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Ambiente e Salute nel Piceno, Gdf Suez abbandona progetto stoccaggio gas San Benedetto

di Redazione Picenotime

lunedì 18 aprile 2016

Pubblichiamo integralmente il comunicato stampa inoltratoci dai rappresentanti dell'Associazione Ambiente e Salute nel Piceno in merito ad un'importante novità sulla spinosa questione dello stoccaggio del gas a San Benedetto del Tronto.

Abbiamo appreso con soddisfazione dalla stampa che l’azienda francese Gdf Suez in possesso del 51% delle quote della joint venture mineraria nata nel 2008 con Gas Plus e Acea per la realizzazione del progetto stoccaggio Gas San Benedetto si è defilata proprio alle battute finali della procedura sulla quale abbiamo rilevato gravi incongruenze.
Le ragioni di questo clamoroso abbandono da parte della Gdf Suez non sono state ancora specificate dall’azienda ma sembra ovvio che l’ostilità dimostrata dal territorio al progetto possa essere una buona ragione. L’opposizione del territorio al progetto in questi anni è sempre stata costantemente attiva e ha raggiunto il massimo della sua efficacia tra il 2015 e il 2016 con le delibere di contrarietà del comune di San Benedetto del Tronto dei comuni limitrofi e quella più recente della Regione Marche.  Come ultimo elemento ma non meno importante, l’esposto penale promosso da Ambiente e Salute nel Piceno attraverso L’avvocato Corrado Canafoglia dell’Unione Nazionale Consumatori partita l’anno scorso e sottoscritto da migliaia di cittadini.
Nonostante che l’azienda più forte si sia ritirata, JV capitanata dalla Gas Plus S.r.l. chiede al Ministero dello sviluppo Economico la modifica della titolarità della domanda di concessione dello stoccaggio gas, prevedendo un totale subentro di Gas Plus.
Questo dimostra che esiste un forte interesse da parte di Gas Plus nel proseguire la realizzazione del progetto.
Il Ministero rigetti questa nuova richiesta che non ha nessuna base per essere sostenuta perché sarebbe una follia, metterebbe nelle mani di una S.r.l. un impianto pericoloso di tale portata senza fornire le adeguate garanzie.
In caso contrario siamo pronti nel proseguire la nostra azione dentro le aule dei tribunali Italiani e fino a quella della Corte Europa.


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