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Maltrattamenti carceri minorili, Ama Aquilone: ”L’importanza di un approccio terapeutico che guarda alla persona“

di Redazione Picenotime

lunedì 29 aprile 2024

È un percorso quotidiano basato sulla cura, sulla meraviglia e sulla capacità di vedere la bellezza attraverso le fragilità quello che caratterizza la cooperativa sociale Ama Aquilone. Anche alla luce degli episodi di maltrattamenti seriali, emersi solo di recenti e avvenuti all’interno delle carceri minorili, Francesco Cicchi, presidente e fondatore della cooperativa con sede a Castel di Lama, ribadisce l’importanza di un approccio differente, che guardi alla persona, alla sua unicità e ai suoi mille mondi. «Questi episodi continuano a scuotere la coscienza collettiva, sospesa tra la prospettiva di una “rieducazione” e la necessità di rispettare, ad ogni costo, i diritti umani» aggiunge. Cicchi fonda, nei primi anni Ottanta, l’associazione L’Aquilone che nel 1987 inizia una collaborazione con l’associazione Ama. Da questa collaborazione, prende vita, negli anni Novanta, la Cooperativa Ama Aquilone. «All’inizio, soltanto l’associazione Ama si occupava di tossicodipendenti, mentre L’Aquilone si rivolgeva ai senza fissa dimora, ai rom, ai bambini in affido - spiega il presidente Cicchi – In quegli anni l’approccio diffuso era quello delle comunità chiuse, molto rigide con un metodo, delle regole e tempi scanditi Tutto questo senza tener conto che invece l’anima non è etichettabile in un metodo. Per questo all’interno delle nostre strutture facciamo un grandissimo lavoro tecnico dove al centro rimane sempre la persona con la sua storia e il suo percorso. Al centro, dunque, non c’è la tossicodipendenza, ma la persona con i suoi mondi, per questo Ama Aquilone si basa sull’utilizzo consapevole di tanti approcci terapeutici differenti». «I nostri servizi sono accreditati con il sistema sanitario, nell’équipe abbiamo psichiatri, psicologi, educatori, siamo una delle pochissime realtà in Italia a sperimentare la stimolazione transcranica contro la dipendenza da sostanza. L’aspetto scientifico è importante, ma non tutto si riduce alla tecnica - sottolinea - Ci vuole uno sguardo che vede e che porta alla luce, come una carezza, perché la vita di un tossico non ha né ombre né luci, è tutto uguale, ogni giorno identico a se stesso, nella continua ricerca del benessere immediato, spinti dalla paura di stare male. Non cerchiamo di dare risposte, ma di fare in modo che ogni persona con cui camminiamo cominci a porsi delle domande. Il cambiamento è un processo quotidiano fatto di piccoli gesti che hanno una ritualità profonda». Dai servizi e dalle comunità di Ama Aquilone presenti nel territorio Piceno, sono passate più di 7mila persone, non tutte con problemi di dipendenza: ogni giorno sono accolti 150 tra uomini, donne, bambini e adolescenti. 

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