Atletico Ascoli
di Redazione Picenotime
Il preparatore atletico dell'Atletico Ascoli Mauro Iachini ha parlato a metà settimana in vista del match con il Sora in programma Domenica 23 Novembre alle ore 14:30 allo stadio "Tomei" per la tredicesima giornata del girone F del campionato di Serie D.
Una rincorsa alle zone alte della classifica, dal playoff in poi un po’ frenata soprattutto in casa: due pareggi consecutivi contro Pomezia e Giulianova. Cosa non sta funzionando?
"Secondo me il dettaglio è particolare, perché ce lo trasciniamo da troppo tempo. La squadra, secondo me, svolge prestazioni giuste di intensità, di presenza, di dominio. Poi purtroppo ci stanno mancando un po’ le scelte finali, anche la velocità della scelta finale, che permette alle squadre che vengono al Del Duca di fare partite un po’ più chiuse, dove trovare quello spazio che ci consente di essere pericolosi e di portarci a casa i tre punti. Quel dettaglio è mancato anche in quell’alzata di bandierina, no? Forse il tocco di testa del difensore del Giulianova è stato interpretato male. Sicuramente questo è il motivo. Eh, ma quello è un errore molto grave che nelle nostre categorie purtroppo si verifica non abbastanza frequentemente. Purtroppo noi siamo vittime anche di queste piccole cose che indirizzano le gare. Perché se ti danno il gol in quel momento della gara, sicuramente la partita si apre ed è più agevole per noi".
Tu hai avuto modo di lavorare con i ragazzi già da diversi anni. Sembrava un Atletico Ascoli nato quest’anno per fare qualcosa di più importante rispetto agli anni precedenti.
"Ma sicuramente non ci nascondiamo: le aspettative a livello di classifica erano più alte, ma devono essere più alte. Non possiamo rimproverare nulla alla squadra, perché i ragazzi mostrano grosso attaccamento, grande professionalità, grande dedizione in tutte le sedute di allenamento. Dal lunedì al sabato, lo dice il mister, lo diciamo tutti noi dello staff: siamo davvero impeccabili. Poi c’è la gara, giustamente, che purtroppo vede il piccolo errore, il dettaglio di cui dicevamo prima. L’aspetto emotivo, l’aspetto del sentirsi vivi all’interno di una gara dove non c’è tanto pubblico quando giochiamo in casa. Anche quelle emozioni che vivono fuori purtroppo dobbiamo trovarle dentro di noi, perché necessariamente la società merita sicuramente una posizione migliore. La meritiamo noi dello staff per il lavoro che quotidianamente svolgiamo con grande amicizia e credo — e sono sicuro — che lo meritano anche i ragazzi per quello che dal 16 luglio stanno facendo".
Quando si prepara una stagione gli esperti dicono: “Ok, è stata preparata per partire forte, rallentare a gennaio e riprendere a Marzo/Aprile”. C’è qualcosa di vero?
"Io non sono d’accordo per questo tipo di lavoro. Ogni staff, ogni mister crede in una metodologia. Ci sta che una squadra alleggerisca un po’ i carichi nella fase iniziale del lavoro, ed è ovvio che ritrovi un po’ di brillantezza nelle prime giornate. Però noi lavoriamo tanto dal 16 luglio, lavoriamo tantissimo durante la settimana. Credo che da questo punto di vista i risultati ci diano ragione. Monitoriamo quotidianamente i ragazzi, facciamo test periodici in officina sulle sedute di forza. Monitoriamo costantemente la crescita dei ragazzi e anche i periodi di affaticamento per portarli alla gara nelle condizioni migliori. Non credo ai richiami di preparazione: credo nel lavoro quotidiano. Crediamo tutti noi dello staff nel lavoro continuo che porta al miglioramento del singolo e poi del collettivo".
Quanto è importante che funzioni bene la testa per far girare le gambe?
"Sicuramente l’aspetto predominante è quello mentale. Sull’atleta in generale fa la differenza. Quando parlavo del fattore campo, anche avere uno stimolo in più… La società ce lo dà, il nostro senso di appartenenza pure, ma i ragazzi che vengono da fuori, abituati anche a piazze più importanti, vivono un aspetto mentale che incide. Incide soprattutto la ricerca della vittoria a tutti i costi. A volte, quando sei indietro, devi recuperare un po’ il terreno. Devi comunque andare in campo e sai che devi vincere. Noi vogliamo vincere, ma purtroppo ci sono anche gli avversari che giustamente impongono le loro strategie tecnico-tattiche e noi dobbiamo essere bravi magari a modificarle, a trovare la giusta via per ottenere il massimo".
Quella di domenica contro il Sora sarà una partita da vincere.
"Sì, noi sappiamo che possiamo vincerle tutte le partite, ce lo dimostra il campo. Non siamo stati inferiori a nessuno, ma non solo quest’anno: anche negli anni passati. Poi, ripeto, Sora è un campo molto difficile, una squadra che comunque ha bisogno anch’essa di punti. Noi sappiamo che possiamo dettare legge e possiamo imporre il nostro gioco e il nostro risultato su tutti i campi. Dobbiamo ovviamente crescere su alcuni aspetti su cui il mister sta lavorando in maniera meticolosa. Se riusciamo ad essere migliori in quegli aspetti della gara e a saper leggere bene alcuni frangenti, credo che possiamo solo migliorare e ottenere i risultati che poi tutti noi ci aspettiamo".
