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Coldiretti Marche, vola export agroalimentare nel primo semestre 2023. Allevatori più forti col patto con l'Umbria

di Redazione Picenotime

martedì 12 settembre 2023

Le aziende zootecniche si mettono insieme per essere più forti e avere servizi migliori. Nasce sotto con questo proposito l'Associazione Allevatori dell'Umbria e delle Marche che ha già avuto, solo nella nostra regione, oltre 500 adesioni. Lo rende noto Coldiretti Marche che ha sostenuto l'iniziativa. L'associazione, a sua volta, è socia dell'Aia. L'obiettivo è quello di efficientare gli allevamenti, accrescere la qualità delle produzioni, migliorare gli aspetti che riguardano il benessere animale, promuovere tutte le azioni di divulgazione che possano accrescere la consapevolezza degli operatori rispetto al proprio lavoro e del pubblico verso il settore. A breve saranno eletti gli organi di rappresentanza che avranno anche ramificazioni capillari sui vari territori. "Marche e Umbria - spiegano da Coldiretti Marche - essendo regioni contigue hanno parecchio lavoro che può essere condiviso con reciproci benefici in settori già trainanti per entrambe le regioni". Rispetto alla carne di qualità in entrambe le regioni si alleva il Vitellone Bianco dell'Appennino Centrale (oltre 10 milioni di euro per l'Umbria e 8 per le Marche come valore di produzione) e l'Agnello del Centro Italia (1,3 milioni per le Marche, 149mila euro per l'Umbria). Questo per quanto riguarda le carni fresche mentre salumi e insaccati a denominazione hanno un impatto di 31 milioni per l'economia umbra e di 14 milioni per quella marchigiana. Al lavoro ci sono quasi 22mila aziende e un patrimonio zootecnico di oltre 600mila capi tra bovini, ovini, caprini e suini. "Un'arma in più per migliorare la vita delle imprese zootecniche - concludono da Coldiretti Marche - grazie a professionisti dedicati che affiancheranno le nostre realtà. Un ulteriore segnale di superamento di quei campanilismi che spesso sono stati dannosi nella nostra regione o comunque limitanti rispetto agli impegni e alle sfide da affrontare".

Made in Marche agroalimentare con il segno positivo nel primo semestre 2023. È un +3,4% il risultato del commercio con i paesi esteri secondo un’elaborazione di Coldiretti Marche su dati Istat con il valore degli scambi arrivato a quota 275 milioni di euro da gennaio a giugno nonostante tutte le difficoltà riscontrate tra aumento dei costi delle materie prime e meteo avverso. Tra le province Ancona è quella che maggiormente si affaccia nei mercati stranieri con 90 milioni di euro, seguita da Macerata a 58. Terza piazza per Pesaro con 56 milioni davanti ad Ascoli (55 milioni) e Fermo (13,9 milioni). Il vino raggiunge i 33 milioni di euro di scambi mentre 10 ne vale la pasta. La maggior parte delle produzioni agricole e manifatturiere del settore alimentare finiscono in area Ue (circa il 58%) con Germania e Francia che si confermano i nostri principali clienti rispettivamente con 38 e 23 milioni. Marche protagoniste anche sulle tavole di Stati Uniti (19 milioni) e Giappone (4 milioni). “L'agroalimentare marchigiano continua a rappresentare una fetta importantissima della nostra economia – spiega Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche –. La qualità delle produzioni, la filiera garantita e tracciata e la gestione responsabile delle risorse non rinnovabili fanno del nostro settore la prima risposta reale alle richieste di una società sempre più sensibile alle tematiche etiche ed ambientali." Lo scorso anno l’export agroalimentare marchigiano aveva superato i 555 milioni di euro.


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