Carabinieri Ascoli, 15 ordinanze custodia cautelare per stroncare banda dedita a furti auto
di Redazione Picenotime
venerdì 12 ottobre 2018
Dalle prime luci dell’alba, ad Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto, Cerignola, Vasto e Foggia, decine di Carabinieri del Comando Provinciale di Ascoli Piceno, unitamente a quelli di Foggia, stanno eseguendo un’ordinanza di applicazione di misure cautelari in carcere e di sottoposizione all’obbligo di dimora, emessa dal GIP presso il Tribunale di Ascoli Piceno su richiesta della locale Procura della Repubblica, che ha concordato pienamente con le risultanze rapportate dall’Arma, nei confronti di quindici persone (quattordici italiani originari del foggiano e un romeno), ritenute, a vario titolo, responsabili di:
• associazione per delinquere finalizzata ai furti di autovetture ed alla ricettazione di parti di esse;
• concorso in furto e tentato furto aggravato e continuato di autovetture.
L’indagine ha avuto inizio nel novembre 2017 allorquando nella provincia di Ascoli Piceno vennero registrati numerosi furti di autovetture, caratterizzati da un medesimo “modus operandi”:
• autovetture seminuove e di pregio;
• fascia oraria notturna;
• utilizzo di “centraline riprogrammate”, scelte in base all’azienda produttrice dell’autovettura da asportare.
L’impegno investigativo, sviluppato dal repertamento di impronte poi analizzate dai Carabinieri del Ris di Roma, ha consentito complessivamente di:
• trarre in arresto, in fase di riscontro alle attività tecniche, 3 indagati e di denunciarne 1 in stato di libertà, nonché di recuperare 4 autovetture oggetto di furto;
• individuare i 15 componenti del sodalizio criminoso;
• accertare che i soggetti, suddivisi in “batterie”, settimanalmente partivano da Cerignola a gruppi di 3 o 4 persone a bordo di autovetture prese a noleggio, ovvero a bordo dell’autovettura di uno degli indagati, per raggiungere località rivierasche delle regioni Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia, ove asportare autovetture anche di pregio utilizzando chiavi modificate e centraline scodificate da condurre nella zona di Cerignola per ricettarne i componenti;
• documentare la responsabilità del sodalizio nel furto e nel tentativo di furto di molte decine di autovetture;
• accertare che almeno uno degli indagati effettuava le “trasferte” per i furti di autovetture pur essendo sottoposto agli arresti domiciliari;
• raccogliere gravissimi indizi di reità nei confronti degli indagati ed accertare definitivamente la loro operatività nella consumazione di reati contestati, consentendo l’emissione della misura cautelare della custodia in carcere per 5 di loro, e dell’obbligo di dimora per gli altri 10.
L’esecuzione, nel corso della quale sono stati eseguiti 15 decreti di perquisizione locale e personale, è stata condotta con l’impiego complessivo di oltre 60 militari e un elicottero del 5° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Pescara.
Ecco il ringraziamento ufficiale del sindaco di Grottammare Enrico Piergallini all'Arma dei Carabinieri: "Grazie, da 16.000 persone. Con la voce di un’ intera città voglio ringraziare oggi l'arma dei Carabinieri per aver posto fine ad un incubo: la piaga dei furti d'auto a Grottammare e in tutta la Riviera. Le scorrerie di queste bande di italiani delinquenti avevano minato la fiducia dei cittadini sulla sicurezza del nostro territorio. Con questa operazione l'Arma ha ripristinato la legalità e la normalità, ponendo nuovamente un muro solido contro la penetrazione della criminalità organizzata. Al Tenente Colonnello Ciro Niglio, al Maggiore Pompeo Quagliozzi, al Capitano Marco Vanni e al Maresciallo Domenico Princigalli va soprattutto il mio ringraziamento per aver dimostrato nuovamente la forza e l'affidabilità dello Stato, sollecitando i cittadini a non perdere la fiducia nelle Istituzioni della Repubblica. Il sistema funziona, infatti, se i cittadini rifiutano le ordalie e la giustizia fai da te, affidandosi invece alle forze dell'ordine. Ecco perchè ringrazio tutti coloro che hanno denunciato in questi mesi furti o movimenti sospetti ai Carabinieri, fidandosi di loro e consentendo all'Arma di mettere in pratica il modello vincente della 'Sicurezza partecipata'.
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