Coronavirus, esposto Codacons Marche contro chi circola nonostante divieti: “Massima severità”
di Redazione Picenotime
giovedì 19 marzo 2020
A fronte delle tantissime violazioni registrate sul territorio al divieto di spostamenti imposto come misura di contenimento del coronavirus, il Codacons presenta oggi un esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia, tra cui le procure competenti per le Marche, in cui si chiede di indagare i responsabili per il reato di concorso in epidemia.
“Chiediamo alla magistratura di attivarsi anche nelle Marche contro chi mette a rischio la salute pubblica e vanifica gli sforzi di quanti, in questi giorni, stanno facendo sacrifici per rimanere a casa chiudendo negozi e attività – spiega il presidente Carlo Rienzi –. In tutta Italia si ha notizia di assembramenti ingiustificati nei parchi, sulle panchine, su litorali e spiagge e in altri luoghi pubblici, e di cittadini che continuano a uscire di casa senza averne alcuna necessità. Costoro vanno identificati e verso di loro le Procure dovranno agire per il reato di concorso in epidemia. Anche chi fa jogging, in assenza di preciso certificato medico che prescriva attività sportiva all’aperto, incorre nello stesso reato”.
L’ art. 438 del Codice penale stabilisce infatti che “Chiunque cagiona un'epidemia mediante la diffusione di germi patogeni è punito con l'ergastolo”. Non solo. Se nei comuni della regione dove si verifica il maggior numero di violazioni ai divieti si dovesse registrare un incremento dei morti da Coronavirus, i trasgressori potrebbero rispondere di concorso in omicidio colposo. “Chi in questo momento delicato trasgredisce le norme è un pericolo per la collettività, alimenta la diffusione del contagio e vanifica del tutto gli sforzi del paese, e per questo motivo va punito con la massima severità”, conclude Rienzi.
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Commenti
Marco
giovedì 19 marzo 2020
“Chiunque cagiona un'epidemia mediante la diffusione di germi patogeni è punito con l'ergastolo” significa che bisogna dimostrare che l'epidemia si sia diffusa a causa del comportamento dell'incolpato, il quale - ed anche questo è da dimostrare- che questi era già contagiato all'epoca dell'azione epidemica colposa. Bisogna saperli fare gli esposti.
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