Cala il sipario sul Carnevale 2025. Bagno di folla nelle località del Piceno tra riti, folkore e goliardia
di Davide Ciampini
mercoledì 05 marzo 2025
Cala il sipario sul carnevale 2025. La ricorrenza ha animato come di consueto le piazze di tutta la provincia, alimentando la goliardia dei partecipanti. Tra boutade, esibizioni e improvvisazioni, non sono mancati i colpi di scena. Si è partiti con lo storico carnevale ad Ascoli Piceno, dove 128 gruppi organizzati hanno intrattenuto il pubblico. La satira ha toccato chiunque, nessuno escluso: dalle istituzioni fino all'Ascoli Calcio, pungolato per via del momento poco felice che la squadra sta vivendo. Ad aprire il canovaccio delle esibizioni il Joker, apparso sulla scalinata Leopardi, che ha deliziato i presenti attraveso un ballo. Sulle note dell'omonimo film ha reso omaggio alla performance cinematografica di Joaquin Phoenix. A prendersi la scena ci ha pensato tuttavia il Santo Padre, accorso in Piazza del Popolo a bordo di una Wolswagen. Scortato dai suoi bodyguard, la maschera non ha disertato l'invito a bere un drink al Caffè Meletti.
Offida è stata invece teatro della sua due giorni più importante dell'anno. Il venerdì ha visto protagonista il 'Bove finto', una tradizione le cui radici affondano nel 1700. A fare da corollario alla caccia dell'animale le congreghe, ossia gruppi oroganizzati desiderosi di partecipare alla festa. I partecipanti hanno indossato 'Lu guazzarò', il tipico indumento bianco e rosso simbolo del carnevale offidano. Dal quartiere 'Cappuccini' si è spostato verso il centro storico, inseguito da centinaia di persone che si sono annullate nell'euforia collettiva. Fischi, urla di incitamento, suspence: è delirio in piazza per la caccia all'animale. Lo spettacolo è culminato come da tradizione con la mattanza, svoltasi dirimpetto il palazzo comunale. A sugellare la fine del carnevale offidano 'Li vlurd', la processione in cui vengono accesi fasci di canne. L'accensione ha illuminato le vie della città, lasciando stupefatti i presenti.
"Fora fora li moccule!". Questo l'adagio che a Castignano ha accompaganto la celebre ricorrenza dei 'Moccule'. Il nome della ricorrenza è mutuato dall'omonimo oggetto, ossia piccoli lampioni costruiti con una canna e foderati di carta velina. All'interno una candela, da accendere al calar del sole prima della partenza del corteo. La processione si è snodata per le vie del borgo, per poi culminare in piazza San Pietro con il falò purificatore in cui vengono bruciati i moccoli. Il significato simbolico è quello di propiziare l'anno venturo ed esorcizzare i mali di quello appena tarscorso.
Il maltempo non ha invece fermato 'Lu zann', lo storico carnevale cha ha animato le frazioni di Pito, Pozza e Umito (Acquasanta Terme). La ricorrenza ha attirato una folta affluenza di turisti, che hanno degustato i prodotti tipici locali. Un'importante occasione di coesione territoriale, dunque, specialmente dopo l'infausto terremoto del 2016. Il carnevale prende il suo nome dall'omonimo copricapo (Zann, ndr.), decorato con strisce di carta velina. Esso è asociato ad una figura mascherata che rappresenta "La pazzia controllata" tipica del carnevale. Si tratta di un simbolo esportato dai maestri comacini lombardi, presenti nel piceno per lavorare il travertino.
E' stato più forte del maltempo anche il carnevale di Castel di Lama, dove il tradizonale appuntamento si è svolto in tutta la sua bellezza. Partendo dalla stazione, i tredici carri presenti hanno raggiunto le zone nevralgiche del paese. A presentare l'evento Giuseppe Traini e Monica Riva, in sinergia con la banda di Castel di Lama.
Vittima del maltempo è stata invece San Benedetto del Tronto, costretta a rinviare la sfilata di domenica 2 marzo. Ciononostante, mertedì 4 marzo è stato foriero di grande entusiasmo, segno della voglia della cittadina di partecipare all'agognata ricorrenza. A presentare l'evento Stefano Tisi, showman e cantante, accompagnato dal gruppo di danza della Cesar Dance Studio. Non solo carri locali, ma anche ospiti quali quelli di Castel di Lama e di Comunanza. Infine un appello degli organizzatori ai giovani, sollecitati ad una maggiore partecipazione.
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