Presidente Confindustria Ascoli Simone Ferraioli replica a dichiarazioni Consorzio dell'Oliva Ascolana del Piceno DOP
di Redazione Picenotime
martedì 04 marzo 2025
Riceviamo e pubblichiamo integralmente replica del presidente di Confindustria Ascoli Piceno, Simone Ferraioli, in merito alle dichiarazioni rilasciate dal Consorzio dell'Oliva Ascolana del Piceno DOP.
"Ritengo doveroso a nome dell’Associazione e a tutela delle aziende associate che rappresento replicare alle ultime gravi esternazioni a mezzo stampa del presidente del Consorzio. Inutile, girare attorno al tema centrale della questione, ovvero quello dei quantitativi, tentando di gettare fumo negli occhi dell’opinione pubblica, perché per chi non conosce la genesi di tutta la vicenda è comprensibile la spendita del proprio ruolo in difesa della posizione del Consorzio o, meglio, di ciò che viene raccontato da quest’ultimo.
Il fabbisogno attuale per la sola provincia di Ascoli Piceno (il consorzio in verità avrebbe come area geografica di riferimento anche le province di Fermo e Teramo) sarebbe di due milioni e trecentomila kg di oliva tenera ascolana annui, ovvero 23.000 quintali di olive verdi da destinare alla produzione/trasformazione in olive all’ascolana, a fronte dell’attuale disponibilità reale di oliva tenera DOP pari a meno di 100 quintali l’anno.
In sintesi, il prodotto attuale copre meno dello 0,5% del necessario, ed occorrerebbero almeno altri 2200 ettari di terra piantumata con oliva tenera, che andrebbero a regime tra 10-15 anni, in non meglio precisate praterie che in 20 anni il consorzio non ha mai trovato.
Ma la questione in realtà è ancora più grave perché i numeri di cui sopra considerano solamente il fabbisogno per la trasformazione in oliva all’ascolana, quando invece oggi quei 100 quintali scarsi sono destinati anche alla vendita delle olive verdi e alla produzione di olio di oliva tenera ascolana. Figuriamoci. Detto ciò, volendo fare un discorso più serio sulla tutela, e premesso che non a caso sono pochissime le DOP in Italia su prodotti diciamo composti, quali quello dell’oliva all’ascolana, vorrei chiedere al presidente Valenti se i consorziati produttori DOP tengono in considerazione anche le filiere delle carni e del pane grattato necessari per la preparazione del prodotto. Non credo, ma aspettiamo di essere smentiti.
E da ultimo, vorrei sempre chiedere al presidente del Consorzio, visto che accusa gli imprenditori di non aver investito nella produzione di oliva tenera, compito che semmai spetterebbe al mondo agricolo e non certo a quello dei trasformatori, per quale motivo non ha portato avanti il progetto, tanto trionfalmente annunciato, di prendere in gestione dal Comune di Ascoli Piceno la tenuta di Villa Sgariglia a Campolungo dove da anni sono presenti già a dimora circa 22 ettari di oliva tenera ascolana.
O meglio, visto che il Consorzio si era anche aggiudicato la gara, come mai sono stati fatti scadere i termini per l’avvio dei lavori promessi nel progetto, tanto che la stessa aggiudicazione è stata considerata decaduta da parte del Comune che ha addirittura escusso una fideiussione di decine di migliaia di euro a titolo di penale? Stona perciò questo j’accuse alla nostra categoria quando il Consorzio stesso ha abdicato al suo ruolo, vincendo una gara di evidenza pubblica salvo poi non fare assolutamente nulla e facendo scadere i termini di operatività della concessione stessa per la gestione dei tanto agognati e preziosi ettari di oliva tenera.
Aldilà di tante parole spese, sono i fatti quelli che contano. E i fatti dicono che questo Consorzio e la sua governance sembrano inseguire quale unico obiettivo quello di distruggere l’attuale produzione locale di olive all’ascolana e creare un microscopico, inutile, monopolio su una denominazione che dovrebbe al contrario generare sviluppo, incremento di occupazione ed una maggior remunerazione per un’intera filiera e per tutto il territorio. Miopia o malafede?".
Questa la replica del Consorzio Tutela e Valorizzazione Oliva Ascolana del Piceno DOP attraverso una nota ufficiale: "Il Consorzio Tutela e Valorizzazione Oliva Ascolana del Piceno DOP ha uno specifico ruolo istituzionale attribuito dal Ministero dell’Agricoltura, al quale risponde del proprio operato. Quindi, sussiste un vero obbligo di replica alle dichiarazioni del dr. Simone Ferraioli vista la gravità e non veridicità di quanto dichiara a nome della importante e autorevole associazione Confindustria di Ascoli Piceno. L’aggiudicazione della gara ad evidenza pubblica per la gestione dei terreni del Comune di Ascoli Piceno in zona Campolungo è venuta meno per esclusiva responsabilità dell’impresa capofila, impresa del tutto estranea al Consorzio e anche ai singoli Consorziati, così come attestato formalmente con provvedimento ANAC Autorità Nazionale Anticorruzione. Spiace che, coinvolgendo l’autorevole nome di Confindustria, vengano introdotti alcuni temi, solo a scopo polemico, senza conoscere i fatti documentali e documentabili. In merito ai quantitativi di produzione e ad asseriti “fabbisogni” di cui il dr. Ferraioli continua a scrivere, viene da dire che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire: l’augurio sincero a tutte le imprese di Confindustria, e non solo, è quello di aumentare in modo esponenziale la produzione di olive farcite o ripiene. Attribuire cose diverse al Consorzio è offensivo e pretestuoso. Stupisce infine che il Pres. Confindustria Ascoli Piceno insista volutamente ad equivocare tra la valorizzazione di una DOP e la creazione di un monopolio. La DOP non è un ostacolo alla libera iniziativa economica ma uno strumento di tutela collettiva. Da Confindustria ci saremmo aspettati la difesa della corretta informazione al consumatore, a tutela degli imprenditori che investono sull’eccellenza agroalimentare italiana".
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