Comunicati Stampa
di Redazione Picenotime
Si è svolto presso l’Aula Magna dell’I.I.S. "Celso Ulpiani" di Ascoli Piceno il convegno finale del Progetto Tenera, dedicato alla valorizzazione delle risorse genetiche e all’introduzione di tecniche innovative per la filiera dell’Oliva Ascolana Tenera DOP. L’iniziativa ha rappresentato un momento di sintesi e confronto tra istituzioni, imprese agricole e comunità scientifica, al termine di un percorso di ricerca e sperimentazione durato diversi anni. Ad aprire i lavori è stata la dirigente scolastica Rosanna Moretti, che ha sottolineato la necessità di ulteriori finanziamenti da parte delle istituzioni e il coinvolgimento delle aziende private per proseguire la sperimentazione. Durante il convegno sono state illustrate nuove tecniche per la raccolta dell’oliva tenera ascolana, che mutano le conoscenze fino a oggi consolidate: la raccolta meccanizzata, infatti, non comporta danni gravi alle piante, come dimostrato dal progetto.
Matteo Carboni, presidente Cia Agricoltori Ascoli-Fermo-Macerata, ha dichiarato: «È stato un convegno importante per affrontare in maniera concreta la gestione della raccolta e della lavorazione dell’oliva tenera ascolana. Grazie alle ricerche condotte dall’Università Politecnica delle Marche, possiamo già contare su strumenti innovativi a supporto di questo prodotto straordinario, vera eccellenza del nostro territorio. Oggi le aziende agricole si trovano ad affrontare la carenza di manodopera qualificata, l’aumento dei costi e le difficoltà di reperibilità: investire in innovazioni che riducano i costi e migliorino l’efficienza significa aprire una nuova fase di sviluppo e valorizzazione per il Piceno. È un percorso lungo, come lo sono tutte le attività di ricerca, ma passo dopo passo porta a innovazioni decisive. La Cia continuerà a sostenere questo processo in ogni suo momento».
Il professor Davide Neri dell’Università Politecnica delle Marche, responsabile scientifico del progetto, ha presentato le metodologie adottate e i risultati conseguiti, evidenziando l’importanza della ricerca per il futuro della filiera. Il ricercatore Alessandro Annessi ha approfondito lo studio sull’intensità della sollecitazione prodotta dalla scuotitrice sulle piante, mentre Enrico Maria Lodolini (Univpm) ha sottolineato come la ricerca abbia affrontato alcune criticità centrali per le aziende agricole: la carenza di manodopera qualificata, la necessità di ridurre i danni da raccolta meccanizzata e i traumi ai frutti durante lo scarico nei bins, contenuti grazie all’impiego di pannelli fonoassorbenti. Lodolini ha ricordato che i risultati del progetto sono stati pubblicati su riviste scientifiche internazionali e presentati in convegni all’estero. La ricercatrice Veronica Giorgi (Univpm) ha illustrato le analisi sui danni post-raccolta, legati alla particolare tenerezza del frutto. Ha spiegato come l’immissione delle olive imbrunite in acqua o in soluzioni dedicate possa ridurre le lesioni e limitare l’impatto sulla qualità finale. Dal mondo produttivo, Primo Valenti, presidente del Consorzio di Tutela dell’Oliva Tenera Ascolana, ha ricordato l’impegno del consorzio nel sostenere il progetto, richiamando l’attenzione sul bando regionale che prevede un finanziamento fino al 90% per l’oliva tenera. «La ricerca – ha sottolineato – resta fondamentale per superare le difficoltà legate alla raccolta».
Tonino Cioccolanti ha posto l’accento sulla redditività che l’oliva tenera può garantire alle aziende agricole, mentre Luca Gregori, titolare dell’azienda agricola Gregori, ha raccontato l’esperienza iniziata nel 2008 con la coltivazione e raccolta dell’oliva tenera ascolana: «Abbiamo sempre creduto in questa varietà, che oggi rappresenta una parte rilevante dei nostri terreni. Il progetto Tenera è solo uno dei tanti che abbiamo sostenuto in questa direzione».
Il direttore di Cia Marche, Massimo Sandroni, ha ribadito come il progetto rappresenti «una straordinaria occasione per coniugare tradizione e innovazione. L’Ascolana tenera è un patrimonio identitario del territorio: valorizzarla significa sostenere le imprese, promuovere qualità agroalimentare e rafforzare la competitività nei mercati».
Il convegno finale del Progetto Tenera ha confermato dunque l’importanza della ricerca come motore di sviluppo, capace di offrire risposte concrete alle esigenze delle aziende agricole e di aprire nuove prospettive per l’olivicoltura ascolana.