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Ascoli Calcio, Sottil: “Caligara e Maistro? Calciatori di talento che ancora non hanno raggiunto il massimo”

di Redazione Picenotime

mercoledì 15 settembre 2021

L'allenatore dell'Ascoli Andrea Sottil, ancora a punteggio pieno dopo le prime tre giornate del campionato di Serie B, si è raccontato ai microfoni di Pianetaserieb.it in vista della gara con il Benevento in programma Sabato 18 Settembre alle ore 14 allo stadio "Del Duca". 

"Questo è un percorso che va avanti dallo scorso Dicembre, avere la possibilità di continuare a lavorare con la grande parte del gruppo è stato fondamentale, perché ha permesso di dare seguito a una conoscenza umana, sociale e tecnico-tattica. Assieme al direttore e al presidente abbiamo completato la squadra per quelle che erano le necessità tecniche, questo ha fatto sì che il lavoro potesse proseguire con un’aggiunta di qualità grazie a giocatori consoni e funzionali alle mie idee. Stiamo facendo bene, a mio avviso l’Ascoli ha grandi margini di miglioramento. Questa è una squadra completa, che ha forza e grande esperienza. Qui ho la possibilità di scegliere calciatori con caratteristiche differenti da inserire nel sistema di gioco, si può dunque lavorare molto bene - ha dichiarato Sottil -. Tutti i giorni dico ai ragazzi che non bisogna avere paura di essere bravi. Ci sono già gli avversari che provano a metterci in difficoltà, se entriamo in campo con l’assillo mentale di non poter essere all’altezza non si fa altro che non giocare la partita che abbiamo preparato. Bisogna imprimere il ritmo dal primo minuto e pensare a cosa fare. Il margine di miglioramento è soprattutto mentale, perché è da lì che parte tutto: raggiungere la consapevolezza della propria identità e del modo di scendere in campo permette al resto di venire in maniera più facile. È sempre la mente a comandare il corpo, dunque lo step riguarda la personalità e la capacità di saper osare, perché questa squadra già dalla scorsa stagione sta dimostrando di avere delle qualità. L’avversario va rispettato, sempre, ma bisogna anche lavorare su di noi e su cosa vogliamo ottenere in ogni partita. Penso che nel calcio bisogna avere equilibrio e compattezza, due qualità che devono essere proprie di una squadra. Difendersi bene, collettivamente, per me è una colonna portante. Detto questo, mi piace molto attaccare e mettere in difficoltà gli avversari e, come dicevo prima, cerco di implementare ciò attraverso la ricerca di giocatori con caratteristiche variegate. Penso che gli attaccanti siano, tra virgolette, una razza ben definita: estrosi, giocatori di inventiva e di genio, di forza e vivacità, dunque cerco di dare sempre delle linee tattiche da sfruttare per cercare di portare il pallone il più veloce possibile a questi giocatori, che devono trovarsi nelle posizioni a loro più congeniali e far partire da lì l’interpretazione della circostanza e la conseguente scelta. L’attaccante deve avere la libertà di esprimersi per quello che è il suo estro - ha detto ancora Sottil -. Il mio lavoro? Parto dal rapporto con i giocatori: alle volte nel calcio si etichetta e si sposano pregiudizi. Per me questo è sbagliato, bisogna sempre contestualizzare il giocatore, lo dico perché l’ho vissuto anche io da calciatore. In una piazza fai bene, in un’altra no: ci si chiede il perché? La risposta è da ricercare nel rapporto con l’allenatore, che ti mette o meno nelle condizioni di essere te stesso, che ti dà o non ti dà stima e fiducia. Ho un rapporto molto diretto con i calciatori e, per quanto siamo consapevoli dei rispettivi ruoli, cerco sempre di ascoltarli. Non bisogna creare muri ma entrare in simbiosi: qui ci stiamo riuscendo, sono tutti ragazzi intelligenti, ognuno con il proprio carattere, ma ugualmente disponibili ed è grazie a questo che si ottengono determinati risultati. Tra le parti deve esserci fiducia reciproca, seppur ovviamente possa capitare che qualcuno non riesca a sintonizzarsi, come accade in ogni squadra del mondo. Non è questo il caso. In merito alla parte della domanda sul singolo, dico che a me piace sempre parlare del collettivo, per quanto ci siano chiaramente dei calciatori, come Saric, che essendo più giovani crescono in maniera esponenziale. Dario è in una fase straordinaria, ed è un esempio di giocatore che doveva migliorare in merito a determinati principi tecnici e tattici, l’ha fatto e secondo me può crescere ancora tantissimo. Ha una notevole capacità fisica, che gli permette di ribaltare l’azione, e doti tecniche rilevanti. Stiamo lavorando dalla passata stagione, ma questo accade grazie a doti quali disponibilità, intelligenza e umiltà. Quando un calciatore si accorge del miglioramento capisce che deve ascoltare e confidare nel lavoro che gli viene fatto fare. Fermo restando il discorso sul collettivo fatto, cito due nomi per rispondere direttamente alla richiesta: Caligara e Maistro, calciatori di estremo talento che ancora non hanno raggiunto il massimo delle proprie potenzialità. Caligara è con noi dalla scorsa stagione e ha già dimostrato qualcosa, Maistro è un calciatore talentuoso, deve lavorare a determinate velocità e intensità, come sta facendo. Si è integrato molto bene. Obiettivi? L’obiettivo è giocare partita dopo partita, pensando all’avversario di turno. Ad esempio ora pensiamo al Benevento. Per quanto riguarda me e i miei collaboratori, vogliamo portare la squadra a giocarsi sempre la partita, dal primo al centesimo minuto, sapendo costantemente interpretare la situazione. Questo a livello collettivo, perché per me essere squadra vuol dire leggere ogni situazione velocemente ed essere organizzato per rispondere a ogni cambiamento. Puntiamo anche a migliorare i singoli, sia quelli più esperti che quelli più giovani, di cui qualcuno sta già giocando. È una soddisfazione vederli partire con le Nazionali giovanili oppure, come nel caso di Saric, convocati con la Nazionale maggiore di riferimento. Questo conta per me e per la società, perché il patron fa un sacco di sacrifici economici ed è bello avere un ritorno professionale di prestigio”.


