Comunicati Stampa
di Redazione Picenotime
La fotografia della Grottammare del Settecento sarà presto visibile a tutti grazie al progetto di digitalizzazione dei catasti conservati nell’Archivio storico: il Comune ha ottenuto un finanziamento di 25.000 € nell’ambito dell’Accordo per la Coesione 2021-2027 – Area Cultura, grazie a un progetto di informatizzazione dei registri catastali del XVIII secolo, presentato al bando per la digitalizzazione del patrimonio culturale bibliografico e archivistico. Il progetto – elaborato da Ebla, società cooperativa di Cesena - prevede la fotoriproduzione, la metadatazione, l’allestimento dell’archivio digitale e la georeferenziazione delle informazioni contenute in tre catasti, per un totale di 518 carte. I documenti riguardano un registro del 1778 (213 carte) e due registri del 1770, uno di 112 cc. e uno di 193 carte, contenente piante topografiche acquarellate, che conferiscono al patrimonio archivistico un ulteriore valore artistico. “La digitalizzazione dell’archivio storico offrirà a tutti la possibilità di riscoprire la nostra storia e sentirla parte della vita di oggi – dichiara l’assessore alla Crescita culturale, Lorenzo Rossi - . Mappe e catasti, che uniscono alla precisione dei dati alla bellezza delle riproduzioni contenute nelle carte, saranno presto accessibili alla comunità degli studiosi e presentati al pubblico, con la prospettiva di una futura musealizzazione. È un progetto che permetterà a ciascuno di noi di leggere il passato, riconoscersi nelle sue tracce e rafforzare il senso di appartenenza e di identità con il territorio”. I catasti storici sono archivi di memoria che rappresentano una fonte di straordinaria rilevanza per lo studio dell’evoluzione del paesaggio. Attraverso l’attività GIS prevista dal progetto, le antiche mappe catastali di Grottammare potranno essere confrontate con la cartografia digitale di oggi, offrendo un nuovo strumento per studiare come il territorio è cambiato nel tempo: nella forma del paesaggio, nella distribuzione delle proprietà, nella sua storia urbana, architettonica ed economica. Tecnicamente, il risultato è un “Historical GIS”, cioè un sistema informativo geografico attraverso il quale studiosi, ricercatori e pianificatori potranno disporre di una base documentaria scientificamente solida per comprendere le trasformazioni del territorio, ai fini della sua memoria, o orientare in modo più consapevole le scelte future. Tutti i dati georeferenziati potranno “dialogare” con le piattaforme nazionali e regionali di Digital Library, in linea con il Piano Nazionale di Digitalizzazione del Patrimonio Culturale (PND). L’accesso al finanziamento regionale prevede la compartecipazione del Comune, pari al 20% del costo complessivo del progetto, calcolato in 31.250 €.