Livorno, in vista della partita con l'Ascoli scoppia il caso Pinsoglio
di Redazione Picenotime
lunedì 09 maggio 2016
Naviga in acque molto agitate il Livorno che arriverà al "Del Duca" Sabato 14 Maggio per il match valido per la 41esima e penultima giornata del campionato di Serie B. Gli amaranto affronteranno l'Ascoli di Devis Mangia con un bottino di 38 punti in classifica, figli di 9 vittorie, 11 pareggi (l'ultimo dei quali all'Ardenza contro il Perugia), 20 sconfitte, 40 gol fatti e 54 subiti. Nel mirino dei tifosi è entrato anche il 26enne portiere labronico Carlo Pinsoglio, protagonista di un goffo errore sulla punizione del perugino Zapata che ha fissato il punteggio sull'1-1 finale. A ricostruire la vicenda è stato il giornalista toscano Gianni Tacchi sulle pagine de "Il Tirreno".
Contro tutto e contro tutti. Dopo il disastro sulla punizione di Zapata, Pinsoglio è finito nel mirino del popolo amaranto, che comunque ha lasciato – giustamente – Spinelli in testa alla classifica delle responsabilità. Ma il portiere, colpito con qualche coro nel finale del match con il Perugia, è stato anche il bersaglio principale dei tifosi sui social network. Tanti attacchi, purtroppo anche qualche offesa. Soprattutto su Instagram, dove poi la cosa è degenerata. E lui ha perso il controllo, attaccando non solo un sostenitore, ma anche i compagni di squadra. Sì, è tutto vero. E ora lo spogliatoio rischia di esplodere.
L’USCITA DI PINSOGLIO. A un tifoso deluso e andato sopra le righe in un commento sotto a una foto, Pinsoglio ha risposto così: «Stai muto cogl…», parole ripetute sia all’inizio che alla fine della sua replica. Uno sfogo dopo tanti post pesanti, ma una reazione esagerata e offensiva. E non si è fermato qui, perché poi – con le sue frasi – ha coinvolto i compagni e girato le responsabilità di questa situazione a loro: «È facile criticare me, ora, per un errore. La gente, per tutto l’anno, ha fatto cagate e nessuno ha detto niente. E ora, per un mio sbaglio, tutti a criticare. Bravi…».
Pinsoglio, che comunque in serata ha cancellato il post (che però potete vedere nella foto qui in alto alla pagina), ha ragione solo e soltanto su una cosa, detta fra le righe: ha sbagliato, ok, ma non deve essere il capro espiatorio di questa situazione, perché gli errori principali sono stati fatti in alto e anche tanti altri giocatori sono stati protagonisti di una stagione disastrosa.
«NON SONO STATO IO». Dicevamo del post sparito. In serata ci ha contattato proprio Pinsoglio. «Guarda che è tutto un equivoco. Io non ho mai scritto quella frase, dopo la sconfitta non sono neanche entrato sui social. Qualcuno è entrato nel mio profilo e ha scritto quelle cose che io assolutamente non penso. Non ho mai avuto problemi con tifosi e compagni in qualunque squadra sono stato, quelle non sono parole mie».
Non risultano denunce alla polizia postale per appropriazione del profilo. «No, non ne ho fatte. Speravo che la cose finisse lì. Comunque ripeto, non sono stato io. Non c’entro nulla».
FEDATO E QUELLA FOTO… A proposito di social, Francesco Fedato ha commesso una leggerezza. Ed anche lui, ieri mattina, è stato attaccato dai tifosi.
Il motivo? Appena sveglio, il suo primo pensiero è stato quello di cambiare l’immagine di copertina di Facebook e di mettere una foto di esultanza con la maglia del Bari. Lui sotto la curva, lui in mezzo ai fotografi, lui davanti ad alcuni giocatori sorridenti. Ad alcuni, comunque, lacosa non è sfuggita. E sono arrivati commenti pesanti anche contro di lui, tanto che dopo un paio di ore è stato costretto a cancellare la foto. Troppo tardi, però. Perché qui è mancato anche il rispetto per la maglia amaranto. E questo, un tifoso, non può perdonarlo.
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Commenti
Marco
lunedì 09 maggio 2016
Quando le cose non vanno bene non sei affatto tranquillo e puoi commettere errori molto stupidi perché non hai la testa sgombra, ma piena di paure. E' una bruttissima condizione. Io ho giocato a livelli bassissimi rispetto a lui ma la tensione e le paure sono le stesse sia nella finale di un mondiale che nella finale spareggio per non retrocedere in terza categoria.
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