Cinghiali, Coldiretti Ascoli Fermo scrive a prefetto: “Necessario contenere popolazione anche tramite gabbie di cattura”
di Redazione Picenotime
martedì 12 marzo 2024
"Con una fauna selvatica che
ormai, in diverse zone della provincia, è incontenibile con i metodi
di selecontrollo tradizionali, è necessario adottare nuove strategie
altrimenti la politica sarà corresponsabile dello spopolamento
dell’entroterra". È l’appello lanciato da Coldiretti AscolI
Fermo al Prefetto di Ascoli Sante Copponi, numero uno della sicurezza
e dell’ordine pubblico, a seguito degli ultimi dati sugli incidenti
stradali pubblicati sul portale ASAPS che evidenziano come nelle
Marche, nell’ultimo anno siano stati 11 quelli gravi, senza
considerare le migliaia di incidenti che fortunatamente non arrecano
danni alle persone.
I cinghiali poi, sono responsabili del 75% dei
danni in agricoltura e nel tempo hanno indotto molti agricoltori ad
abbandonare colture importanti e redditizie come la patata, il
pisello proteico, il mais da polenta o il girasole. "Quella dei
cinghiali – commenta l’organizzazione agricola – è
un’invasione vera e propria e per ridurne drasticamente il numero
non servono contrapposizioni ideologiche tra cacciatori e
ambientalisti ma la piena operatività delle attuali disposizioni e
nuovi strumenti normativi".
Il Tar delle Marche, ad esempio,
ha accolto in parte il ricorso di alcune associazioni ambientaliste a
animaliste contro il Piano di Controllo del Cinghiale approvato dalla
Regione Marche escludendo la cosiddetta “braccata” (caccia alla
presenza di almeno 2 o più cani) tra le tecniche di selezione; così
facendo, le squadre chiamate a questa attività potranno adoperare un
solo cane. Per Coldiretti Ascoli Fermo, che commenta come “assurda”
questa sentenza, è necessario che l’amministrazione regionale si
concentri maggiormente sul nuovo Piano di Controllo anche
incentivando l’utilizzo delle gabbie di cattura nelle zone urbane e
periurbane, così come da previsione introdotta nella prima Legge
Finanziaria del Governo Meloni su iniziativa proprio di
Coldiretti.
“Per questo abbiamo scritto al Prefetto Copponi –
intervengono Stefano Mazzoni e Francesco Goffredo, presidente e
direttore di Coldiretti Ascoli Fermo – che nel nostro recente
colloquio ha dimostrato una grandissima sensibilità e attenzione al
tema. È necessario contenere la popolazione dei cinghiali anche
tramite le gabbie di cattura – proseguono dall’organizzazione –
e siamo certi che con un intervento della Prefettura, questo percorso
potrebbe subire un’accelerazione. Tra l’altro, da questa nuova
strategia potrebbe nascere anche un meccanismo virtuoso di filiera
delle carni, grazie allo stanziamento di risorse, da parte di Regione
Marche, per la realizzazione di centri di sosta provinciali dove
effettuare tutte le operazioni sanitarie necessarie prima di far
partire l’animale alla volta del centro di lavorazione”.
Coldiretti
Ascoli Fermo, infatti, sta per avviare una sperimentazione
incentivando talune aziende agricole, ovvero quelle ubicate nei
territori summenzionati e dove l’attività venatoria e di
controllo, per svariati motivi, è di difficile attuazione,
all’installazione delle gabbie non prima di aver promosso ed
erogato le ore previste per la formazione agli attori coinvolti. “Ma
è necessario anche – proseguono Mazzoni e Goffredo – che i primi
cittadini dei comuni maggiormente afflitti da questa problematica e
il Parco Nazionale dei Monti Sibillini trovino anch’essi le
condizioni per poter installare, nelle aree periurbane e nel Parco,
gabbie a grande capienza, certamente più costose, ma che
rappresentano sicuramente un investimento nell’interesse della
collettività”. Infine – conclude l’organizzazione agricola –
è urgente snellire le procedure legate alla segnalazione danni e
prevedere uno stanziamento di risorse adeguato a risarcire gli
agricoltori come previsto dalla normativa regionale ovvero stabilendo
un prezzo del prodotto mai inferiore a quello della Borsa Merci di
Bologna.
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