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“I nove doni”, Giovanni Allevi presenta il suo ultimo libro. Il pianista premiato come 'Ascolano dell'anno 2024'

di Davide Ciampini

domenica 29 dicembre 2024

Un percorso di riscoperta interiore. Questo il tema preminente dell'ultimo libro di Giovanni Allevi, che rappresenta una summa della vita dell'artista. Edito da Solferino Editore, è stato presentato Sabato 28 dicembre presso la Sala della Ragione di Palazzo dei Capitani. Accolto da una copiosa folla di pubblico, il pianista ha raccontato le ragioni che lo hanno portato alla redazione del testo, ivi compreso il dolore derivante dalla propria malattia.

"Nei giorni scorsi, durante la lettura del libro di Giovanni, - ha asserito il presidente di Fondazione Ascoli Cultura Nazzareno Cappelli - ho ritenuto alcune frasi degne di nota. Ve le riporto qui di seguito: 'Avevo perso tutto, i miei capelli, il mio lavoro, le mie certezze: cosa mi restava? Perché non ho mollato? Le cure, assai debilitanti, non mi permettevano di leggere, così ho ascoltato molteplici conferenze di filosofia. Ed è stata proprio lei - la cultura - a donarmi la forza durante il periodo della degenza'. Sono quindi esentato, a fronte dellle parole del maestro, dal parlare di questo argomento; e, se lui me lo consente, utilizzerò le sue frasi nel momento in cui avrò l'occasione di presentare un evento".

"Presentando questo libro - ha dichiarato il sindaco di Ascoli Piceno Marco Fioravanti - hai fatto un dono a questa comunità. Oggi più che mai, sappiamo che questa società si fonda su due 'N': narcisismo e numeri. In realtà, ciò che ci insegna il maestro è che esiste un'economia spirituale, che ci dà un ritorno in termini di famiglia e benessere collettivo. Tutto ciò che hai fatto consente ad Ascoli di potersi elevare, di stupirsi delle piccole cose: di guardare in alto nel cielo e dire: 'grazie'. Perché la gratitudine è il sentimento più grande che possiamo provare".

"Innanzitutto - ha sottolienato l'ospite d'eccezione Giovanni Allevivoglio ringraziarvi tutti per questo riconoscimento. All'interno del libro che sto per presentarvi ho voluto evitare una cosa ben precisa: la spettacolarizzazione del dolore. Bastava infatti che raccontassi ciò che ho vissuto, invece ho voluto dare un respiro più universale a ciò che mi sta accadendo. Leggendo Omero ho provato una sensazione nuova: mi sono riconosciuto parte di  questa umanità. Ho invero riscoperto la fragilità, che ritengo essere il cuore più profondo dell'essere umano. Quando ho ricevuto la diagnosi, ho capito che si trattava di una malattia seria: 'Mieloma'. A quale nota posso associarla? Stavo, contrariamente a quanto avrei dovuto fare, pensando a quali note potessi comporre. La musica, dunque, è riuscita ad astrarmi da una diagnosi così infausta. Gli oppioidi mi creavano un forte tremore alle dita, tanto che temevo non potessi più comporre melodie. Decisi pertanto di scrivere un motivo per violoncello. In definitiva, tutto ciò mi ha reso vicino alle persone in difficoltà".


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