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Italia Nostra Ascoli Piceno: “Sia resa possibile fruizione pubblica di una parte dell’antico Convento di San Domenico”

di Redazione Picenotime

In merito alla utilizzazione dei locali del Convento di San Domenico dei P.P. Predicatori di Lombardia di Ascoli Piceno, il prof. Gaetano Rinaldi, presidente di Italia Nostra- sezione di Ascoli Piceno 'William Scalabroni', lancia un appello attraverso una nota indirizzata al Sindaco di Ascoli Marco Fioravanti, al Direttore della Pinacoteca Civica Stefano Papetti e al Soprintendente Marche Sud Giovanni Issini.

"Tra i tanti Conventi presenti nella città delle Cento Torri si distingueva, per il pregio architettonico dell’edificio e per il valore delle opere d’arte esposte nella sua chiesa, quello di San Domenico dei P.P. Predicatori di Lombardia. Infatti in quest’ultima erano presenti due Polittici di Carlo Crivelli, quello di San Domenico ora detto Demidoff e quello di San Pietro Martire, un dipinto di Cola dell’Amatrice, uno di Paolo di Visso, uno di Ludovico Trasi, uno del Simone De Magistris oltre ad altre pregevoli dipinti custoditi nella Sagrestia, compresa forse, un’altra opera del Crivelli.

Insomma una vera e propria raccolta di pregevoli opere d’arte. Ma poi c’è stata la completa dispersione di tutti questi capolavori. Addirittura la stessa chiesa nel 1766 riedificata dalle fondamenta su progetto di Lazzaro Giosafatti, che come sostiene Gianbattista Carducci “ diresse con freddezza mortale la sua architettura”, è stata poi completamente ristrutturata per trasformarla in un’ anonima palestra di un edificio scolastico.

La sorte più inverosimile è toccata alle opere del sommo Crivelli. I suoi polittici sono stati in buona parte smembrati e dispersi nei musei di tutto il mondo. Fortunatamente solo al Polittico di San Domenico è toccata, per modo di dire, una sorte migliore in quanto pur privo della predella e della cimasa risulta integro per il resto ed esposto, come polittico Demidoff, nella National Gallery di Londra.

Ora sembra che quello che resta della chiesa e dei locali del Convento verrà utilizzato, con fondi del cosiddetto Pinqua, per realizzare un' hausing sociale intergenerazionale' per ospitare studenti della locale Scuola di Architettura e Design e persone della terza età.

Non si sa ancora, invece, quale destinazione si intende riservare al Chiostro del Convento dove sono ancora presenti affreschi realizzati da Sebastiano Ghezzi, padre di Giuseppe Ghezzi, Accademico di San Luca e Segretario di quella 'Dotta Assemblea' e ai locali contigui al Chiostro dove sono presenti o almeno erano presenti preziosi affreschi realizzati. Di questi purtroppo, non si riesce a conoscere lo stato di conservazione e se esistono ancora .

Mai infatti ne è stata consentita la visione. Solo una volta è stato possibile per un attimo intravedere l’affresco della crocifissione che copriva l’intera parete di fondo del probabile antico refettorio del Convento. Purtroppo la meravigliosa visione, in quella fortunata occasione, è stata proibita in malo modo dalle persone presenti nel locale. Non risulta peraltro che mai siano state effettuate indagini sull’origine e sull’autore degli affreschi e sullo stato di conservazione. Manca addirittura anche una minima documentazione fotografica.

Proprio per tentare di salvare questa prestigiosa memoria storica del monumento, la Sezione, da tempo, ha proposto che sia resa possibile una fruizione pubblica almeno di una parte dell’antico convento e in particolare del Chiostro e di tutti i locali attigui dove è sperabile siano ancora presenti gli affreschi di sicura e notevole qualità, realizzati probabilmente da Nicola di Ulisse da Siena.
In questi locali si potrebbe realizzare, come da tempo proposto dalla Sezione, Il Centro di Documentazione della Pittura di Carlo Crivelli e dei Crivelleschi per consentire una ricostruzione con metodi innovativi della triste vicenda della dispersione delle troppe opere del grande pittore veneziano di cui per tempo, forse, non si è compresa la grandezza.

Questa operazione, oltre a dotare la città di una struttura di grande importanza, sarebbe una sorta di risarcimento postumo nei confronti del grande artista veneziano diventato poi cittadino di Ascoli e qui deceduto nel 1495 e inumato probabilmente in un luogo anonimo di cui non si conosce l’ubicazione.

E’ augurabile comunque, che nell’immediato si accerti almeno lo stato di conservazione degli affreschi presenti nell’antico refettorio del Convento e si indaghi sulla eventuale presenza in altri locali di altri affreschi coperti da intonaci o tinteggiature e che si decida, finalmente, di destinare almeno questi ultimi a sede del Centro di Documentazione e Studio dedicato alla pittura di Crivelli e dei Crivelleschi".

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