Andrea Sottil

Andrea Sottil

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Commenti

Simone70
mercoledì 15 settembre 2021

SI, mi piace. Sarà per i risultati che gli stanno dando ragione ma credo che sia un buon allenatore. Oltre a tutto ciò che ha detto e che condivido appieno, come la continuità gestionale tra la passata stagione e la attuale, la qualità e lo spessore umano dei giocatori rimasti che creano gruppo etc, ciò che mi ha colpito è stata anche la crescita tecnico tattica di un allenatore che, se qualche volta ha fatto errori, ora ha imbroccato la strada giusta. Ed i risultati si vedono eccome. L’esperienza in questi lunghi campionati di B ci dice che verranno anche periodi meno …. brillanti, ma con la giusta mentalità ed una guida come il nostro mister sapremo superare tutto. FORZA PICCHIO.


MIMMO
mercoledì 15 settembre 2021

Patron, Addae, Ninkovic, Cavion e Sabiri, nell’ordine, non ti hanno insegnato forse nulla. Capisco che nel calcio i contratti sono per le società carta igienica mentre per i tesserati una carta di credito illimitata però non devi dire che Sottil può rimanere fino a quando vuole. Se non prolunghi da subito il suo contratto è ovvio che, se mantiene i risultati, a breve le squadre faranno la fila per proporgli un contratto.


GIA'54
venerdì 17 settembre 2021

Senza entrare nel merito del prolungamento o meno del contratto al Mister credo che le esperienze di Addae, Ninkovic, Cavion e Sabiri, gli hanno insegnato invece tanto. Ma come sempre ...sono punti di vista.