Comunicati Stampa

Comitato Civico "Ascolto&Partecipazione" su CoTuGe: "Monitoraggio dei cittadini avrebbe evitato disastrosi esiti per stazione sciistica"

di Redazione Picenotime

Riceviamo e pubblichiamo comunicato stampa a firma del Comitato Civico "Ascolto&Partecipazione" di Ascoli Piceno, in merito alla questione del Co.Tu.Ge e alla mancata apertura degli impianti di risalita a Monte Piselli.


"Stop alla privatizzazione", "la montagna deve tornare ai cittadini", "ripartire dal basso". Citiamo increduli e con modica dose di soddisfazione il Sindaco Fioravanti nelle sue recenti interviste e restiamo altrettanto increduli, ma senza alcuna soddisfazione, a leggere poi le dichiarazioni del sindaco di Valle Castellana ed ex Presidente CdA CoTuGe, D'Angelo. Ma procediamo con ordine.

A Fioravanti diciamo "buongiorno, ben alzato!", visto che la cittadinanza chiede da almeno ben 12 anni esattamente quanto Fioravanti ora proclama di volere, prima con la petizione Quesiti per Monte Piselli (2013, 600 firme -- sindaco Castelli, presidente CoTuGe D'Angelo), poi con Nuova Montagna dei Fiori (2015, associazioni, professionisti, appassionati, docenti di Unicam -- sindaco Castelli, presidente CoTuGe D'Angelo), e infine nel 2020 una lettera firmata da numerosi Maestri di Sci (Fioravanti sindaco e presidente Assemblea dei Soci CoTuGe).

Ora, è certo un passo nella giusta direzione quello ora promesso di cercare un seggio permanente per i Maestri in Assemblea dei Soci del CoTuGe per avere alfine un minimo di rappresentanza della comunità in quell'ente.

Ma attenzione, se è vero che la montagna deve tornare ai cittadini, allora i cittadini devono entrare nel CoTuGe per quel ruolo di partecipazione e monitoraggio che, se assecondato anche solo a partire dalla richiesta del 2020, avrebbe di certo evitato i disastrosi esiti riguardanti la stazione sciistica. Non basta né la rappresentanza eventuale dei Maestri, né servirà l'incontro pubblico del 18/12, perché la montagna è appunto un bene comune, e il suo futuro va tracciato con metodo, tenendo conto dei suo tanti aspetti, ruoli e del contesto anche climatico in cui viviamo.

Anche perché qui ci troviamo ancora di fronte a un vero paradosso, che l'ostinata chiusura dell'ente ai contributi della comunità ha consentito di portare alle estreme conseguenze: perché le dichiarazioni dello stesso Fioravanti che imputano al "gestore" le ragioni della chiusura della stazione rivelano che ancora oggi, come denunciato 12 anni fa dalla petizione di cui sopra, si è continuato a convivere ed accettare, anche sotto presidenza Fioravanti, in barba allo stesso statuto dell'ente, un clamoroso conflitto di interessi, al punto che mentre la cittadinanza non ha rappresentanza nel CoTuGe pur avendola chiesta più volte, un qualche "gestore" privato, che non ha alcuno spazio istituzionale a norma di statuto, ha addirittura avuto il potere di far saltare tutta la baracca! Peraltro al momento non esiste contratto di gestione, quindi nemmeno alcun gestore!

Va chiuso una volta per tutti il conflitto di interessi, va restituita la rappresentanza della città nei meccanismi dell'ente, in modo da far valere l'intelligenza e competenza collettiva nel tracciare il futuro di questo preziosissimo bene comune che è la Montagna dei Fiori: ribadendo la richiesta del 2020, si costituisca per lo meno un organo consultivo, con un apposito regolamento, per dare voce istituzionale e sistematica ad attori della cittadinanza in sintonia con le missioni dell'ente (art.1 dello statuto).

Quanto a D'Angelo, ci limitiamo a dire che prima di lamentare la mancanza di strategia, magari prima o poi si degnerà di spiegare i silenzi assoluti con cui accolse sia la petizione del 2013 di cui sopra, sia Nuova Montagna dei Fiori e le sue proposte di sviluppo. Il resto è solo strumentale fuffa".

Riproduzione riservata

Commenti