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di Redazione Picenotime
Sì terrà venerdì 16 giugno alle ore 18.30 presso la Cantina di Paglia (lungo la strada provinciale 43 a Offida) un'iniziativa organizzata dalla locale sezione dell'Anpi dedicata alla memoria della strage nazifascista di Offida, in cui persero la vita, il 14 giugno 1944, Antonio, Cesare e Luciano Gabrielli, trucidati in Contrada Lava, dove erano sfollati.
Saranno presenti il presidente provinciale Anpi Pietro Perini, il sindaco di Offida Luigi Massa e lo storico Costantino Di Sante, che presenterà il suo ultimo libro, "Il Piceno in camicia nera", un approfondito studio sul fenomeno dello squadrismo e della violenza nel territorio piceno durante il regime fascista. Di Sante traccerà un ritratto dei personaggi e descriverà alcuni degli episodi più importanti di cieca violenza avvenuti nella zona durante il Ventennio. Alla presentazione del libro seguirà un aperitivo offerto dalla Cantina di Paglia e dall'Anpi di Offida, con degustazione gratuita di vini. Con l'occasione verrà formalizzata anche l'intitolazione della sezione Anpi di Offida a Luciano, Cesare e Antonio Gabrielli.
Cosa avvenne il 14 giugno 1944: L'episodio in cui vennero trucidati Luciano, Antonio e Cesare Gabrielli avvenne il 14 giugno 1944. I tre erano sfollati e nella zona si trovava uno dei capisaldi della famosa Rat-line (“linea del sorcio” perché fatta a zig zag), comandata dal maggiore scozzese Mc Kee, che aveva lo scopo di assistere i P.O.W. alleati, fuggiti dai campi di concentramento dopo l’8 settembre per condurli in salvo oltre il fronte tedesco, nelle linee alleate. Essa offriva fermate ristoro vigilate a Offida, Appignano, Porchia, Cupramarittima. Quella di Offida era a casa dell’ingegner Luigi Stipa, inventore del motore a reazione. I Gabrielli aiutarono come poterono i prigionieri fuggiti e i partigiani della zona. Il 14 giugno 1944, durante la ritirata, truppe tedesche provenienti da Castel di Lama si fermarono a Offida, cercando rifugio nelle case di campagna, pretendendo vitto, alloggio e generi alimentari da portare con sé. Alcuni soldati entrarono anche nella casa dove si trovavano i Gabrielli, proprio mentre Luciano stava cercando di nascondere due bombe a mano che avrebbe dovuto consegnare ai partigiani. A quel punto, tra le grida e le preghiere delle donne, i tre Gabrielli furono prelevati e, insieme ad altri due contadini, fatti incamminare verso Castel di Lama, sotto la sorveglianza di tre SS a cavallo e con le armi spianate. Fermatisi presso una casa colonica per ristorarsi, mentre i tedeschi si rifocillavano, i due contadini riuscirono a fuggire. Presso quella stessa casa i tre giovani Gabrielli, alle prime luci della sera, furono invece uccisi con raffiche di mitra.
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