Ascoli Time
di Redazione Picenotime
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Fabrizio Castori riparte dal Sudtirol dopo l'ultima esperienza poco positiva sulla panchina dell'Ascoli culminata con l'esonero dello scorso 12 Marzo, al termine del match perso 2-1 al "Ferraris" con la Sampdoria. Il 70enne tecnico marchigiano è chiamato a risollevare le sorti della squadra biancorossa ultima in classifica in Serie B con 13 punti dopo 16 giornate.
“L’approccio è stato estremamente positivo. Ho trovato una società molto seria, con una struttura morale e mentale notevole. E’ una realtà di quelle che piacciono a me, in cui sono abituato a lavorare. Una società di provincia, come tante nella mia lunga carriera, e il mio calcio si rapporta con queste di dimensione. E’ un modello virtuoso da seguire, un club capace di distinguersi per la capacità di perseguire i propri obiettivi con risorse normali, non eccessive, in cui si valutano soprattutto le capacità e le idee e le motivazioni dei giocatori - ha dichiarato Castori oggi pomeriggio in conferenza stampa -. Non sono un soggetto facilmente impressionabile, quindi se sono stato chiamato è per cercare di risolvere dei problemi. Sono un allenatore con una identità precisa. Sono anni che alleno e mi porto appresso il mio bagaglio di metodologia e la mia mentalità, che hanno portato frutti e che ho sempre cercato di adattare, tenendo comunque fermi alcuni principi: la squadra deve correre, attaccare, giocano in verticale, in profondità. La B la seguo completamente, da sempre, perché è il mio campionato, è la mia dimensione. Il compito dell’FC Südtirol è quello di ritrovare quanto prima la mentalità di squadra tosta, come quella che incontrato negli anni scorsi. Una squadra compatta, tenace, tipica della serie B, che fa della lotta e della potenza la sua peculiarità. Penso che questa squadra possa giocare con tre difensori, cinque centrocampisti e due attaccanti, che potrebbero essere supportati da una mezza punta o da un giocatore di squilibro, che può essere una mezzala, un centrocampista. Ci deve essere equilibrio fra la fase di possesso e quella di non possesso. A me non piace il calcio difensivo, non fa per me. E’ chiaro che devi essere equilibrato, o ti devi difendere quando l’avversario è più bravo di te. Difendersi deve essere una conseguenza e non una scelta. A me piace la verticalizzazione, non partire dal basso, la porta di riferimento è quella di fronte, non quella alle spalle”.
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videotime 1****
Stesse parole già sentite anche quando arrivò ad Ascoli l'anno scorso. Lui le chiama verticalizzazioni, io le definisco palla fa tu... Scommettiamo che dura non più di 7 partite?
Castori lo si conosce e non vende fumo: catenaccio e lancio in avanti appena possibile. Certo, chiamarlo "verticalizzare" è più elegante, ma quello significa e lui non ha mai professato di proporre altro. Non si può dire se lo durerà 7 giornate o se diventa l'idolo di Bolzano: come tutti i sistemi di gioco, funziona se hai gli interpreti giusti per farlo funzionare. Non è che siccome è un sistema di gioco più "elementare" di altri, funziona per forza. Anche lì devi avere un certo di tipo di figure (un attaccante fisicamente forte che accalappiare e pulire ogni palla che gli arriva dal cielo, uno rapido a soccorrerlo) e una batteria di cagnacci pronti a correre per 90 minuti in tutte le zone del campo. Più facile a dirsi che a farsi. In bocca al lupo comunque.
Deve avere un ottimo procuratore o accontentarsi di qualche mancia altrimenti non si spiega come possa trovare squadre più in su dell'eccellenza
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