''Il nostro progetto è ambizioso, ma necessario per portare un cambiamento nella regione Marche. Vogliamo una regione cucita, coesa, sostenibile, attrattiva per i giovani e competitiva in Europa'', così Matteo Ricci in occasione dell’ultima tappa del suo tour nei teatri con 'La primavera delle Marche', che si svolto al teatro dei Filarmonici di Ascoli Piceno, strapieno per l’occasione. ''In queste tappe nei teatri delle Marche, così come con il nuovo tour che sto portando avanti per visitare tutti i 225 comuni della nostra regione e 100 aziende delle Marche, porto con me la voglia del cambiamento che chiedono cittadini e imprese - dice Ricci - lo dimostra anche la recente vittoria del centrosinistra a Osimo con Michela Glorio, candidata sostenuta da una larga coalizione civica e progressista. Una bellissima e meritatissima vittoria. Michela ci ha creduto fino in fondo, ha vinto tra la gente, con un progetto credibile che dimostra che il cambiamento è possibile e sta già iniziando''.
La visione di Ricci punta lontano, con l’obiettivo di costruire una regione coesa, moderna e competitiva: ''Non bastano promesse elettorali: serve una visione al 2050. Un nuovo modello di sviluppo centrato sulla qualità della vita, sulla coesione sociale e sulla sostenibilità. Salute, istruzione, ambiente e aspettativa di vita devono guidare ogni nostra decisione''.
Uno dei punti centrali del programma è la sanità pubblica, oggi in forte sofferenza. Ricci denuncia con forza le lunghe liste d’attesa, la crescita della mobilità passiva e, soprattutto, il numero allarmante di persone che rinunciano del tutto a curarsi: ''Senza un investimento strutturale pari ad almeno il 7% del PIL, rischiamo di non garantire più il diritto alle cure. Il governo Meloni è tornato a fare tagli. Perché per loro, così come per la giunta Acquaroli, la sanità privata è sostitutiva di quella pubblica. Per noi invece è sempre stata integrativa. È una differenza culturale profonda. Così come è profonda la differenza cultura politica tra noi e loro. Basta pensare al silenzio del presidente Francesco Acquaroli, sulle liste d’attesa. Il governo ha scaricato la colpa sulle regioni e tutti i governatori si sono arrabbiati, tutti… tranne lui. Perché per loro vengono sempre prima gli ordini del partito dei cittadini, anche quando si parla della salute dei marchigiani''.
Emblematico in tal senso è il caso di Francesco Migliorelli, il pensionato rimasto sei giorni al pronto soccorso in attesa di un letto. Ricci lo ha incontrato e ha denunciato un clima di repressione e paura: ''Tenere una persona sei giorni al pronto soccorso dimostra la difficoltà che sta vivendo la sanità marchigiana. Identificare un pensionato per una protesta pacifica è il segno di un fallimento. La giunta Acquaroli ha smantellato la sanità e ora reprime chi chiede solo dignità e rispetto per un diritto fondamentale. Questo clima intimidatorio vale anche per chi lavora nella sanità. Molti medici e infermieri hanno paura di incontrarmi. Temono di subire ripercussioni. È lo stesso clima che si è respirato il 25 aprile con Lorenza, per aver esposto un cartello che celebrava la giornata della liberazione''.
''La crisi della sanità non è però l’unica emergenza - evidenzia Ricci - le aree interne stanno morendo lentamente. Le Marche non sono solo la costa. Se chiude una scuola in montagna, muore una comunità. Non possiamo permetterlo”. Tra le sue proposte concrete, ci sono 30.000 euro a fondo perduto per chi decide di andare ad abitare nelle zone montane, trasporto scolastico e nidi gratuiti, e incentivi per medici di base nelle aree disagiate: “Servono azioni forti, ora. Non fra dieci anni''. Anche sul fronte infrastrutturale, Ricci è netto: ''Dicevano che avrebbero chiuso i cantieri dell’autostrada a sud. Dopo cinque anni, non hanno nemmeno deciso cosa fare. È l’ennesima promessa non mantenuta. È l’ennesima non decisione che pagano i marchigiani''.
Parla anche dell’aeroporto di Falconara come infrastruttura strategica da rilanciare: ''Bisogna mettere insieme gli aeroporti del centro Italia e costruire un sistema che non si accontenti di cinque voli vuoti al giorno''. Dal rilancio del territorio alla transizione economica, Ricci guarda anche al futuro dell’industria: ''Le Marche vivono di manifattura. Senza industria, la regione si spegne. Dobbiamo creare un hub per l’intelligenza artificiale applicata all’industria, a sostegno delle piccole imprese. L’innovazione deve essere accessibile a tutti - i suoi tre pilastri per l’economia sono chiari - intelligenza artificiale, economia verde e manifattura 4.0''.
Anche sull’agricoltura, Ricci non fa sconti: ''Gli agricoltori sono stati abbandonati. I mercati sono bloccati, i prezzi sono bassi, i costi energetici alle stelle. Servono interventi rapidi e un piano serio per l’export e la promozione dei prodotti marchigiani''. ''In ogni angolo delle Marche ho respirato una voglia enorme di cambiamento - conclude Ricci - le persone chiedono ascolto, rispetto, concretezza. Ed è quello che porteremo''.