Cagliari, Ranieri: “Ho provato un maremoto di emozioni. Abbiamo due lepri in fuga e dobbiamo riprenderle”
di Redazione Picenotime
martedì 03 gennaio 2023
Il nuovo allenatore del Cagliari Claudio Ranieri, dopo aver firmato prima di Natale un contratto fino al 30 Giugno 2025, ha incontrato oggi i media nella sala stampa dell'Unipol Domus. Accanto a lui il direttore sportivo rossoblù Nereo Bonato che ha introdotto il tecnico romano: "Dopo la sconfitta di Palermo abbiamo anticipato di una settimana le valutazioni sul progetto sportivo e, viste le difficoltà nelle prestazioni e nella classifica, abbiamo fatto una profonda analisi per riprogettare la prosecuzione della stagione. Non ci sono mai stati dubbi su Claudio Ranieri, grazie al presidente e al mister è stato possibile trovare rapidamente l’accordo su tutti i fronti, capendo la voglia di Ranieri di ritornare qui, il suo amore per questa piazza e il conseguente entusiasmo nell’accettare la sfida".
E' stata poi la volta del 71enne tecnico romano, tornato sulla panchina rossoblù dopo la bella esperienza dal 1988 al 1991: "Sono entusiasta. Dentro di me ho provato un maremoto di emozioni tra i ricordi del passato. Egoisticamente in questi anni ho pensato che non fosse il caso di tornare dove avevo lasciato ricordi straordinari, poi però la parte egoistica l’ho messa da parte, ha prevalso la consapevolezza che il Cagliari mi ha fatto diventare grande, e quindi eccomi di nuovo qui. Arrivai in Serie C con mille dubbi a meno di 40 anni per poi fare una cavalcata inimmaginabile: ho portato dentro di me quei 3 anni in ogni squadra dove sono andato, mi ha aiutato soprattutto nei momenti difficili. Vi ricordate il girone d’andata in Serie A, nella stagione 1990-91? Partimmo a rilento, poi ci salvammo in anticipo. Mi hanno scritto in tanti, a cominciare da Nicola Riva, tutti mi hanno trasmesso la voglia di vivere di nuovo bei momenti insieme. È progressivamente crollato quel muro di paure di intaccare il ricordo. Sono grato al presidente e ai tifosi, adesso questo entusiasmo dobbiamo trasformarlo in punti per il nostro cammino. L’unica ricetta che conosco è il lavoro, la sola che ho sempre utilizzato in tutte le mie esperienze nel calcio, non vedo l’ora di iniziare. Ai tifosi dico: dateci una mano, potremmo magari giocare male ma voi spingeteci, fischiate e contestate alla fine nel caso, mai durante la partita. I giocatori dovranno dare quell’entusiasmo che serve, voglio un Cagliari con giocatori che sentano questa maglia. Voglio prima conoscere bene la squadra che ho a disposizione e poi ragioneremo sul mercato. Servono giocatori che vogliano stare qua, servono guerrieri e cercheremo dei guerrieri. Prima di tutto parleremo insieme al direttore e poi capiremo cosa serve, senza sbagliare. Per carattere voglio sempre tutto e subito, senza preclusioni ma con realismo: non vedrete mai un Cagliari arrendevole, uno dei miei obiettivi è lavorare per il Cagliari del futuro e costruire insieme alla Società - ha aggiunto Ranieri -. Il Cagliari mi è parso, da lontano, la classica squadra che ancora non si è ambientata nella categoria. Quando retrocedi diventi la squadra da battere, tutti ti aspettano e vogliono batterti. Prima di tutto devo capire se questi ragazzi hanno capito che sono in Serie B. Dobbiamo lottare ogni singolo centimetro, questo mi aspetto prima di tutto dai miei calciatori. Non ho nessun modulo di riferimento, in carriera ne ho usati parecchi e l’indicazione me la danno sempre i giocatori e le loro caratteristiche. Saranno loro a farmi capire, in base a ciò che chiederò. Parto con l’idea di giocare con i miei due attaccanti principali, sono poche le squadre che in Serie B hanno due bocche da fuoco così importanti, per me l’idea è quella di utilizzarli insieme, poi vedremo. Non mi sono mai fissato su un sistema di gioco, anzi la cosa importante è saper cambiare anche in corsa per sorprendere l’avversario. La classifica è sempre veritiera, in tutte le categorie. La classifica dice quelli che sono i valori in quel momento, noi abbiamo due lepri in fuga e come obiettivo dobbiamo avere quello di riprenderle. Magari non lo centreremo, però bisogna andarci vicino, per questo chiederò ai miei di dare il massimo in ogni allenamento, l’unica ricetta per affrontare al meglio la partita è lavorare al meglio giorno dopo giorno. Sono una persona che non sa fingere, molto trasparente nelle emozioni e nei sentimenti. Non sono mai contento e pretendo sempre qualcosa in più, quando sarò arrabbiato mi si leggerà in faccia, idem quando sarò soddisfatto. Cosa dirò ai ragazzi al primo allenamento? Non mi preparo nulla, vedremo cosa verrà fuori. Credo al mix tra giovani e più esperti. Il calcio non è uno sport individuale, tutto dipende da come i singoli legano tra loro e nei reparti, io sceglierò sempre senza guardare a stipendio o età, gioca chi è più in forma e funzionale per un determinato obiettivo. Bisogna ripartire dalla situazione attuale, non dai ricordi. Ovunque sia andato l’ho fatto per costruire qualcosa, penso per esempio al Leicester dove vincemmo il titolo pochi mesi dopo una salvezza in extremis, o alle salvezze con Parma e Samp arrivando in corsa. Ai tifosi chiedo di starci vicino, non chiedete la luna ai ragazzi, sarò io a farlo nello spogliatoio, ma la gente ci deve sostenere per fare il massimo. Mi piace l’idea di poterci aprire al pubblico per qualche allenamento, o anche per alcune amichevoli infrasettimanali quando e dove sarà possibile. Sono pronto a lavorare coi ragazzi. È una sfida che mi ribolle dentro, che sento mia. Altrimenti non sarei tornato”, prima di salutare tutti e dirigersi ad Asseminello per il primo incontro ed il primo allenamento con il gruppo. All’orizzonte c’è la sfida del 14 Gennaio all’Unipol Domus contro il Como.
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