Confindustria Ascoli Piceno, bilancio positivo nel 2023. Ferraioli: “Circa 1000 posti di lavoro nei prossimi 12 mesi”
di Redazione Picenotime
venerdì 22 dicembre 2023
Bilancio d'annata estermamente positivo per Confindustria Ascoli che stamattina, nella conferenza tenuta nella consueta Sala degli Specchi della sede di Corso Mazzini, con il presidente Simone Ferraioli, accompagnato dal Consiglio di Presidenza composto dai vicepresidenti Roberta Faraotti, Pietro Marini, Giovanni Rossi, Pietro Straccia e Giovanni Tardini, ha esposto i dati ed il trend che hanno riguardato tutte le associate del territorio. Il mondo dell'imprenditoria provinciale si prepara ad accogliere il 2024 con tanti progetti ed investimenti volti a favorire la ripresa economica dell'area industriale picena.
A parlare dell'andamento dell'annata e delle iniziative realizzate sono stati al nostro microfono il presidente Simone Ferraioli e la vice presidente con delega all'education Roberta Faraotti.
L''analisi
dei dati ISTAT individua nel Piceno una forza lavoro potenziale
di 92.500 unità a fronte di 86.300 occupati, con una disoccupazione
effettiva di 6500 unità nel 2022, che significa una percentuale del
4,7% se si guarda alla sola popolazione maschile nella fascia 16-74
anni, e che nel corso del 2023 è stata ridotta ulteriormente per il
saldo positivo riscontrato nei primi due trimestri dell’anno tra
cessazioni e nuove assunzioni (+ 6.500 unità).
Ecco perché,
nelle scorse settimane, l'associazione ha interrogato le quasi 300
aziende associate per verificare, in maniera puntuale, i principali
indicatori: distribuzione geografica, fabbisogno occupazionale,
fatturato e prospettive di investimento.
Un campione che sviluppa
ben 1838 unità locali suddivise in uffici, filiali, cantieri stabili
e in generale ulteriori sedi riconosciute a livello camerale sul
territorio italiano, senza conteggiare le sedi e le filiali
all'estero. Nel complesso, 502 ricadono nel perimetro di
rappresentanza di Confindustria Ascoli Piceno: 474 nella provincia di
Ascoli Piceno e 28 in altre province.
Si è passati quindi a
chiedere quale fosse la forza lavoro delle unità locali nel
perimetro, ed è emerso che queste sono poco meno di 17.000. Ma il
dato significativo è che, interrogato il campione sui fabbisogni
occupazionali di breve periodo, ovvero nell'arco dei prossimi 12
mesi, il 20,9% del campione, pari a 56 imprese, ha espresso un
fabbisogno complessivo pari a 450 nuovi collaboratori. La
distribuzione è stata ovviamente molto alta nelle grandi imprese, ma
sorprendentemente sono le medie imprese che hanno manifestato un
maggior fabbisogno pro capite (13,3 unità per azienda). Rispetto
alla segmentazione merceologica è il settore metalmeccanico quello
con un fabbisogno medio maggiore (9,6 unità), seguito dal settore
alimentare (5,6 unità) e dal comparto edile (4,3 unità).
Questo
significa che ragionevolmente sia almeno un migliaio il numero di
posti di lavoro che le aziende associate potrebbero assorbire da qui
ai prossimi mesi.
E' evidente come, aldilà del fabbisogno di
operai specializzati (probabilmente scontato essendo il campione
interrogato prevalentemente manifatturiero) pari al 41% del totale,
sia sempre crescente il fabbisogno di professionalità tecniche (21%)
che supera quello di figure ad elevata specializzazione (9%) e anche
di quello esecutivo nel lavoro d'ufficio (11%).
Interessante
segnalare che solo per il 50% circa del campione il fabbisogno
occupazionale è direttamente collegato a nuovi investimenti, potendo
desumere che per la restante parte il fabbisogno occupazionale è
indipendente dagli investimenti e può riguardare semplicemente la
necessità di nuove professionalità di cui ancora l'azienda non
dispone, piuttosto che la sostituzione di professionalità già
presenti in organico.
A prescindere da ciò il dato ancor più
interessante è che, nel complesso, sono emersi nuovi investimenti da
realizzare nei prossimi due anni, per un totale di ben oltre 500
milioni di euro di interventi economici.
Basti pensare che di
questi, ben 216 milioni saranno realizzati da 17 delle 285 aziende
associate, di medie e grandi dimensioni.
Al campione è stato
infine richiesto di fornire il dato di fatturato relativo all'anno
2022 e successivamente di fornire – laddove possibile - una
proiezione relativa al 2023.
Rispetto all'ultimo esercizio
contabile è emerso infatti un ammontare complessivo di poco
superiore ai 4,3 Miliardi (€ 4.303.806.076).
Il dato è tuttavia
prudenziale in quanto sono stati esclusi dal conteggio alcuni
grandissimi gruppi – principalmente nel ramo delle utilities quali,
ad esempio, la distribuzione e la vendita di energia elettrica e gas,
che operano nel settore dei trasporti pubblici in concessione, lo
smaltimento dei rifiuti – che, pur operando sul territorio,
avrebbero rischiato di falsare il risultato, e anche il senso,
dell'indagine.
Rispetto alle proiezioni 2023, è stato possibile
indagare il dato presso 89 aziende pari a circa 1/3 del campione
totale, quindi comunque rappresentativo per fornire una stima
sull'andamento.
Il risultato è stato positivo ben oltre le
aspettative: a fronte di un fatturato dichiarato ad ottobre 2022 pari
ad oltre 1,8 Miliardi di Euro (€ 1.831.818.306), le stesse aziende
dichiarano ad ottobre 2023 un fatturato di oltre 2,2 Miliardi di Euro
(€ 2.241.288.607) con un aumento medio di circa il 22,3%.
Un
dato sicuramente incoraggiante per l'economia del territorio visto
che queste sono solo una parte, seppur importante, del campione
indagato e non indagato.
Una parte che potrà fare da volano per
la crescita del territorio tramite lo sviluppo di nuovi stabilimenti,
di nuove linee di produzione e di nuovi metodi produttivi, più
intelligenti, più sostenibili e in generale più innovativi.
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© Riproduzione riservata
Commenti
sga
sabato 23 dicembre 2023
30 mila disoccupati in provincia di Ascoli Piceno redditi più bassi delle Marche e sotto la media nazionale almeno come zona sottosviluppata il salario minimo potrebbe essere un vantaggio per chi cerca lavoro e non abbandonare le origini.....
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