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Piceno, 8 imprese su 100 hanno un titolare straniero

di Redazione Picenotime

L’ANALISI DI CNA ASCOLI

L’ANALISI DI CNA ASCOLI

L’ANALISI DI CNA ASCOLI

In provincia di Ascoli Piceno otto imprese su cento parlano straniero. E’ quanto emerge da una recente analisi effettuata dal centro studi della Cna delle Marche che evidenzia anche come l’apporto degli stranieri all’economia in quanto nel 2013 ha contribuito a formare circa il dodici per cento del Pil del nostro territorio. Commercio e costruzioni sono i settori con il maggior numero di imprenditori  stranieri, seguiti dai servizi di alloggio e ristorazione.

La provincia con il maggior numero di imprenditori stranieri  - spiega Luigi Passaretti, presidente della Cna di Ascoli - è quella di Pesaro e Urbino con 5.430 unità. Ma anche noi, con i nostri 2.534 imprenditori stranieri,  facciamo la nostra parte e come associazione di categoria siamo impegnati da tempo in un’azione che favorisca al massimo l’integrazione e l’inserimento armonioso e produttivo di queste comunità. Il tutto nella consapevolezza di poter far conto su nuove risorse e non certo su una concorrenza sleale”.

Sempre il nostro Centro studi – aggiunge Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli -  ci dice che gli stranieri che hanno un’attività nel Piceno sono soprattutto imprenditori uomini e che provengono principalmente da Marocco, Romania, Cina e Albania. Tra le donne imprenditrici, prevale invece la nazionalità cinese seguita ancora da Romania e Marocco. In particolare al commercio al dettaglio si dedicano prevalentemente le comunità provenienti dal Sud Est asiatico (Bangladesh, Pakistan India). Nell’edilizia sono predominanti gli imprenditori dell’Est Europa mentre i cinesi coprono quasi tutti gli spazi (dal commercio al manifatturiero, dalla ristorazione ai servizi).

“Si tratta nella stragrande maggioranza dei casi - commenta il presidente di Cna Marche Gino Sabatini e - di imprenditori giovani, che scelgono la via del lavoro autonomo per integrarsi nella nostra società. Vanno valorizzati perché hanno grandi motivazioni e possono aiutarci a contrastare la crisi occupazionale. Valorizzare ed aiutare imprenditori e lavoratori stranieri significa anche impegnarsi per far emergere quelle sacche di illegalità che rischiano di penalizzare i tanti stranieri  che onestamente e con passione concorrono allo sviluppo del nostro sistema produttivo”.

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