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Segretari PD del cratere Sciapichetti, Piermartiri e Ameli: “Importante ristabilire verità su numeri ricostruzione”

di Redazione Picenotime

sabato 10 agosto 2024

Riceviamo e pubblichiamo nota dei segretari provinciali PD del cratere sismico Francesco Ameli (Ascoli), Luca Piermartiri (Fermo), e Angelo Sciapichetti (Macerata) sulla ricostruzione post sisma.


Se il commissario dialoga in maniera istituzionale con stakeholder del territorio e associazioni di categoria fa esattamente quello per cui è stato nominato, e sicuramente non ha bisogno di anomale difese di parte che non fanno bene al territorio. Ma i numeri della ricostruzione e del rallentamento delle pratiche elaborati dai consiglieri regionali PD sono un dato oggettivo, non strumentalizzabile. Con l’attuale commissario sono state evase mediamente 4,94 pratiche al giorno con l’erogazione di 83.134.735 di euro al mese mentre con Legnini 7,81 al giorno e i contributi concessi addirittura 121.912.395 euro. Anche le richieste di finanziamento sono dimezzate: si è passati dalle 5mila annue del 2020/2022 contro le 2500 circa del 2023/2024. E mancano ancora decine di migliaia di abitazioni da riparare. Numeri che tolgono l’aureola salvifica al commissario e che impongono una serie di riflessioni sul futuro della ricostruzione nel cratere sismico. A fronte degli oltre 450 comunicati stampa, e delle centinaia di migliaia di euro spesi per una non ben definita comunicazione, mostre e iniziative varie ancora non si vede nemmeno una delle grandi misure annunciate (e di cui abbiamo bisogno) dalla “filiera istituzionale” di destra per le aree colpite dal terremoto.

Il Governo Meloni, di cui il Commissario fa parte a pieno titolo, ha bocciato gli emendamenti dei parlamentari PD per la ZES Marche e cratere senza che alcune associazioni di categoria battessero ciglio. Un fatto grave e senza precedenti soprattutto perché era quella l’unica occasione per poter intervenire in sede parlamentare. Una beffa al quadrato se pensiamo che la dotazione finanziaria della ZES è stata raddoppiata. Ora c’è necessità di soluzioni immediate, nonostante il commissario latiti sul tema perché più impegnato in conferenze itineranti: con l’impossibilità di compensare i crediti e quindi con il blocco del superbonus, di fatti la ricostruzione sta subendo uno stop immediato per due fattori. Da un lato i cittadini, giustamente, non si possono caricare sulle spese extra per tornare nelle loro case e dall’altro, le imprese non ritengono più conveniente operare nella ricostruzione a causa delle normative intervenute sulla cessione dei crediti. In alternativa serve una nuova, immediata e sostanziale revisione dei costi parametrici della ricostruzione, superiore al 20%. Ma per farlo sono necessarie nuove risorse strutturali, che con il governo Meloni non sono ancora mai arrivate esarebbe grave che si usassero quelle già stanziate dai governi precedenti.”

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