media dimensione, garantendo loro reali possibilità di successo nella competizione con le altre tipologie distributive. Una ricetta che si rivela necessaria soprattutto nei piccoli borghi colpiti dal sisma o nelle aree di crisi industriale, dove occorre unire le forze in una sinergia pubblico-privato per salvare il proprio tessuto economico-sociale”.
Da una parte i Comuni, con il ruolo di promotori e di coordinatori di tutte le iniziative nonché la gestione della rendicontazione finale dell’intero programma, i cui interventi assimilabili riguardano l’arredo urbano, l’illuminazione pubblica, ristrutturazione, ampliamento, trasformazione di immobili pubblici da adibire o adibite al commercio. Dall’altra le pmi, che grazie ai fondi puntano al rifacimento delle facciate degli immobili, alla sistemazione di vetrine, ristrutturazione, manutenzione straordinaria, nonché ampliamento dei locali adibiti o da adibire all’attività, illuminazione esterna, ma anche sistemi informativi da sviluppare con sistema delle reti di impresa attraverso l’utilizzo di supporti informatici, sistemazione chioschi e spese di investimento per l’adeguamento all’emergenza Covid-19.
Tra le priorità del bando il coinvolgimento finanziario di altri soggetti pubblici o privati, il numero delle pmi partecipanti, l’apertura o insediamento di nuove imprese, l’attivazione dell’e-commerce in esercizi operanti in sede fissa.
Se la prima tranche di fondi pari 400mila euro, era stata sufficiente per finanziare i primi sei progetti e 102 imprese integrate, con una nuova dotazione di ben 961mila Euro la Regione ha rifinanziato questo tipo di intervento permettendo lo scorrimento in graduatoria e il finanziamento di tutti i restanti progetti ammessi.
Protagoniste già nella prima tranche le province di Ascoli Piceno e Fermo, sede di quattro dei sei progetti già finanziati: sono il progetto ‘Futuro presente’ di Amandola che vede 23 pmi coinvolte, il ‘Commercialmente uniti’ di Comunanza con 19 pmi, ‘Shopping Experience’ di Fermo (15 pmi) e ‘Monsampolo guarda al futuro’ (Monsampolo del Tronto, 19 pmi). Tra quelli ammessi ci sono poi ‘Petritoli Viva’ di Petritoli (19 pmi), ‘Metro Zero’ di Cossignano (11 pmi) e ‘Borgo Santa Rosa’ di Falerone (4 pmi). L’importo degli interventi attivati ha permesso di muovere un investimento in totale di 3,4 milioni di euro.
“Questa misura – prosegue Castelli – rappresenta un sostegno concreto per la valorizzazione dei centri storici oltre che un’efficace risposta alla grande distribuzione, visto che per la vocazione artigianale specifica e l’eccellente qualità del servizio, c’è un mercato diverso e ugualmente inarrestabile. Tra i fattori di spinta per lo sviluppo di queste economie – aggiunge l’assessore – c’è poi la capacità dei centri commerciali naturali di offrire, salvaguardare e valorizzare spazi urbanistici di socializzazione, di vivibilità, di equilibrio socio-ambientale che restituiscono al cittadino il piacere di fare shopping in un ambiente familiare e non artificiale, specie in epoca Covid”.
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