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San Benedetto, Finanza sequestra oltre 10mila prodotti con marchio contraffatto

di Redazione Picenotime

giovedì 21 luglio 2016

Otto container sequestrati contenenti oltre 10mila prodotti con marchio "CE" contraffatto per un valore di 2,5 milioni di euro più una denuncia per una imprenditrice. Questo il frutto dell’intensificazione dell’azione del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno a prevenzione e contrasto di ogni tipologia di contraffazione e abusivismo commerciale nell’esercizio delle peculiari prerogative di polizia economica e finanziaria e nel quadro di precise direttive strategiche definite a livello centrale, tradotte a livello locale in un preciso dispositivo operativo a salvaguardia delle condizioni di tutela della sicurezza della collettività e della libera concorrenza dei mercati, con l’obiettivo di rendere sistematica sui territori delle province di Ascoli Piceno e di Fermo l’azione di contrasto che, attraverso la disarticolazione delle reti di vendita di prodotti illegali da parte delle imprese, conduca poi alla ricostruzione dei connessi profili d’interesse fiscale dei soggetti comunque coinvolti nella filiera del falso sino ad arrivare all’aggressione dei patrimoni così illecitamente accumulati.

In particolare, i finanzieri della Compagnia di San Benedetto del Tronto, sulla scorta delle linee guida di tale dispositivo e in esito ad approfondite analisi di rischio e di contesto finalizzate ad una mappatura delle citate fenomenologie illecite a livello provinciale, hanno preventivamente individuato una platea di soggetti operanti nel campo delle vendite on-line che, sulla base delle evidenze delle banche dati in uso al Corpo, sono risultati aver effettuato acquisti e importazioni di articoli di provenienza extracomunitaria e le cui caratteristiche potevano fondatamente deporre a favore dell’immissione in commercio attraverso la vendita on-line. La successiva elaborazione dei dati ed elementi così acquisiti ha portato, in particolare, a rivolgere l’attenzione su una impresa operante nell’entroterra sambenedettese.

Nell’ambito dell’attività di controllo così eseguita presso l’impresa – che, secondo quanto dichiarato agli Uffici Finanziari, avrebbe dovuto occuparsi della produzione di componenti metalliche – è stato rinvenuto uno scatolone al cui interno erano custodite 1.400 etichette attestanti la marcatura “CE” per prodotti di diverso genere, una circostanza che ha indotto i finanzieri a verificare la genuinità delle stesse attestazioni, risultate poi contraffatte e create quindi ad hoc per le apposizioni sui prodotti importati direttamente dalla Cina, privi dei requisiti di sicurezza imposti dalle leggi nazionali e comunitarie mentre, all’interno di un magazzino, sono stati rinvenuti 4.600 dispositivi per la sicurezza stradale (allarmi anti-sonnolenza, watch phone, auricolari bluetooth, life care SOS etc.) destinati alla vendita on-line a prezzi oscillanti tra i 20 e i 1.150 euro, risultati tutti certificati con marchiature “CE” autoriprodotte (e, quindi, contraffatte), apposte sugli stessi prodotti in maniera tale da occultare la loro origine e provenienza.

Nel prosieguo, i militari hanno poi rivolto l’attenzione verso 8 container depositati in un’area pertinenziale esterna della stessa impresa, al cui interno sono state rinvenute 5.400 fontane per cromoterapia ed aromaterapia pronte per la vendita, a prezzi oscillanti tra i 245 e i 500 euro cadauna, riposte in scatole aventi anch’esse il marchio “CE” contraffatto, autoprodotto ed apposto anche all’interno delle componenti elettriche, non sottoposte alle verifiche sulla sicurezza dei prodotti e, dunque, verosimilmente pericolose per l’utenza.



Complessivamente, ammonta a oltre 2,5 milioni di euro il valore dei beni sequestrati nell’occasione dalla Guardia di Finanza di San Benedetto del Tronto, che sta ora procedendo a ricostruire la filiera dei canali d’importazione e di commercializzazione dei medesimi prodotti, al fine di verificare l’eventuale esistenza di altre analoghe situazioni illecite in ulteriori realtà imprenditoriali, in un sistema di immissione massiva, nel mercato nazionale, di prodotti non conformi, reso agevole, nel caso di specie, dalle vendite on-line.

L’amministratrice della società è stata denunciata alla Procura della Repubblica di Fermo per le ipotesi di reato contemplate dagli articoli 473 “Contraffazione, alterazione o uso di segni distintivi di opere dell'ingegno o di prodotti industriali” e 515 “Frode nell’esercizio del commercio” del Codice penale.


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