Peste suina, Coldiretti Marche: ''Servono interventi immediati, basta attendismo''
di Redazione Picenotime
sabato 28 settembre 2024
Per salvaguardare le Marche dalla peste suina africana è necessario intervenire senza esitazioni, ma nonostante l’approvazione del Priu, gli agricoltori nutrono forti dubbi su contenuti e applicazione. “Servono immediatamente interventi sui cinghiali o a breve avremo a che fare anche con la peste suina africana. Se entro la metà del mese di ottobre non sarà pronto anche il piano straordinario, siamo pronti ad un presidio permanente sotto la Regione Marche", tuonano da Coldiretti Marche, mentre da più parti della regione arrivano segnalazioni sull’aumento spropositato della popolazione degli ungulati, un serio rischio per tutti gli allevamenti di maiali. Innocua per l’uomo, la peste suina è letale per i maiali e i cinghiali ne sono vettori. Le misure di contenimento, in caso di contagio, sono ferree e arrivano a imporre l’abbattimento di tutti i capi suini aziendali, oltre al divieto di accesso nelle aree interessate per evitare interazioni dirette o indirette con gli animali malati: il che significa anche divieto di caccia, pesca, raccolta di funghi o tartufi ma anche passeggiate in mountain bike o trekking.
Secondo Coldiretti Marche “il Piano regionale di interventi urgenti (Priu) per la gestione, il controllo e l’eradicazione della peste suina approvato dalla Regione, non è incisivo. Intanto non è stato concertato con le associazioni agricole con le quali andava avviato un confronto preventivo e, inoltre, si persevera nell’affrontare la problematica senza quantificarla adeguatamente. Basti pensare che la stessa stima sulla presenza di capi – circa 40mila esemplari – non tiene in considerazione le aree protette, né (come invece avveniva nel vecchio piano) è presente la cartografia tematica dei danni a livello comunale, fondamentale nel valutare i danni rispetto al territorio di competenza”.
Secondo Coldiretti è necessario prevedere la possibilità di intervenire tutto l’anno, anche in aree protette e nei centri urbani come previsto dalla normativa nazionale, un’attenta e trasparente gestione dei dati sulla presenza, sui luoghi, sul tipo dei danni, sulla loro quantificazione considerando anche il doloroso capitolo legato alla sicurezza stradale e ai numerosi sinistri che causano feriti anche gravi ogni anno.
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