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Stop a sconto in fattura e cessione credito Superbonus, mozione del Pd Marche. Curti “Grave per area Cratere Sismico”

di Redazione Picenotime

Come nel resto d’Italia, anche nelle Marche cittadini e imprese saranno travolti dai nefasti effetti del decreto legge approvato in fretta e furia e nella notte dal governo Meloni che blocca definitivamente e con effetto immediato lo sconto in fattura e la cessione dei crediti d'imposta relativi al Superbonus e agli altri bonus edilizi. Un atto di prepotenza che non tiene minimamente conto delle conseguenze economiche e sociali visto che non dà risposte circa i crediti incagliati. Solo nella nostra regione ammontano a oltre un miliardo di euro quelli bloccati per i lavori del Superbonus ristrutturazioni 110%: un fenomeno che riguarda ben 2 mila imprese e circa 3mila cantieri. Uno scenario apocalittico per un settore come quello dell’edilizia, che proprio grazie al Superbonus era riuscito a risollevarsi e ora, invece, rischia di trovarsi di fronte allo spettro del fallimento di migliaia di aziende. Tutto ciò, senza contare gli enormi disagi che si profilano all’orizzonte per le famiglie che avevano aderito al Superbonus attraverso la cessione del credito e adesso rischiano di subire il blocco totale dei lavori edilizi avviati nelle loro abitazioni”. A dirlo è il gruppo assembleare del Partito Democratico. “Consapevoli dei rischi sul comparto edilizio – spiegano dem – proprio alcuni giorni fa avevamo depositato una proposta di legge a prima firma della consigliera Anna Casini che, sulla scia di quanto sta avvenendo in molte regioni d’Italia, comprese quelle governate dal centrodestra, consentiva agli enti locali di acquisire i crediti derivanti da Superbonus e bonus edilizi in genere rimasti sospesi. Una proposta che, ora, il decreto legge approvato dal governo, di fatto sterilizza togliendo speranza a cittadini e imprese. Ovviamente ci siamo attivati con i nostri parlamentari per tentare di modificare già dalla prima seduta in Parlamento il testo uscito dal consiglio dei ministri, ma sarebbe utile che tutte le forze politiche, comprese quelle della maggioranza che guidano la Regione Marche, facessero sentire forte e chiara la loro voce contraria a questo decreto legge ammazza-imprese. Purtroppo, a oggi, la giunta regionale e i partiti del centrodestra restano avvolti in un imbarazzante silenzio. Un silenzio molto significativo, ma soprattutto non neutro, perché va ad avallare la decisione presa dal governo. In tal senso, presenteremo una mozione in aula per impegnare il presidente e l’intera giunta ad assumere una posizione chiara su questo tema e ad attivarsi nei confronti del governo nazionale per una profonda revisione del decreto legge approvato”.

In merito al decreto approvato è intervenuto anche il deputato Augusto Curti che in una nota ha sottolineato la sua preoccupazione per i comuni interessati dalla ricostruzione post sisma del 2016.

"Ancora una volta la maggioranza di Governo sferra un colpo fatale ai cittadini. Stanotte, infatti, è stato approvato e subito pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il Decreto Legge che abolisce tutte le cessioni del credito e lo sconto in fattura, a valere su ogni misura di sostegno all’edilizia. In sostanza, da oggi, una misura cardine come il Superbonus viene sostanzialmente privata di ogni efficacia.

Ritengo però gravissimo che questa misura iniqua, approvata con metodi carbonari, sia stata estesa anche all’Area del Cratere Sismico. Perché, oltre a certificare il crollo di un intero comparto su scala nazionale, nelle zone terremotate, dopo l’accelerazione impressa negli ultimi due anni, assisteremo ad un blocco pressoché totale della ricostruzione.

In sostanza questo Decreto inaugura una “ricostruzione dei ricchi”, in quanto lo svuotamento del Superbonus costringerà le famiglie ad utilizzare risorse proprie per completare i lavori. Chiediamo dunque al Governo di ritirare questo provvedimento, ripristinando le giuste condizioni per i Comuni del Cratere. Nei prossimi giorni, insieme alle altre forze di opposizione, ci batteremo in Aula affinché le Comunità colpite dal sisma vengano tutelate. Questo biglietto da visita, con cui il nuovo Governo si presenta ai terremotati, ci autorizza ad essere molto preoccupati per il futuro".

Anche

Il Governo Meloni, con le scelte di ieri sera sul Superbonus, ha deciso di far precipitare l'edilizia in una profonda crisi e di distruggere oltre 55.000 imprese italiane. Serve un fronte compatto e deciso per fermare queste scellerate scelte decise  a sorpresa con un’integrazione all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri, in merito anche al decreto in materia di cessioni dei crediti di imposta relativi agli interventi fiscali, come lo stop totale a sconto in fattura e cessione del credito (d’ora in avanti per i nuovi interventi edilizi… e non quelli già avviati… rimane solo la strada della detrazione d’imposta) e come il divieto per le pubbliche amministrazioni ad acquistare crediti derivanti dai bonus edilizi”. Il grido di allarme giunge dal Presidente nazionale di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, il quale sottolinea che “continua purtroppo il tentativo di far fallire le piccole e medie imprese italiane, visto che è stata bloccata la cessione del credito, quale fondamentale elemento di sviluppo. E siccome riteniamo che questo non sia possibile - aggiunge il presidente Finocchiaro -, noi di Confedercontribuenti siamo pure convinti che, così facendo, si stanno inducendo tante imprese a rivolgersi perfino al mondo dell’usura criminale, pur di evitare il fallimento. E dunque questo non è assolutamente possibile! Si intervenga subito! Riteniamo, inoltre - sostiene il presidente nazionale di Confedercontribuenti - , che questo decreto-legge varato a sorpresa ieri sera dal governo Meloni sia da considerare una vera e propria pietra tombale sul Superbonus, segnando di fatto la fine degli incentivi in edilizia: e lo dimostrano: il divieto di acquisti da parte delle pubbliche amministrazioni; la disattivazione della norma quadro che regola le cessioni (articolo 121 del decreto Rilancio); il fatto che Comuni, Province e Regioni non potranno più incollarsi i crediti fiscali legati ai lavori di ristrutturazione (da oggi contabilizzati come indebitamento e possibili solo in forme limitatissime); l’alleggerimento delle responsabilità dei fornitori che applica lo sconto in fattura e la cancellazione della  cessione e dello sconto (anche se l'unica opzione possibile è la normale detrazione d'imposta). Sono queste responsabilità che portano il governo Meloni a diventare complice di questo gioco che mira al massacro delle imprese italiane -conclude il presidente nazionale di Confedercontribuenti- con il rischio di perdere anche migliaia di posti di lavoro”.


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