Comunicati Stampa
di Redazione Picenotime
Tra le valli e gli altopiani dell’Ascolano, dove la vita delle comunità delle aree interne è strettamente legata al territorio, si è svolto sabato 30 agosto a Palmiano (AP), all’interno della 23ª Sagra della Patata, il convegno “La Pataticoltura nelle aree interne delle Marche: la Patata dei Sibillini”. L’evento ha offerto l’occasione per riflettere su come un prodotto semplice come la patata possa diventare motore di economia, identità e resilienza per le aree interne della regione. L’iniziativa è stata promossa da un’ampia rete di partner istituzionali e territoriali: il Comune di Palmiano, la Regione Marche, BIM Tronto – Bacino Imbrifero Montano del Tronto, la Pro Loco Palmiano, Città della Patata, AMAP Marche e l’Unione Montana Tronto e Valfluvione.
“La pataticoltura – ha dichiarato Giuseppe Amici Presidente UNCEM Marche e dell’Unione Montana Tronto e Valfluvione – è molto più di un’attività agricola: è un elemento identitario delle nostre comunità interne, capace di coniugare tradizione, innovazione e sviluppo locale. La Patata dei Sibillini racconta storie di agricoltori che hanno saputo adattarsi a un territorio difficile, tra montagne e altopiani, preservando la biodiversità e creando prodotti di qualità riconosciuta. Ma non si tratta solo di tradizione: quando la coltivazione si struttura in filiera, i produttori condividono conoscenze e innovano i processi, garantendo qualità certificata, continuità produttiva e maggiore accesso ai mercati. Questo significa posti di lavoro, reddito stabile, economia sostenibile e un legame più forte tra comunità, territorio e consumatori”.
Uno dei temi centrali dell’incontro è stato sviluppato da AMAP – Agenzia per l’innovazione nel settore agroalimentare e della pesca, che coordina la Filiera Patata Marche. La filiera unisce produttori, trasformatori e distributori, assicurando qualità certificata attraverso il marchio QM – Qualità Garantita dalle Marche, disciplinari condivisi, formazione degli operatori, controlli multiresiduali e tracciabilità completa dalla coltivazione fino al consumatore.
Le produzioni si distribuiscono su territori con caratteristiche molto diverse tra loro. Nella Bassa Val di Chienti, gli appezzamenti di grandi dimensioni e la disponibilità idrica favoriscono produzioni precoci e abbondanti. La Valle del Musone, con piccole aziende concentrate in un’area circoscritta, garantisce quantità più modeste ma costanti, fondamentali per il mercato locale e per la vendita diretta. A Colfiorito, altopiano a circa 900 metri, il microclima e il terreno fertile permettono di ottenere patate di alta qualità, ideali anche per la trasformazione e il confezionamento. Nelle zone interne della provincia di Ascoli Piceno, dove la coltivazione avviene in asciutta, si ottengono patate di montagna dalle caratteristiche uniche, simbolo della resilienza delle comunità interne.
La filiera coinvolge diverse realtà produttive e trasformative, tra cui Hortus Trade (capofila e concessionario QM), Coppari Pierluigi, F.lli Paris, Fainelli Antonio, Spinsanti Elena, F.lli Zagaglia, GD Valmusone, Patasibilla e Agricolfiorito, distribuiti tra Corridonia, Osimo, Serravalle del Chienti e Pollenza. Grazie a questa collaborazione regionale, è possibile garantire un’offerta diversificata: patate fresche in sacchi da 2,5, 5 e 10 kg e patate precotte sottovuoto da 2,5 kg, sempre con standard di qualità certificati.
Dal punto di vista economico, la filiera della patata rappresenta una vera opportunità per le aree interne, dove le dimensioni aziendali ridotte e la scarsità d’acqua rendono difficile competere sui mercati di massa. Strutturare la produzione in filiera consente di aumentare il potere contrattuale dei produttori, garantire continuità di offerta e migliorare l’accesso ai mercati locali e nazionali. Sul piano sociale, la filiera sostiene occupazione e reddito, rafforza il tessuto economico delle comunità e valorizza la cultura alimentare del territorio.
Il percorso di certificazione QM, avviato nel 2024 e concluso con l’immissione sul mercato dei primi prodotti certificati nel luglio 2025, dimostra come la combinazione di innovazione tecnica, qualità certificata e collaborazione territoriale possa generare valore aggiunto per i produttori senza compromettere le caratteristiche uniche dei prodotti locali.
La 23ª Sagra della Patata ha confermato che la Patata dei Sibillini non è solo un’eccellenza gastronomica, ma uno strumento concreto di sviluppo economico e sociale per le aree interne delle Marche. La valorizzazione dei prodotti locali, unita a strategie di filiera e certificazione, può diventare un volano di crescita sostenibile, rafforzando identità, economia e futuro dei territori montani.