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Elezioni regionali, Uncem Marche: dieci proposte per la montagna ai candidati

di Redazione Picenotime

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Le elezioni regionali del 28 e 29 settembre saranno decisive anche per il futuro delle aree interne. Per questo Uncem Marche ha messo sul tavolo una piattaforma di proposte rivolta ai candidati presidenti e consiglieri. Un documento che parte da una richiesta forte: la Regione deve dotarsi di un assessore alla Montagna e alle Foreste, una figura politica di riferimento capace di coordinare strategie e investimenti, in dialogo costante con sindaci, comunità e imprese. Non un ruolo simbolico, ma il perno di politiche che non considerino più le montagne come territori marginali, bensì come risorsa vitale per l’intera regione.

Da questa premessa, Uncem articola dieci priorità. La prima è il superamento del digital divide, con banda ultralarga e 5G ovunque, perché senza connettività non c’è sviluppo economico né servizi moderni. Accanto a questo, la riforma degli enti locali deve portare a Unioni di Comuni stabili e solide, in grado di gestire insieme politiche e servizi superando municipalismi e frammentazioni.

Sul piano economico e sociale, servono vere politiche di perequazione territoriale: sgravi fiscali, incentivi alla residenzialità e sostegno a chi sceglie di vivere o fare impresa in montagna. Uncem chiede anche di mettere al centro agricoltura e foreste, con filiere produttive forti, posti di lavoro e una gestione attiva dei boschi che diventi leva di sviluppo.

La sicurezza del territorio non può più attendere: nuove norme e risorse sono indispensabili per la difesa del suolo e la prevenzione del dissesto idrogeologico. Allo stesso tempo, le Marche devono trasformarsi in una sola grande Green Community, puntando sulle energie rinnovabili e sulla transizione ecologica come occasione di lavoro e innovazione.

Il turismo non deve limitarsi a mare e costa: occorre investire in un turismo di comunità, legato a paesi vivi, autentici e capaci di offrire esperienze rispettose dell’ambiente e delle persone. In parallelo, la Regione deve salvaguardare scuola e cultura, con una rete scolastica capillare, attenzione ai giovani e valorizzazione delle lingue e tradizioni locali.

Sul fronte dei servizi essenziali, Uncem chiede una sanità che non abbandoni i piccoli centri: più medici e pediatri, telemedicina, un’ambulanza in ogni comune e strutture diffuse per la terza età. Infine, la piattaforma propone un nuovo modo di abitare l’Appennino, puntando sulla riqualificazione edilizia, la rigenerazione dei borghi e soluzioni innovative come co-housing e spazi per il lavoro a distanza.

Non chiediamo assistenzialismo – afferma Marco Bussone presidente nazionale Uncem – ma politiche strutturali e durature, capaci di rendere le Marche una Regione moderna, verde ed europea. Una Regione che guardi alle montagne come motore di sviluppo e laboratorio di sostenibilità. Le Marche hanno bisogno di una svolta. Serve un assessore alla Montagna e alle Foreste che faccia da punto di riferimento. Non bastano buone pratiche: vanno costruite politiche vere, capaci di dare valore a comunità, imprese e territori. La montagna non è un residuo, è il cuore pulsante di un’Italia che vuole crescere”.

Questi dieci punti – ha rimarcato Giuseppe Amici presidente Uncem Marche – sono la bussola per chi si candida a governare la Regione. Vogliamo attenzione concreta, visione di uno sviluppo economico, produttivo e sociale. Le aree interne possono essere una risorsa se la politica sceglierà di investire davvero, dialogando con i sindaci e con le comunità”.

La montagna va raccontata – ha concluso Giancarlo Sagramola, vicepresidente Uncem Marche – con progettualità, non con nostalgia. Qui ci sono lavoro, imprese, scuola, sanità, turismo e cultura che vanno sostenute con politiche strutturali. Le Marche possono diventare un modello nazionale di coesione tra città e valli”.


I DIECI PUNTI DI UNCEM MARCHE


  1. Digital divide – Banda ultralarga e 5G ovunque.

  2. Unioni di Comuni – Riforma e gestioni associate stabili.

  3. Perequazione territoriale – Sgravi e incentivi per chi vive e lavora in montagna.

  4. Agricoltura e foreste – Filiere produttive e nuova occupazione.

  5. Difesa del suolo – Prevenzione del dissesto e sicurezza del territorio.

  6. Green Community – Energie rinnovabili e transizione ecologica inclusiva.

  7. Turismo di comunità – Paesi vivi, autentici e integrati con città e coste.

  8. Scuola e cultura – Rete scolastica, giovani protagonisti e lingue locali.

  9. Sanità e welfare – Più medici, telemedicina, servizi diffusi e attenzione agli anziani.

  10. Nuovo abitare l’Appennino – Rigenerazione dei borghi, co-housing, edilizia sostenibile.

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Commenti

Andrea
giovedì 11 settembre 2025

Creare zone omogenee (stessi problemi) sovracomunali per gestire meglio tanti servizi.
Esempio trasporti vari, sanità territoriale, Vigili urbani, enti tecnici come commissioni edilizie etc. etc.