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Coordinamento Nazionale Fusione Comuni: "Auspichiamo capacità futuri consiglieri regionali in materia di cicloturismo"

di Redazione Picenotime

Riceviamo e pubblichiamo integralmente le osservazioni di Carlo Clementoni, FCCN – Coordinamento Nazionale Fusione Comuni, in merito alla situazione del cicloturismo e bike sharing nella Regione Marche e in particolare nella zona del Piceno.

"La crisi sotto l’ombrellone non ha risparmiato nessuno, neppure San Benedetto del Tronto. Peccato però che oltre alle congiunture nazionali, il turismo della Riviera delle Palme soffra da sempre anche di altri problemi. Le Marche, soprattutto meridionali, nonostante la maggior lontananza dal nord Italia e malgrado un bacino di utenza “diretto” oggettivamente limitato per demografia e reddito, sono state sempre penalizzate dal grave deficit infrastrutturale (ferrovie, autostrade e voli). Ma questa è una lunga storia. Ad ogni modo, nel confronto con la costa romagnola un conto è appartenere a una regione il cui entroterra è costituito da realtà come Bologna, Modena, Reggio Emilia e Parma oltre alla Lombardia, un altro invece è poter contare su un serbatoio turistico come Ascoli, Rieti, Fermo, Macerata, Jesi, Fabriano ed anche Perugia, considerando che i maggiori fruitori delle spiagge provengono dalla stessa regione o da aree limitrofe. Osservando le imminenti elezioni delle Marche e visto che l’organizzazione del turismo è demandata alle Regioni, si auspica nelle capacità dei futuri consiglieri regionali in materia di cicloturismo.

Tenendo presente che gli assessori comunali spesso a causa della visione localistica tendono a provocare frammentazioni evidentemente in antitesi con la legge regionale e l’istituzione dei Sistemi Turistici Locali ovvero di aggregazioni di aree omogenee e offerte integrate ben oltre i confini amministrativi. Per questo, non dovrebbe sfuggire l’atteggiamento dell’amministrazione Sambenedettese, oramai a fine mandato, e la gestione del Bike sharing a pedalata assistita rimasto purtroppo in fase embrionale.

L’amministrazione del comune con la più alta densità turistica delle Marche, infatti, non ha ancora organizzato un servizio di noleggio bici, attendendo la realizzazione dei PUMS per individuare i punti dove collocare le postazioni delle bici, come se la viabilità di San Benedetto avesse dimensioni metropolitane. Una decisione che comporta un inspiegabile ritardo se confrontato con la costa abruzzese.

Dopotutto, allargando la ricerca, anche lungo la costa marchigiana non c’è granché ad eccezione di Pesaro e Senigallia che però offrono il noleggio delle bici a costi eccessivi, dai 12€ ai 20€ all’ora!

Nonostante tutto, l’anno prossimo ci sarà una grande novità, vale a dire, l’inaugurazione del ponte ciclopedonale sul Tronto che oltre a simboleggiare il collegamento e il passaggio tra due realtà separate offrirà la possibilità di ripensare il territorio in maniera nuova.

Tuttavia, nonostante chilometri di piste ciclabili uniche nel panorama internazionale nessuno si è attivato per coordinare gli enti locali e favorire progetti regionali e magari interregionali.

Più in generale, i turisti moderni per raggiungere le nostre coste si muovono sempre più spesso con i mezzi pubblici, limitando in ogni caso l’uso delle auto. Non a caso il bike sharing attraversa un vero e proprio boom.

A proposito, la nostra zona è indicata per offrire una intermodalità treno + bici straordinaria che permetterebbe di aggregare in un‘unica rete il medio-adriatico, presentandosi al mercato internazionale con la pista ciclabile più lunga d’Europa vicino al mare e la possibilità di vivere centinaia di chilometri confidando nel trasporto ferroviario (fermate in media ogni 5 km), usufruendo di un servizio bike sharing in ogni stazione ferroviaria e in più punti delle città, gestito magari da una sola App.

A proposito, le stazioni FS da Porto d’Ascoli fino a Porto Sant’Elpidio non dispongono di ascensori e sarà così almeno per i prossimi 4-5 anni. Per questo non è pensabile che il turista faccia da sé trasportando le proprie bici per giunta nei pochi posti disponibili sui treni. E a quanto pare nemmeno gli scivoli installati sulle scale delle stazioni appaiono adeguati per trasferire le bici. Altro che politiche family friendly!

A maggior ragione lo sviluppo del bike sharing non è più rinviabile perché le bici si troverebbero fuori dalle stazioni e nessuno sarebbe costretto a portarsele da casa spingendole su per i binari fino al treno.

In ogni caso, ciò che ha realizzato il vicino Abruzzo e buona parte della costa teramana dovrebbe creare imbarazzo agli amministratori marchigiani. Ad esempio è possibile noleggiare le bici a Pineto, visitando Roseto, Giulianova, Tortoreto e Alba Adriatica depositando le bici in uno di questi comuni, ritornando poi in treno e viceversa.

Inoltre, sempre per rendere l’idea si potrebbe partire da San Benedetto del Tronto con il treno senza la necessità di trasportare la propria bici perché scendendo in certi comuni della Costa dei Trabocchi è possibile noleggiare le bici a pedalata assistita restituendole in altri comuni in piena libertà. Il costo è di €2 all’ora.

I futuri consiglieri regionali marchigiani dovrebbero evitare che ogni comune faccia da sé realizzando un progetto unitario e flessibile a beneficio pure dei costi. Anche perché pagare €20 al giorno per fare un giro in bici come avviene ad Ascoli francamente è troppo. Le tariffe uniche appartengono al passato".

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