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di Redazione Picenotime
“Dall’analisi dei dati, considerati soprattutto nel loro quadro evolutivo, emerge che l’insieme delle misure inizia a dare i primi risultati“. Lo ha detto oggi il ministro della Salute, Roberto Speranza, illustrando al Senato le nuove misure per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. “Il prossimo monitoraggio dovrebbe confermare la discesa dell’Rt, che è passato in 4 settimane da 1,7 a 0,8. Questo è essenziale per riportare la situazione sotto controllo”. Le misure, ha ribadito il ministro, stanno “funzionando e le valutazioni dei nostri scienziati si stanno rivelando fondate. A Marxo fu l’Italia a indicare la strada del lockdown per frenare l’epidemia, adesso stiamo sperimentando una soluzione diversa - ha aggiunto Speranza -. Non bisogna farsi illusioni, se abbassiamo la guardia la terza ondata è dietro l’angolo. Non dobbiamo perdere la memoria, conosciamo il virus, sappiamo i danni che fa. Servono quindi altre settimane di sacrifici, anche alla luce di ciò che è accaduto dopo il primo lockdown, quando si è determinato un clima da ‘liberi tutti’ sbagliato e ingiustificabile. Stiamo vedendo la luce in fondo al tunnel: i primi vaccini pronti da gennaio sono la svolta che aspettavamo. Il primo asse è l’acquisto del vaccino centralizzato: verrà somministrato gratuitamente a tutti gli italiani. Il vaccino è un bene comune, va assicurato a tutte le persone. Il secondo asse è altrettanto importante: l’Italia ha opzionato 202 milioni dosi di vaccino, che rappresenterebbero una scorta abbastanza per vaccinare tutta la popolazione; ma serviranno probabilmente due dosi per ciascuna persona, è per questo che la scelta è stata effettuata per la massima precauzione. Abbiamo sottoscritto tutti i contratti che l’Ue ha formalizzato, non vogliamo correre il rischio di non poter disporre di un vaccino. Infine, il terzo asse, che è il tempo relativo all’autorizzazione dei vaccini acquistati: la corsa contro il tempo della comunità scientifica cammina con la massima sicurezza e tutti i protocolli: disporre di vaccini sicuri non può essere subordinato a qualsiasi altro interesse - ha detto ancora il ministro -. A settembre, dopo il lockdown, eravamo a 1.600 casi al giorno, adesso siamo ancora a 19.350 nuovi contagi, il picco più alto delle ultime settimane era stato sopra i 40mila casi. Le prossime festività vanno affrontate con estrema serietà, se non vogliamo nuove pesanti chiusure tra gennaio e febbraio. Senza consistenti limitazioni dei movimenti e un rigoroso rispetto delle regole di sicurezza, la convivenza col virus è destinata al fallimento”. Ha concluso quindi il ministro: “In società fortemente sviluppate come la nostra, la convivenza col virus è difficilmente realizzabile. Ecco perché servono misure chiare e rigorose. Al momento non è intenzione del Governo introdurre l’obbligo di vaccinarsi contro il Covid. I vaccini ci saranno da gennaio e il Paese deve arrivarci con il Servizio sanitario preparato. Migliaia di iscritti alle scuole di specializzazione parteciperanno alla campagna vaccinale. Nella fase inizialeci saranno vaccinazioni centralizzate presso gli ospedali o con unità mobili. Si stima un fabbisogno di circa 20mila persone per attuare la campagna. Si ricorrerà a professionalità esistenti nel Paese anche con la pubblicazione di ‘invito’ per partecipare alla campagna di vaccinazione, nonché a stipula di accordi con il ministero della Ricerca per contatti con le scuole di specializzazione medica - ha evidenziato Speranza -. Stiamo andando nella direzione giusta, ma l’altra verità è che nel nostro Paese c’è ancora una situazione molto complicata. I contagi sono in un numero assoluto molto elevato, così come purtroppo anche i decessi. La stessa pressione sui posti letto in terapia intensiva e sub-intensiva in area medica è molto elevata. Questo ci chiede un approccio di grande cautela e di grande precauzione, che dobbiamo considerare indispensabile se vogliamo tenere la curva sotto controllo”.
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