Cinghiali, parte corso autodifesa. Coldiretti Ascoli Fermo: “Urge piano di controllo straordinario di Regione Marche”
di Redazione Picenotime
giovedì 16 maggio 2024
È partito a Valmir di Petritoli il corso per l’autotutela del fondo agricolo rivolto agli agricoltori, muniti di porto d’armi, che potranno così difendersi dalle continue incursioni dei cinghiali che devastano campi e distruggono raccolti. Ad annunciarlo è la Coldiretti Ascoli Fermo che ha accolto decine e decine di richieste provenienti dalle due province e ha attivato la formazione obbligatoria prevista per legge. Quella dell’autotutela del fondo è solo una delle strategie che Coldiretti ha voluto mettere in campo, chiedendo e ottenendo leggi specifiche dai governi che negli anni si sono succeduti, per contenere la popolazione degli ungulati. Ad esempio l’attuale Governo, con la Legge di Bilancio 2022, recependo una precisa richiesta della Coldiretti, ha finalmente aggiornato la Legge 157 del 1992 sulla caccia, introducendo l’articolo 19ter con cui autorizza le Regioni a redigere ed attuare un “piano straordinario” per la gestione e il contenimento della fauna selvatica.
“È urgente però che la Regione Marche colga questa opportunità – intervengono Stefano Mazzoni e Francesco Goffredo, Presidente e Direttore di Coldiretti Ascoli Fermo – con la quale sarà possibile intervenire in modo straordinario nel contenimento dei cinghiali tutto l’anno, con abbattimenti selettivi e gabbie di cattura, senza alcun impedimento da parte di ISPRA, ovunque anche in aree urbane, periurbane, nei parchi e nelle aree protette, persino in collaborazione con gli agricoltori titolari di porto d’armi”. Inoltre – sottolinea Coldiretti – con la peste suina nella confinante regione Lazio sono a rischio anche gli allevamenti suini delle province di Ascoli e Fermo.
“Trattandosi ormai di una situazione fuori controllo, non più arginabile con gli strumenti ordinari, avevamo chiesto anche l’intervento dell’Esercito – commentano Mazzoni e Goffredo – e il Governo finalmente ne ha preso coscienza con il nuovo DL AGRICOLTURA, che proprio ieri ha ricevuto il nullaosta del Quirinale, con cui ha schierato un contingente di 177 soldati dandogli compiti di bioregolazione (leggasi caccia al cinghiale) e consentendo l’utilizzo di tutte le dotazioni di armamento di cui sono forniti.”
Nei mesi scorsi, infine, Coldiretti Marche ha chiesto e ottenuto dalla Regione finanziamenti per difendere gli allevamenti di maiali. Finora nessun focolaio è stato riscontrato nella nostra regione ma il virus veicolato dai cinghiali, innocuo per l’uomo ma letale per i suini, è una spada di Damocle sulla zootecnia e, in generale, sull’economia delle aree interne. Basti pensare che dove sono state attivate le misure sanitarie per contrastare la diffusione del virus, oltre all’abbattimento dei capi sono state previste anche l’interdizione delle aree, il divieto di raccogliere funghi e tartufi, le attività di pesca e perfino il trekking e le passeggiate in mountain bike e tutte le altre attività che potrebbero portare a un’interazione diretta o indiretta con i cinghiali infetti.
È ancora in gestazione dopo il passaggio in Commissione consiliare ma fa già parecchio discutere la nuova pdl sulla caccia con Coldiretti Marche che annuncia fin da subito una mobilitazione se non saranno accolte le richieste degli agricoltori. A partire proprio dalla volontà di introdurre un limite massimo di utilizzo delle risorse degli ATC per eventuali maggiorazioni sui danni arrecati alle colture. “La certezza del risarcimento del danno deve essere sempre garantita”, tuonano da Coldiretti Marche, che punta il dito anche contro l’assenza delle nuove disposizioni nazionali previste dall’art. 19 ter della Legge 157/92 introdotte con la Legge di Bilancio 2023 “che permettono di intervenire con la selezione in casi eccezionali anche nelle zone vietate alla caccia, compresse le aree protette e quelle urbane, sempre anche nei giorni di stop venatorio. I cinghiali sono responsabili del 75% dei danni in agricoltura e l’Osservatorio Asaps anche di 11 incidenti stradali con feriti gravi nella nostra regione. Il Piano di Contenimento della specie, scaduto nel 2023, è stato prorogato, ma non rinnovato, cosi come stiamo assistendo inermi alla mancata approvazione del piano di contenimento della Pesate Suina. “Siamo molto preoccupati perché nonostante le rassicurazioni stiamo assistendo a interventi che, nella migliore delle ipotesi, sono troppo timidi rispetto a un’emergenza che mette a repentaglio l’economia dei territori e la sicurezza dei cittadini”, dicono da Coldiretti Marche. I nodi? Tutti rinviati. Nessun accenno infatti al Regolamento unico per gli Atc, la cui situazione rimane identica – e quindi priva di controlli efficaci sulla loro operatività. “Su questo aspetto – aggiungono gli agricoltori – la legge istituisce una commissione consultiva regionale che tuttavia prevede la partecipazione dei controllati, gli Atc, appunto, e dei cacciatori ma in numero notevolmente superiore rispetto agli agricoltori. Vanno esclusi gli Atc che sarebbero soggetto controllante e controllato e ci deve essere ovviamente pari rappresentanza”.
© Riproduzione riservata