Perugia, ecco Oddo: ''Bello ripartire dall'inizio. Voglio arrivare al risultato tramite il gioco''
di Redazione Picenotime
lunedì 24 giugno 2019
Il responsabile dell’area tecnica Roberto Goretti e il neo tecnico biancorosso Massimo Oddo questa mattina hanno fatto il loro ingresso all’interno della sala conferenze dell’A.C. Perugia Calcio Museo dove ad attenderli c’erano gli organi di informazione, per lo più sportivi, della città. Ad aprire la conferenza è stato il dt Goretti che ha presentato il mister facendogli l’imbocca al lupo per l’inizio della sua avventura giunta ormai alle porte. Al termine delle presentazioni, spazio alle domande.
“Ho iniziato i primi passi da calciatore nella squadra del Renato Curi di Pescara – esordisce il tecnico Oddo, come riporta il sito ufficiale del Perugia Calcio –. Sono amico con Sabrina (figlia di Renato, ndr), siamo cresciuti insieme e ci ho parlato pochi giorni fa. Era molto contenta della notizia. Inizio questo percorso nello stadio Renato Curi; una bella combinazione”.
“Sono ovviamente contento di stare qui. La mia aspirazione massima era quella di ripartire dall’inizio e non subentrare come è accaduto negli ultimi due anni. Quando ci sono i cambi di panchina è perché le cose sono andate male e il nuovo allenatore deve adattarsi a tante situazioni. Partire dall’inizio invece significa provare a costruire una squadra insieme ai direttori. Una squadra adatta a quelle che sono le idee che poi un allenatore vuole mettere in campo”.
“A me piace giocare a calcio. Mi piace provare ad arrivare al risultato tramite il gioco. Perché giocando bene non è detto che si vince ma si hanno maggiori possibilità di vittoria. Sarà importante dare un’identità alla squadra. Una squadra che tiene poco conto dell’avversario che ha davanti e che cerca di proporre le sue idee sia in casa che fuori. Prediligo giocatori che abbiano intelligenza calcistica e tecnica a giocatori fisici e istintivi - ha aggiunto Oddo -. Per quello che è la mia filosofia sono più adatti. Però non bastano giocatori bravi e tecnici, non basta essere messo bene in campo, non basta essere organizzati; ci vuole l’alchimia giusta per far sì che la squadra possa fare un grande campionato. Per alchimia intendo sia in campo che fuori. Ma anche all’intesa che c’è tra club e allenatore oppure il saper superare bene i momenti difficili che in Serie B ci sono sempre. Poi ci sono il gruppo, lo spogliatoio ecc. La fortuna? Non ci credo moltissimo anche perché uno la fortuna se la deve andare a cercare. Per esperienza personale, l’aspetto in assoluto più importante nel calcio è la testa. La testa può portare un giocatore normale ad essere un grande giocatore o viceversa. Io credo che la più grande sfida per un allenatore sia quella di creare mentalità e testa, poi ovviamente ci devono essere anche i risultati. La mia scelta di venire qua è stata dettata anche dall’aspetto dei tifosi, della curva e dello stadio. Bisogna sfruttare queste cose. Credo fermamente che il pubblico possa portare tanti punti ad una squadra durante il campionato”.
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